QUELLI DELLA VIA
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AVVENTO - NATALE 2012

Pagina in continuo aggiornamento


 
ULTIMI INSERIMENTI


15 gennaio 2013

Battesimo del Signore

«Questi sandali mi stanno stretti!» Battesimo di Gesù 2013 (video)

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P. Alberto Neglia
Omelia (video)

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P. Angelo Casati
Omelia

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
Oltre ogni umana aspettativa...

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Don Giovanni Berti
Battesimo: immersione nel mondo

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RIFLESSIONI

Rocco D'Ambrosio
Amare e compiacersi

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7 gennaio 2013


Epifania del Signore

La Via dei Magi: un autentico percorso di fede (video)

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P. Gregorio Battaglia
Omelia (video)

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P. Alberto Maggi
Siamo venuti dall'oriente per adorare il re

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
Il necessario viaggio...

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RIFLESSIONI

Mons. Bruno Forte
Ricchi e poveri... Il Natale è di tutti

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6 gennaio 2013

Maria Santissima Madre di Dio

Dio ci sorrida e ci aiuti a sorridere (video)

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P. Aurelio Antista
Omelia (video)

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
Sub tutela Dei...

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2 gennaio 2013

Santa Famiglia


P. Ermes Ronchi
La famiglia, prima scuola di santità

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P. Alberto Maggi
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri

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  Augusto Cavadi
La santa famiglia e l'educazione alla libertà

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
Fare spazio...

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RIFLESSIONI

Don Giambattista
Centro Missionario Diocesano di Bergamo

Un imbarazzante augurio di Natale

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29 dicembre 2012

Natale del Signore

Fr. Egidio Palumbo
Notte di luce (Lectio)

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P. Aurelio Antista
omelia (video)

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P. Alberto Neglia
omelia (video)

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
Quel Bambino

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Don Tonino Lasconi
Un Natale di gioiosa sobrietà

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Don Giovanni Berti
A Natale Gesù muore

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RIFLESSIONI

Mimmo Battaglia
presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche

Natale: Dio ha sei miliardi di volti

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25 dicembre 2012

IV domenica di Avvento


Fr. Egidio Palumbo
«Caro cardo salutis» (Lectio)

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P. Alberto Neglia
omelia (audio)

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
L'arte dello stupore

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Don Tonino Lasconi
Ciò che Dio vuole da noi

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Don Giovanni Berti
La chiesa nella casa di Elisabetta

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RIFLESSIONI

Nella Barbera
La gioia del Natale

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Alex Zanotelli
missionario comboniano

Un Natale 'armato'

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23 dicembre 2012

AUGURI da...

mons. Franco Montenegro
arcivescovo della diocesi di Agrigento

Santo Natale e felice anno 2013
e
Vero Natale a tutti (video)

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mons. Calogero La Piana
arcivescovo della diocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela

Appare una stella, s'apre il cammino (video)

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mons. Cesare Nosiglia
arcivescovo della diocesi di Torino
«Più le tenebre sono fitte più il giorno si avvicina»

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17 dicembre 2012

III domenica di Avvento

Cosa dobbiamo fare? (video)

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Fr. Egidio Palumbo
La gioia di umanizzare questo mondo (Lectio)

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P. Gregorio Battaglia
omelia (audio)

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P. Luciano Manicardi
riflessioni sulle letture

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Don Antonio Savone
Fedeltà alla propria storia

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Don Tonino Lasconi
La vera sorgente della gioia

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Don Giovanni Berti
Che cosa dobbiamo fare? una domanda per tutti

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Siamo, Padre, davanti a te all'inizio di questo Avvento.

E siamo davanti a te insieme,
in rappresentanza anche 
di tutti i nostri fratelli e sorelle 
di ogni parte del mondo.
In particolare delle persone che conosciamo; 
per loro e con loro, Signore, 
noi ti preghiamo.

Noi sappiamo che ogni anno si ricomincia 
e questo ricominciare 
per alcuni è facile, è bello, è entusiasmante, 
per altri è difficile,
è pieno di paure, di terrore.

Pensiamo a come si inizia questo Avvento
nei luoghi della grande povertà, 
della grande miseria; 
con quanta paura la gente guarda 
al tempo che viene.

O Signore, noi ci uniamo a tutti loro;
ti offriamo la gioia che tu ci dai di incominciarlo,
ti offriamo anche la fatica,
il peso che possiamo sentire nel cominciarlo.

Questo tempo che inizia nel tuo nome santo, 
vissuto sotto la potenza dello Spirito, 
sia accoglienza della tua Parola.

Te lo chiediamo per Gesù Cristo, 
tua Parola vivente che viene in me zzo a noi e viva qui,
insieme con Maria, Madre del tuo Figlio, 
che con lo Spirito Santo e con te 
vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Card. Carlo Maria Martini


(fonte: Quotidianità luogo di Dio, Paoline 2006)


 












Ballata della speranza

Tempo del primo avvento

tempo del secondo avvento

sempre tempo d’avvento….

… E’ così! Vieni Signore Gesù,

vieni nella nostra notte,

questa altissima notte

la lunga invincibile notte,

e questo silenzio del mondo

dove solo questa parola sia udita;

e neppure un fratello

conosce il volto del fratello

tanta fitta è la tenebra;

ma solo questa voce

quest’unica voce

questa sola voce si oda:

VIENI VIENI VIENI, Signore!

Allora tutto si riaccenderà

alla sua luce…….

….. allora canteremo

allora ameremo

allora allora…

David Maria Turoldo
























L’Anno liturgico inizia con il Tempo di Avvento: tempo stupendo in cui si risveglia nei cuori l’attesa del ritorno di Cristo e la memoria della sua prima venuta, quando si spogliò della sua gloria divina per assumere la nostra carne mortale.
(Benedetto XVI Angelus 27-11-2011)










DELLA VERGINE DEL SEGNO E DELLA NATIVITÀ DEL SIGNORE


a cura di Fr. Egidio Palumbo
 della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto

















 Omelia don Tonino Bello per l'inizio dell'Avvento (video)






