QUELLI DELLA VIA
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Elogio del dubbio

di Filippo Gentiloni


Si discute sul valore del dubbio. Positivo o negativo? Il dubitare è frequente: si dubita, più o meno, di tutto. La certezza, che si oppone al dubbio, è rara, ma è esaltata ed elogiata. Il dubbio, invece, è considerato negativo, dannoso. Un vizio: si cerca di ridurlo al minimo.
Eppure non è così; il dubbio va esaltato e valorizzato: soprattutto perché è la via maestra verso la verità. In tutti i campi, anche nella riflessione teologica, quella più impegnativa. Scrive Zagrebelsky in «Contro l'etica della verità» (Laterza): «Il dubbio non è il contrario della verità, ma può situarsi al suo interno. È il contrario del dogmatismo. In tempi di verità granitiche che vedono nel dubbio il pericoloso relativismo è bello osservare la scena di Tommaso e del suo incontro con Cristo che si presenta ai discepoli in un momento di paura». La verità ha sempre bisogno di essere ricercata e riscoperta. E Pietro Scoppola: «Non è vero che chi cerca non crede e che chi crede non cerca; non si può fare a meno di cercare per credere e si cessa di cercare quando si cessa di credere».
La riflessione sulla positività del dubbio comporta la condanna della certezza, degli assoluti.
Pericolosi nella vita e nella politica, come la storia dimostra. Non lo si ripete mai abbastanza: i danni e le rovine prodotti dagli assoluti sono sotto gli occhi di tutti. Nei rapporti umani e nelle vicende storiche, politiche e militari.
Il dubbio dice cammino in avanti, dice speranza, una delle virtù teologali. La positività e fecondità del punto interrogativo. In un corretto rapporto fra ragione e fede, qualsiasi fede. La vera fede non si oppone al dubbio: ne esalta, anzi, il procedere in avanti, ne esalta la speranza. Chi dubita, infatti, spera. La speranza è strettamente dipendente dal dubbio, lo esalta e lo giustifica.
La vera cultura è quella che insegna, appunto, a dubitare e che, insieme, insegna a escludere quella abbondanza di certezze che non è cultura, ma ignoranza. Non è virtù, ma è vizio, come ogni forma, appunto, di ignoranza. Nella nostra storia culturale non dobbiamo dimenticare né sottovalutare l'illuminismo che, nelle sue varie forme, ci ha insegnato insieme il dubbio e la speranza.
E «forse», anche se non lo si dice, è fra le parole più preziose del nostro vocabolario.


(fonte:
“Rocca” n. 6 del 15 marzo 2012
)

 

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