RIFLESSIONI








Semplicità del Natale
Card. Carlo Maria Martini

Il presepio è qualcosa di molto semplice, che tutti i bambini ca­piscono. E’ composto magari di molte figurine disparate, di di­versa grandezza e misura: ma l'essenziale è che tutti in qualche modo tendono e guardano allo stesso punto, alla capanna dove Ma­ria e Giuseppe, con il bue e l'asino, attendono la nascita di Gesù o lo adorano nei primi momenti dopo la sua nascita.
Come il presepio, tutto il mistero del Natale, della nascita di Ge­sù a Betlemme, è estremamente semplice, e per questo è accompa­gnato dalla povertà e dalla gioia.
Non è facile spiegare razionalmen­te come le tre cose stiano insieme. Ma cerchiamo di provarci.
Il mistero del Natale è certamente un mistero di povertà e di im­poverimento: Cristo, da ricco che era, si fece povero per noi, per farsi simile a noi, per amore nostro e soprattutto per amore dei più poveri.
Tutto qui è povero, semplice e umile, e per questo non è difficile da comprendere per chi ha l'occhio della fede: la fede del bambino, a cui appartiene il Regno dei cieli. Come ha detto Gesù: «Se il tuo occhio è semplice anche il tuo corpo è tutto nella luce» (Mt6, 22).
La semplicità della fede illumina tutta la vita e ci fa accetta­re con docilità le grandi cose di Dio. La fede nasce dall'a­more, è la nuova capacità di sguardo che viene dal sentirsi molto amati da Dio...
 




Entrare nell'Avvento
P. Enzo Bianchi
Fondatore e Priore Comunita di Bose

Entriamo nel tempo dell’avvento, il tempo della memoria, dell’invocazione e dell’attesa della venuta del Signore. Nella nostra professione di fede noi confessiamo: “Si è incarnato, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò secondo le Scritture, verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”.
La venuta del Signore fa parte integrante del mistero cristiano perché il giorno del Signore è stato annunciato da tutti i profeti e Gesù più volte ha parlato della sua venuta nella gloria quale Figlio dell’Uomo, per porre fine a questo mondo e inaugurare un cielo nuovo e una terra nuova. Tutta la creazione geme e soffre come nelle doglie del parto aspettando la sua trasfigurazione e la manifestazione dei figli di Dio (cf. Rm 8,19ss.): la venuta del Signore sarà l’esaudimento di questa supplica, di questa invocazione che a sua volta risponde alla promessa del Signore (“Io vengo presto!”: Ap 22,20) e che si unisce alla voce di quanti nella storia hanno subito ingiustizia e violenza, misconoscimento e oppressione, e sono vissuti da poveri, afflitti, pacifici, inermi, affamati. Nella consapevolezza del compimento dei tempi ormai avvenuto in Cristo, la chiesa si fa voce di questa attesa e, nel tempo di Avvento, ripete con più forza e assiduità l’antica invocazione dei cristiani: Marana thà! Vieni Signore! San Basilio ha potuto rispondere così alla domanda “Chi è il cristiano?”: “Il cristiano è colui che resta vigilante ogni giorno e ogni ora sapendo che il Signore viene”...





Attendere nella precarietà
P. Franco Mosconi
Monaco camaldolese

Per risvegliarci e stimolarci a vicenda, per perseverare nella speranza sino alla fine, la Chiesa ci fa il dono dell’Avvento: quattro settimane (6 nel rito ambrosiano) di attesa, di vigilanza, di preghiera per il ritorno del Signore. Colui che noi celebriamo come il Venuto nella carne (a Natale) è colui che attendiamo come il Veniente nella gloria: è lui che ci ha promesso che tornerà; è il Veniente e come tale noi dobbiamo attenderlo e invocarlo. Senza l’attesa del Signore c’è il rischio di identificare il Regno di Dio con lo sforzo degli uomini che progettano un mondo nuovo o con una prassi di liberazione...





Avvento tempo di attesa. Troppo per l’uomo di oggi?
Alessandro di Fermenti Cattolici Vivi

È inutile negarlo, viviamo nell’epoca del tutto-e-subito. Compriamo cibi pronti in un minuto; non mettiamo più neanche l’acqua a bollire sul gas visto che nel microonde bolle in 30 secondi; raggiungiamo chiunque nel mondo con un velocissimo click. Sappiamo ciò che accade senza aspettare il TG delle venti grazie ai social networks che informano in tempo reale.
Accediamo a tutto subito e per questo,abbiamo perso la capacità preziosa, che rende l’uomo forte, a mio avviso, la capacità di attendere. Vivo anch’io in questa società del cotto-e-mangiato e come tutti, questa tendenza colpisce anche me portandomi a dover imparare di nuovo l’arte dell’attesa.
Eppure ricordo con tenerezza e un pizzico di nostalgia i nove, lenti mesi in cui mia moglie ed io gustavamo la crescita di nostra figlia contemplando il bel pancione che lentamente lievitava.
Non è forse questo che ci propone laChiesa invitandoci a vivere l’Avvento?





La gioia del Natale
Nella Barbera

I giorni dell'Avvento ci introducono al mistero dell'incarnazione del nostro Salvatore. Nelle nostre vite, agitate da continue occupazioni e preoccupazioni quotidiane, irrompe un evento eccezionale che ferma lo scorrere del tempo.
Gesù, il figlio di Dio facendosi uomo entra nella storia degli uomini e nella vita di ciascuno di noi, innalzandola a nuova dignità e affrancandola dal peccato.
Il Natale, come tutto ciò che proviene da Dio, va contro ogni regola e sconvolge ogni convenzione. La nascita di Cristo non appare, all'inizio, come un momento di gioia, ma di dolore perché il Figlio di Dio nasce povero tra i poveri, in una misera mangiatoia ed al freddo, con la prospettiva di un destino segnato non dalla gloria e dalla felicità, ma dalla morte in croce.




Un Natale 'armato'
Alex Zanotelli
missionario comboniano

Il 10 dicembre eravamo a Roma davanti al Parlamento per protestare contro la Riforma delle Forze Armate voluta dal Ministro della Difesa, l’ammiraglio Di Paola. I rappresentanti dei movimenti per la pace erano stretti attorno a una gigantesca bandiera della pace che occupava la larghezza dell’anti-piazza davanti al Parlamento. Eravamo lì per chiedere ai Parlamentari di non votare la Riforma delle Forze Armate. Tutto inutile! Quel pomeriggio il Parlamento ha definitivamente approvato il disegno di legge delega. La Destra ha votato compatta a favore, nonostante avesse appena sfiduciato il governo. Il PD, nonostante alcune voci contrarie, ha pure votato a favore. Unico partito contrario: IDV. Un amaro regalo di Natale questo che il governo Monti ci lascia prima di dimettersi. Un regalo alla casta dei militari, alla lobby dei mercanti di morte. La riforma infatti ci costerà nei prossimi dieci anni, l’astronomica cifra di 230 miliardi di euro!...




Natale: Dio ha sei miliardi di volti
Don Mimmo Battaglia
presidente dela Federazione Italiana Comunità Terapeutiche

Quest’anno il mio Presepe è ancora vuoto. C’è il paesaggio, il fiume, il cielo e la grotta con la natività, e nient’altro. Non è esattamente vuoto, più che altro è spopolato. Non ci sono i pastori, gli zampognari, le pecorelle, gli angeli. Solo un paesaggio e un bambino con la sua famiglia. Un vuoto da riempire: troppo silenzio, troppa solitudine. E non ho più i pastori, li avrò smarriti ? chissà … ; e, allora, quest’anno decido io chi mettere nel mio presepe, davanti a quella grotta, in cammino verso quel neonato. Mi piacerebbe che tutti i miei personaggi, in un modo o nell’altro, somigliassero a quel bambino, che avessero il suo volto; ma non è facile scegliere: Dio ha sei miliardi di volti. E quel bambino mi fissa l’appuntamento dinanzi a quei volti. L’itinerario per arrivare a lui passa attraverso tutte le strade del mondo e soltanto “perdendo tempo” con quei volti ho la certezza di giungere puntuale dinanzi a lui. È sempre così...




Un imbarazzante augurio di Natale
Don Giambattista
Centro Missionario Diocesano Diocesi di Bergamo

Il fascino è irresistibile, tanto da commuovere anche i più arcigni. Un po’ più buoni ci si sforza di esserlo tutti, anche se sembrano cose d’altri tempi. Non mancano poesia ed atmosfera, auguri e sorrisi, anche solo di circostanza quando si moltiplicano cene augurali. E tutto questo corre il rischio di essere Natale!
Azzarderei dire: un’interpretazione riduttiva del Natale.
Qualcuno pensa che non valga la pena andare tanto per il sottile, ma personalmente l’augurio di Natale, quello ricevuto per strada o quello maturato in un contesto più ufficiale, mi suona talvolta imbarazzante.
“Buon Natale”: che cosa vuol dire? Forse preferirei sentirmi dire: “Buone feste”, è meno scomodo e, sicuramente, meno coinvolgente.
Scagliarsi contro i consumi e prendersela con luci e sprechi, mi sembra inutile, mentre mi incuriosisce ed interroga quel “filo rosso” che ci consegna ogni anno il Natale…nonostante tutto!
...



Ricchi e poveri... Il Natale è di tutti
Mons. Bruno Forte arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto

Natale vuol dire che Dio non è stanco degli uomini, che vuole ancora impegnarsi per loro e che ognuno, anche il più piccolo fra gli esseri umani, ha per Lui un valore infinito. A Natale impariamo a essere e a volerci veramente umani, e proprio così impariamo a riconoscere in ogni persona l’immagine di Dio, la creatura che merita l’assoluto rispetto, a prescindere dalle sue qualità o capacità, dalla sua storia o dalla sua cultura. Chiunque sia l’essere umano che abbiamo davanti, giovane o vecchio, adulto o bambino, povero o ricco, sano o ammalato, immigrato o nativo della nostra terra, qualunque sia il suo grado di cultura e la sua provenienza, il colore della sua pelle o la lingua che parla, l’impegno di giustizia e l’amore che gli è dovuto non ammettono scuse: Natale ci chiede di servire tutto l’uomo in ogni uomo, la dignità di ciascuno nella ricerca della giustizia per tutti ...



Amare e compiacersi
Rocco D'Ambrosio

Si è scritto tanto sui fenomeni religiosi di manifestazione del divino. Il Battesimo di Gesù mi ha sempre colpito per un doppio livello di stile e messaggio. Siamo in un contesto pubblico: un uomo giusto e profetico, il Battista, svolge la sua predicazione per preparare la strada al Cristo, che si presenta a lui e a tutti, chiedendo il battesimo, come se fosse al livello di tutti. Il piano pubblico si completa con una manifestazione divina straordinaria: il cielo si apre, discende la colomba dello Spirito, si ode una voce. E’ una manifestazione essenziale, precisa, straordinaria. Il popolo si aspetta qualcosa dal Battista, addirittura si domanda se non sia proprio lui il Cristo. Dio sorprende e indica il suo Figlio. Ma lo fa confessando qualcosa di così intimo e tenero: Gesù di Nazareth è suo Figlio, è l’amato, è colui nel quale si compiace. Amare e compiacersi è proprio di ogni esperienza affettiva.



AUGURI da...




Santo Natale e felice anno 2013

mons. Franco Montenegro arcivescovo della diocesi di Agrigento

Torna il Natale! Si ripete il rito degli auguri. Può sembrare semplice oltre che gradevole scambiare gli auguri natalizi. Ma non è così.
Il significato del Natale è talmente straordinario e coinvolgente che non è facile ridurlo in formule di rito. Natale è la festa dello stupore, dell’incontro, della scoperta, dell’amore, del silenzio e della contemplazione. È la festa del cielo e anche della terra. È la festa di Dio e anche dell’uomo...
... Auguri. A tutti un cuore nuovo e uno sguardo nuovo!
Buon Natale !!!!



Vero Natale a tutti!

mons. Franco Montenegro arcivescovo della diocesi di Agrigento








Appare la stella, s'apre il cammino
mons. Calogero La Piana arcivescovo della diocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela








«Più le tenebre sono fitte più il giorno si avvicina»
mons. Cesare Nosiglia arcivescovo della diocesi di Torino

... Tenebre e luce, timore e gioia si intrecciano nel Natale perché sono le esperienze di cui vive il nostro cuore di fronte al crescendo di difficoltà e fatiche che si abbattono su molte famiglie e persone in condizioni precarie e senza speranza certa di un futuro di ripresa, per una vita serena e giusta. Eppure, la Festa del Natale, con la sua carica di fede e di amore che porta con sé, è lì a dirci di guardare avanti senza paura perché non siamo soli. Dio si ricorda di noi ogni giorno, ma come una madre, un padre, un amico si fanno più vicini e condividono le sofferenze e difficoltà di coloro che amano, così Dio, che conosce le pene anche più profonde del cuore di ogni uomo, ci assicura la sua Provvidenza di Padre e amico. Cristo è il dono più grande che Egli continua a fare all’umanità intera e ad ogni persona, perché in Lui abbiamo la certezza che l’amore di Dio può vincere ogni avversità, se la nostra fede lo accoglie con la stessa gioia di Maria sua madre, di Giuseppe e dei pastori. Egli è venuto a salvarci dal peccato, da ogni tristezza e miseria morale, fisica e sociale che ci abbatte, e accompagna le nostre giornate tenebrose mostrandoci le vie che conducono verso la luce, verso la fine del tunnel di buio in cui stiamo avanzando a tentoni...





COMMENTI AL VANGELO


I domenica di AVVENTO anno C
2-12-2012
Ger 33,14-16          Salmo 24          1Ts 3,12-4,2          Lc 21,25-28.34-36





Fr. Egidio Palumbo
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
Maranà tha, Vieni Signore Gesù! (Lectio)

Entriamo nel tempo di Avvento, tempo di invocazione e di attesa del Signore che viene. Come si era concluso, così si apre l’Anno Liturgico. Infatti riascoltiamo oggi le stesse pagine evangeliche del discorso escatologico-apocalittico, discorso profetico che ci proietta verso il futuro, verso il fine della nostra esistenza – cioè la risurrezione – (discorso escatologico) e ci rivela la fine che Dio realizza (discorso apocalittico; “apocalisse” vuol dire “rivelazione”) delle situazioni inique e catastrofiche che viviamo in questo mondo, realizzate da noi o con il nostro assenso.

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P. Alberto Neglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (audio)

Abbiamo ascoltato la Parola del Signore in questa prima domenica di Avvento che è un periodo liturgico che ci pone in attesa; in attesa immediata del Natale in cui facciamo memoria della nascita di Gesù, però soprattutto il periodo liturgico dell'Avvento ci ricorda che tutta la nostra vita è attesa, non solo di una festività, ma attesa di qualcuno che viene ed è il Signore Gesù che viene non solo a Natale, ma viene ogni giorno e verrà al compimento di questa nostra storia...

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

La prospettiva escatologica al cuore delle tre letture bibliche illumina di luce particolare nel testo di Geremia lafede, cioè la fiducia nel compimento delle promesse di Dio; nella seconda lettura la carità, in cui tutti i credenti sono chiamati a crescere; e nel vangelo la speranza, la speranza della venuta del Signore che i cristiani nutrono anche di fronte a eventi catastrofici e di contraddizione. Emerge così la dimensione escatologica delle virtù teologali. Il brano dell’Antico Testamento e quello del vangelo chiedono entrambi di discernere l’avvicinarsi della salvezza in mezzo a tribolazioni e a situazioni che smentiscono il compiersi della promessa di Dio.

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Don Antonio Savone
Oltre il presente

A
 chi 
era
 convinto
 di
 poter
 dormire
 sonni
 tranquilli
 perché
 si
 riconosceva 
in
 una
 pratica
 religiosa 
formale,
 qual
 era 
diventata 
quella 
del
 tempio 
di
 Gerusalemme,
 Gesù 
aveva
 chiesto 
di
 non 
illudersi: 
il 
credere
 di 
aver 
catturato 
Dio 
tra 
le 
mura 
di 
un 
tempio,
 non 
è 
affatto
 garanzia per 
poter
 essere 
esenti 
dal 
momento 
del 
dramma 
e 
della 
prova. 
Nulla
 di
 ciò
 che 
possiamo 
aver
 costruito,
 ha
 in
 sé
 il
 carattere
 di
 eternità:
 neppure
 il
 tempio! Per
 questo
 Gesù
 sollecita
 i
 discepoli 
di
 ogni
 tempo
 a 
imparare 
a
 guardare 
oltre
 il
 momento
 presente, 
acconsentendo 
ad
entrare
 in 
un 
processo 
di 
destabilizzazione. 
Qualcosa 
di 
nuovo 
sta 
per 
nascere 
ma 
questo 
non è
 mai
 indolore,
 proprio
 come
 accade
 in
 ogni
 travaglio
 che
 si
 rispetti....

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Don Giovanni Berti
  Vegliare per non morire di paura

Mi ha sempre colpito l’affermazione di Gesù che troviamo in questo passo del Vangelo: “gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra”.
Una paura mortale! E’ la paura che prende ogni persona quando vede frantumarsi ciò in cui confidava e che sembrava sicuro e inattaccabile.
Se ci pensiamo bene succede anche a noi quando ci vediamo in pericolo di perdere quello in cui confidavamo: un lavoro, una relazione, il posto dove abitiamo, la considerazione degli altri…...

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Torna di nuovo l’Avvento. Che scoperta! Invece è necessario ricordarcelo, perché è sempre in agguato il rischio che ciò che ritorna sempre finisca per non essere un appuntamento – e tanto meno un evento –, ma semplicemente una routine che ci lascia completamente indifferenti, tanto più che, oggi, il tempo liturgico non è annunciato da segni visibili che ce ne ricordino l’importanza. Per noi torna il Natale. Anche i più distratti, infatti, non possono rimanere indifferenti al tam tam che la pubblicità, le luminarie, l’assillo dei regali, le proposte di vacanze a basso costo nei paesi esotici, i raduni dei parenti, le scorte di vivande da programmare per le inevitabili mangiate che lo annunciano. Al Natale – vero! – si arriva con l’Avvento.

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Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
8-12-2012
Gn 3,9-15.20
          Salmo 97          Ef 1,3-6.11-12          Lc 1,26-38




P. Alberto Neglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (audio)

Celebriamo la festa solenne dell'Immacolata Concezione di Maria, una festa cara a tutti i cristiani, i brani biblici che abbiamo ascoltato ci aiutano a comprendere bene che cos'è questa festa...
Maria, che è creatura umana come noi è stata graziata da Dio... questo vuol dire Immacolata, Dio le ha fatto grazia, Dio l'ha abbracciata, Dio l'ha amata e l'ha liberata fin dal momento del suo concepimento da questa radice di peccato, da questo desiderio di sentirsi superiore agli altri...

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P. Alberto Maggi
O.S.M. Biblista
Maria, la fantasia di Dio

Il sigillo dell'ottimismo di Dio
L'inizio e la fine della vita terrena di Maria, pur non avendo nessun riscontro nei Vangeli, corrispondono al compimento del progetto che Dio ha sull'umanità.
Creati a immagine e somiglianza di Dio (Gen 2,26), e chiamati a diventare suoi figli (Gv 1,12), gli uomini realizzano questa somiglianza nella vita terrena mediante la pratica di un amore che somigli a quello del Padre (Lc 6,35), e proseguono presso il Signore la loro esistenza oltrepassando la soglia della morte (Gv 11,25-26).
La Chiesa, presentando Maria come modello perfetto di questo itinerario di figliolanza e di somiglianza, ne celebra l'ingresso nell'esistenza terrena con l'Immacolata e quello nella sfera di Dio con l'Assunta. Queste verità, che pur non avendo alcun riferimento nel Nuovo Testamento appartengono al patrimonio di fede del popolo cristiano, sono nate dall'intuito della gente più che dalla speculazione teologica...

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Don Antonio Savone
Il sogno riconsegnato

Il
 cammino
 dell’Avvento
 conosce
 quest’oggi
 una
 sosta: sosta
 sulla
 soglia
 di
 casa
 di
 santa
 Maria.
 Invitati
 a 
stare 
sulla 
soglia 
per 
scorgere 
ciò 
che 
tra 
le
 pareti
 di 
quella 
casa
 di 
Nazaret
 si
 è
 dischiuso
 a
 vantaggio
 dell’umanità
 intera.
 Da
 questa
 soglia
 contemplare
 non
 solo
 quanto
  accade 
in
 Maria 
ma
 quello 
che 
esso 
rappresenta 
per 
ciascuno 
di
 noi. 
La 
storia 
di 
Dio, 
infatti, 
non
 finisce
 a
  Nazaret:
 quell’avvenimento
 è
 solo
 il
 “canone”
 di
 una
 storia
 che
 continua
 nelle
 nostre
 storie.
 Quell’avvenimento
 è
 il
 luogo
 in
 cui
 troviamo
 le
 coordinate
 fondamentali
 per
 comprendere
 come
 Dio
 continua
 a
 operare
 anche
 nella
 nostra
 vita,
 quand’anche
 essa
 sia
 intrisa 
di
 esperienze
 contraddittorie.
..

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Don. Giovanni Berti
  Per dire "sì" non bastano 5 minuti

Quanto è durato questo incontro tra l’angelo e Maria? L’evangelista Luca ce lo racconta in modo breve ed essenziale, come dev’essere un racconto scritto o anche cinematografico, dove i dialoghi e gli incontri hanno durate brevi per ovvie esigenze legate al mezzo utilizzato.
Ma in realtà, mi domando, quanto tempo sarà passato tra le parole di Gabriele e il “si” di Maria pronunciato alla fine? Quello che l’angelo chiede a Maria non è per nulla facile e di immediata accoglienza. Pensare che Maria non abbia faticato a dare il suo assenso, la trasformerebbe in un essere davvero irreale e disumano....

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II domenica di AVVENTO anno C
9-12-2012
  Bar 5,1-9
          Salmo 125          Fil 1,4-6.8-11         Lc 3,4-6





Fr. Egidio Palumbo
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
Per ricominciare un nuovo cammino (Lectio)

Dopo aver meditato sulla venuta del Figlio dell’Uomo che porta a compimento il fine salvifico della nostra esistenza e la fine delle nostre iniquità, il vangelo di questa seconda domenica di Avvento (Lc 3,1-6) ci propone di meditare su una figura singolare e tipica: Giovanni Battista, di origine sacerdotale (Lc 1,8-16). figura profetica esemplare che, vivendo con lo spirito e la potenza di Elia profeta (Lc 1,17), annuncia la venuta del Signore e insegna quali scelte di vita è necessario fare per prepararsi ad accoglierLo.


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P. Aurelio Antista
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (audio)

La Parola di Dio in questa seconda domenica di Avvento ci presenta la figura di un uomo, di un profeta che caratterizza con la sua presenza, la sua predicazione questo tempo di Avvento: questo profeta è Giovanni il Battista. Un uomo che si è lasciato abitare, afferrare dalla Parola di Dio; su di lui la Parola si è fatta presenza viva e col suo stile di vita e con il suo insegnamento propone a tutti noi gli atteggiamenti, le scelte propizie necessarie per accogliere degnamente il Signore che viene...

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

La parola del profeta (I lettura), la predicazione di Giovanni Battista (vangelo), l’insegnamento dell’Apostolo (II lettura) sono le necessarie mediazioni della Parola di Dio. E il profeta, Giovanni Battista e Paolo sono i mediatori che svegliano il popolo alla coscienza della salvezza che Dio sta operando nella storia e lo dispongono ad accoglierla. Per “vedere la salvezza di Dio” (cf. Lc 3,6) occorre che siano spianate le alture e colmate le valli che separano la terra della deportazione dalla terra d’Israele (Baruc), occorre che siano abbassate le montagne dell’orgoglio e colmate le valli della disperazione in un vero movimento di conversione (Luca), occorre mettere in atto il discernimento che conduce a una equilibrata visione di sé di fronte al Signore che viene (Filippesi).

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Don Antonio Savone
Lavori in corso

A
 contatto
 con
 il 
Dio
 che 
raggira
 la
 via 
dell’ufficialità. 
È 
qui 
che 
ci 
porta 
la
 liturgia
 della
 II
 Domenica
 di 
Avvento, 
mentre
 ci
 chiede 
di
  farci 
pellegrini
 verso 
il
 deserto.

Chi 
l’avrebbe 
mai
 detto
 che
 Dio
 potesse
 rivelarsi
 a
 un
 uomo
 che
 per
 scelta
 decide
 di
 collocarsi
 nel
 luogo
 dell’anti‐apparenza
 e
 dell’irrilevanza
 qual
 è
 un
 deserto?
 Il
 luogo
 che
 per
 eccellenza
 è
 il
 simbolo
 del
 silenzio 
diventa 
il
 luogo
 da
 cui
 parte 
un
 messaggio 
di 
rinnovamento.
..

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“Nell’anno duemiladodici, mentre Obama era presidente degli Stati Uniti D’America, Xi Jinping era segretario del partito comunista cinese, Angela Merkel cancelliera della Germania, Mario Monti primo ministro dell’Italia…, la Parola di Dio venne su (e qui il nome mio e di ognuno di voi che mi legge)”… Se iniziassi così il mio commento alla seconda domenica di Avvento farei arricciare il naso a non poche persone, come se si trovassero di fronte a una provocazione di cattivo gusto, irriverente o addirittura blasfema.
Eppure è così che l’evangelista Luca ci presenta Giovanni Battista...

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III domenica di AVVENTO anno C
16-12-2012
  Sof 3,14-17
         Salmo Is 12          Fil 4,4-7         Lc 3,10-18




Fr. Egidio Palumbo
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
La gioia di umanizzare questo mondo (Lectio)

Nella tradizione liturgica della chiesa questa Domenica di Avvento è chiamata “Domenica Gaudete”. È l’invito a gioire perché il Signore è vicino (seconda lettura: Fil 4,4-7), è in mezzo a noi ed esulta e danza per noi (prima lettura: Sof 3,14-18), egli è annunciato come buona/bella e gioiosa notizia dal profeta e precursore Giovanni Battista (vangelo: Lc 3,10-18). La gioia del cristiano non è un sentimento del momento, ma scaturisce dalla consapevolezza di aver scoperto Colui che dà senso pieno alla nostra vita, al nostro agire, alle nostre relazioni, al nostro abitare questo mondo.
 Nella pagina del vangelo di questa domenica (Lc 3,10-18) l’invito a gioire è motivato da un impegno normale e umanissimo ma rivoluzionario, che ci sorprende...

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P. Gregorio Battaglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (audio)

... Si può comandare la gioia? Per il Signore sì, ce la sta comandando... ma si può gioire quando tutto va male? per il Signore sì, e il motivo è legato ad una cosa per Lui semplice: perché LUi è in mezzo a noi, il motivo della gioia è perchècomunque Lui è con noi, è addirittura coinvolto nella nostra vicenda. C'è una crisi, le cose non vanno bene, la nostra città mostra pezzi di disumanità nella nostra realtà, eppure è dentro questa realtà che ci viene detto gioisci, il Signore è con te... Nel Vangelo è Giovanni il Battista che dice: ma non vi rendete conto che il Sigore sta venendo? anzi è venuto, è in mezzo a noi e dobbiamo imparare ad accoglierlo questo Signore.
Come si accoglie il Signore? come ci si rende conto che Lui è in mezzo a noi?...


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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

Il tema della gioia traversa le letture bibliche di questa terza domenica di Avvento: gioia a cui è invitata Gerusalemme per la presenza salvifica di Dio in mezzo a essa (Sofonia); gioia a cui sono esortati i cristiani di Filippi di fronte all’annuncio che “il Signore è vicino” (II lettura); gioia insita nel Vangelo, nella buona notizia che Giovanni annunzia: “(Giovanni) annunciava al popolo la buona novella (euenghelízeto tòn laón)” (Luca).
La gioia cristiana non è un fatto solo interiore e non si identifica con un umorale sentire, ma è connessa alla relazione con il Signore e ha un prezzo: la conversione...

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Don Antonio Savone
Fedeltà alla propria storia

... E 
noi 
che 
cosa 
dobbiamo 
fare? A 
chi 
si 
attenderebbe 
un 
elenco 
di 
cose 
impossibili, 
il 
Battista 
propone 
qualcosa 
che 
non 
ha nulla 
di 
eroico. Fa’
 fiorire 
la
 tua
 umanità.
Abbi
 cura
 che
 ad
 ogni
 uomo
 sia
 riconosciuta
la
 sua
 dignità;
 sii
 custode
 di
 chi
 è
 affidato
 alla
 tua
 responsabilità;
 non
 voler
 sempre
 avere
 l’ultima
 parola
 su
 tutto;
 non
 abusare
 del
 potere
 a
 te
 conferito;
 non
 approfittare
 dei
 limiti
 e
 delle
 debolezze
 altrui;
 abbandona
 uno
 stile
 di
 vita
 declinato
 secondo
 le
 categorie
 dell’accentramento
 e
 del
 profitto.
 Questo 
è
 ciò
 che 
già
 introduce 
nella
 logica 
del 
regno
 di
 Dio..
.

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Don Tonino Lasconi
  La vera sorgente della gioia

La terza domenica di Avvento è un invito forte alla gioia. Sofonia, nella prima lettura, ci esorta a gioire, a riprendere serenità e coraggio, e – bellissimo e attualissimo! - a “non farci cadere le braccia”. Isaia, con il suo brano utilizzato come salmo responsoriale, ci invita ad avere fiducia, perché “nostro canto e nostra forza è il Signore”; ad “attingere con gioia alle sorgenti della salvezza”. Paolo continua e rafforza questo invito con il suo: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. Non angustiatevi per nulla”. Noi accogliamo volentieri questo invito alla gioia. Anzi, non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, perché quando il Natale si avvicina, nonostante la crisi, nonostante la scarsità di soldi, nonostante le preoccupazioni per la mancanza del lavoro, è impossibile sottrarsi al fascino di questa festa che – per certi aspetti misteriosamente – cattura anche i più indifferenti alla vita della Chiesa, e persino i più austeri negatori di ogni realtà trascendente. Lasciamoci, perciò prendere anche noi da questa atmosfera gioiosa, senza rovinarcela e rovinarla con eccessi di rigorismo, di fastidio, di prediche contro coloro che non vanno oltre gli aspetti esteriori e consumistici. Noi, però, come credenti, non possiamo fermarci alla seconda lettura, al “Siate sempre lieti”, perché c’è anche la terza lettura: il Vangelo. E questo brano, con la figura austera di Giovanni al centro, la musica cambia. Altroché gioia! Qui si parla di penitenza. E la penitenza – possiamo girarla come ci pare – con la gioia ha poco da spartire....

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Don. Giovanni Berti
  Che cosa dobbiamo fare? una domanda per tutti

Questo brano del Vangelo è solo una parte di tutta quella parte che l’evangelista Luca dedica alla predicazione di Giovanni il Battista.
E’ bene tener in mente questa cosa, altrimenti ci si ferma solamente a un aspetto, e non si coglie l’unità del messaggio.
“Cosa dobbiamo fare?” è la domanda che per tre volte risuona da tre categorie di persone, e che riceve da Giovanni tre diverse risposte. Ma da dove nasce questa domanda? Perché le folle prima e poi i pubblicani e soldati si sentono di chiedere a Giovanni una indicazione così concreta di vita? ....

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IV domenica di AVVENTO anno C
23-12-2012
  Mi 5,1-4
          Salmo 79          Eb 10,5-10         Lc 1,39-45

Fr. Egidio Palumbo
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
Caro cardo salutis (Lectio)

Ci avviciniamo al Natale, e già ne sentiamo l’eco nelle pagine bibliche di questa domenica: la nascita del Messia dal grembo di una donna. 
Due madri in gravidanza si incontrano: Maria ed Elisabetta (Lc 1,39-45). Due madri che vivono in simbiosi con il bambino che portano nel grembo. Nel loro incontro, infatti, e nel loro abbraccio si rivela la visita e la presenza del Messia Gesù che, dal grembo di Maria, comunica la Pace ad Elisabetta e a tutta la sua casa, e dal grembo di Elisabetta subito la risposta esultante e danzante del profeta Giovanni Battista al quale si associa la benedizione di Elisabetta per la Madre del Signore e per il Figlio nel grembo e il riconoscimento della beatitudine di Maria a motivo del suo affidarsi all’adempimento della Parola di Dio...

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P. Alberto Neglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (audio)

Ormai siamo molto vicini al Natale di Gesù... la liturgia di questa IV domenica di Avvento ci aiuta a comprendere il senso del Natale, che cosa significa fare Natale per noi, non è solo ricordare che è nato Gesù nella grotta di Betlemme tanti anni fa... fare Natale, ci dice la liturgia attraverso i testi che abbiamo ascoltato, è consentire ancora al Verbo di Dio, alla bontà di Dio di farsi carne nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo ospitare, accogliere nella nostra vita ancora una volta lo Spirito di Dio che bussa e che ci chiede di essere ospitato, accolto in modo che in ognuno di noi possa nascere e crescere il Figlio di Dio. Questa è la nostra vocazione di essere figli di Dio......

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

La storia della rivelazione è anche storia del luogo di dimora che Dio cerca tra gli uomini. In questa ricerca Dio sceglie ciò che è piccolo, ciò che è povero, ciò che non si impone: la piccola borgata di Betlemme è il luogo designato per la manifestazione del Messia (Michea); il grembo della vergine di Nazaret, Maria, diviene luogo di dimora del Signore (Luca); il corpo umano è il luogo definitivo di abitazione di Dio tra gli uomini (Ebrei).
I riferimenti al corpo della partoriente (Michea), ai corpi delle due donne incinte che si incontrano (Luca), al corpo che Dio prepara per il Cristo (Ebrei) offrono la possibilità di una riflessione, pienamente in contesto con l’incarnazione, sul corpo come luogo spirituale, come sacramento della presenza di Dio tra gli uomini.
Il mistero dell’incarnazione non è riducibile all’evento puntuale della nascita. Come ogni uomo, Gesù è portato nel seno di una donna, abita per nove mesi nel grembo di Maria e tale grembo è sua casa, suo cibo, sua vita.

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Don Antonio Savone
L'arte dello stupore

A
 pochi
 giorni
 dal
 Natale,
 la
 liturgia
 ci
 aiuta a
 mettere
 a
 fuoco
 con
 quale
 atteggiamento
 siamo
 invitati
 a
 celebrare
 il
 mistero
 dell’Incarnazione.
 L’incontro
 tra
 Maria
 ed
 Elisabetta
 in

quella
 casa
 di 
Ayn
 Karim, 
è 
un’icona 
di 
come 
vivere
 questo
 Natale
 ormai 
alle
 porte.
 Due
 donne,
 segno
 per
 eccellenza
 dell’impossibilità
 umana
 (una,
 vergine,
 l’altra,
 sterile),

insegnano 
l’arte
 dello 
stupore: 
non 
smettere
 di
 stupirti
 della
 vita
 perché 
essa 
è
 sempre 
oltre
 ciò
 che
 riusciamo 
a
 immaginarci,
 spunta
 sempre 
in
 modo
 straordinario,
 perché 
la
 sua
 sorgente
 non 
è 
in
 noi
ma
 nel 
Signore. 
Non
 tutto 
è
 racchiuso
 soltanto 
in
 un
 ordine
 biologico
 del
 tipo:
 posta
 una
 causa
 si
 avrà
 senz’altro
 un
 certo 
effetto.
 Dio
 può
 fa
r sorgere
 figli
 di
 Abramo 
anche
 dalle
 pietre.
 Per
 questo
 non
 possiamo
 mai
 abdicare
 al
 delicato
 compito
 del
 tenere
 viva
 la
 speranza:
 c’è 
un
 Dio
 sempre 
all’opera,
 ancora
 all’opera, 
e 
che 
in 
maniera 
paziente 
e
 misteriosa
 tesse
 e
 ritesse 
la 
nostra 
storia 
mentre 
continua
 a 
renderla
 grembo 
fecondo.
..


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Don Tonino Lasconi
  Ciò che Dio vuole da noi

In questa domenica che ci porta al Natale, la Lettera agli Ebrei, un testo per nulla facile e perciò spesso trascurato nei commenti domenicali, ci apre uno spiraglio straordinario su un dialogo misterioso e affascinante. Interpretando autorevolmente il salmo 40, l’autore sacro riporta il dialogo tra il Padre e il Figlio nel momento in cui questi si decide di scendere nel mondo. Il Figlio: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.
In quel Figlio, venuto con il corpo tra noi per fare la volontà del Padre, possiamo comprendere senza nessuna incertezza cosa vuole Dio da tutti coloro che, nel Figlio, vogliono diventare suoi figli: “né sacrifici, né offerte”, ma la decisione libera e decisa di “fare sua volontà”.
Cosa significa fare la sua volontà?...

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Don. Giovanni Berti
  La Chiesa nella casa di Elisabetta

Due donne raggiunte in modo speciale e unico da Dio, si ritrovano insieme nella normalità della loro vita. Non sono nel Tempio, ma in casa, e fanno quello che è normale per due parenti che si ritrovano a farsi visita: il saluto, l’accoglienza in casa e il dialogo.
Da lontano un passante distratto non vedrebbe nulla di insolito che possa attirare la sua attenzione e stupirlo. Ma l’evangelista Luca ci fa avvicinare e ci fa ascoltare il dialogo tra Maria ed Elisabetta.
Si stanno reciprocamente comunicando l’esperienza di Dio. Elisabetta con le sue parole piene di entusiasmo e con un moto di slancio che l’evangelista pennella benissimo con il suo scritto, da’ a Maria un secondo annuncio di quel che le sta accadendo. Se l’esperienza dell’Annunciazione dell’angelo è stato un momento personalissimo e privato di Maria, ora qui diventa esperienza e conferma comunitaria. Elisabetta conferma quel che Gabriele ha detto alla giovane di Nazareth: lei sarà madre del Signore ed Elisabetta ha ricevuto il dono della maternità anche se tutti la dicevano sterile. Davvero nulla è impossibile a Dio! ....

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NATALE DEL SIGNORE
Messa della Notte

24/25-12-2012
Is 9,1-6          Sal 95          Tt 2,11-14          Lc 2,1-14
Messa del Giorno
25-12-2012
Is 62,11-12          Sal 96          Tt 3,4-7          Lc 2,15-20

Fr. Egidio Palumbo
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
Notte di luce (Lectio)

Per comprendere e vivere la solennità del Natale del Signore al quale ci siamo preparati con il cammino dell’Avvento, è necessario uscire prima da un luogo comune, frutto di un sentimento infantile regressivo, che fa sentire il Natale come il “giorno del compleanno di Gesù”. Sarà questo un sentire positivo – non lo si nega – che comunica emozioni forti e sentimenti di bontà e di pietà, ma è il “nostro” Natale, un Natale “a nostra misura”, un Natale “beautiful”, che però non corrisponde al Natale del Signore.
Ci viene richiesta, allora, una comprensione di fede più matura che ci aiuti a vivere il Natale del Signore come l’attesa del Signore Crocifisso Risorto che viene in mezzo a noi nel segno potente, luminoso – ovvero salvifico – della piccolezza, della povertà e della fragilità...

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P. Aurelio Antista
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia - Messa della notte (video)

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce" così iniziava il brano del profeta Isaia, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, ed è proprio vero l'evento che celebriamo in questa notte santa è un evento di luce, è luce che squarcia le nostre tenebre, vince le nostre paure, illumina di gioia il nostro cammino, dà speranza ai piccoli della Storia....
anche il nostro è un tempo buio... ma nella notte buia dei nostri giorni, risuona lo stesso annuncio gioioso oggi, nel nostro oggi, nasce un Salvatore, che è Cristo Signore ...

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P. Alberto Neglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (video)

E' il Natale del Signore Gesù e noi, guardandoci, ci facciamo gli auguri, con sincerità; anche la liturgia attraverso le letture che abbiamo ascoltato, ci fa un augurio, ci propone qualcosa, la prima lettura presa dal libro del profeta Isaia ci dà un annuncio di gioia... c'è qualcuno che ci sta portando la pace quale augurio più bello, di quello di vivere pacificati non dilaniati, in noi stessi, interiormente e poi anche con gli altri...
dobbiamo mettercela tutta per accogliere davvero questo respiro di Gesù, questa bontà di Gesù, questa presenza di Gesù in noi, e crescere come figli, e, se cresciamo come figli cresceremo anche come fratelli... noi a volte ci domandiamo perché la Storia non cambia? Ci lamentiamo e siamo a volte nauseati da come si comporta chi ha incarichi di gestire il bene comune la politica, e diciamo perché Dio non interviene, non li punisce? Ma il Signore non è il giudice che ci deve punire. Dio è il Padre che ci rende responsabili, che ci fa crescere come figli. E se cresciamo come figli, se questa passione di Gesù cresce nel nostro cuore, nel nostro animo, diventa passione per la vita e costruiremo rapporti tra di noi che non sono di isolamento, ma di fratelli, per cui ci interesseremo davvero l'uno alla vita dell'altro...
......

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

  Il mistero dell’incarnazione costituisce il centro dell’annuncio della messa del giorno di Natale. La salvezza annunciata da Isaia consiste nel fatto che Dio inizia a regnare (I lettura); essa si manifesta compiutamente nell’avvento nella carne del Verbo di Dio (vangelo), nel risuonare tra gli uomini, nel Figlio, della Parola definitiva di Dio all’umanità (II lettura). Il movimento dell’incarnazione non è solo discensionale ma, essendo originato dall’amore del Dio Padre, è anche movimento comunionale che suscita la figliolanza divina dell’uomo (“A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”: Gv 1,12). È il mistero dell’admirabile commercium, del meraviglioso scambio: Dio si è fatto uomo perché l’uomo partecipi alla vita divina; Dio ha posto la sua dimora tra gli uomini perché gli uomini imparino che Dio è la loro dimora.

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Don Antonio Savone
Quel Bambino...

È
 Giovanni
 a 
prenderci 
per 
mano
 in
 questa
 Eucaristia.
 E
 lo
 fa
 in
 un 
modo 
tanto 
diverso 
da
 come 
lo 
ha
 fatto
 stanotte 
l’evangelista
 Luca.
 Giovanni 
non
 riporta
 il
 racconto
 della
 nascita
 di
 Gesù
 e, 
tuttavia, 
attraverso 
un
 linguaggio
 tutto 
suo,
 ci 
conduce
 a
 cogliere 
il
 senso
 di 
ciò
 che 
è accaduto.
 Stanotte
 abbiamo
 sostato
 davanti
 al
 presepio
 mentre
 ci
 facevamo
 compagni
 di
 viaggio 
di 
quei
 pastori 
ai 
quali 
un 
angelo 
aveva
 recato
 la
 notizia
 di
 una
 gioia
 tutta 
per 
loro. 
I
 nostri 
occhi
 si
 sono 
posati
  sul
 segno 
dato
dall’angelo: 
un
 bambino 
avvolto 
in
 fasce,
 deposto 
in
 una
 mangiatoia.
 Ma
 chi
 è
 quel
 Bambino?
 Corriamo
 tutti
 il
 rischio,
 infatti,
 di
 fermarci
 all’atmosfera
 del 
presepio
 e 
di
 non 
cogliere 
la 
vera 
identità
 di
 quel 
segno...

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Don Tonino Lasconi
  Un Natale di gioiosa sobrietà

In questa domenica che ci porta al Natale, la Lettera agli Ebrei, un testo per nulla facile e perciò spesso trascurato nei commenti domenicali, ci apre uno spiraglio straordinario su un dialogo misterioso e affascinante. Interpretando autorevolmente il salmo 40, l’autore sacro riporta il dialogo tra il Padre e il Figlio nel momento in cui questi si decide di scendere nel mondo. Il Figlio: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.
Il Natale torna sempre, ma guai pensare che è sempre lo stesso. Sia perché nella vita niente è mai lo stesso anche se ritorna sempre, sia perché il Natale non è solo una festa, ma è il Signore che parla attraverso la festa. E la parola del Signore è sempre nuova.Questo Natale, perciò, è unico. Non lo abbiamo mai vissuto e non lo vivremo più.
Per viverlo e non farlo semplicemente passare, dobbiamo farlo entrare nella vita concreta, nella nostra storia attuale, che attraversa un momento di pesante crisi economica, con la fatica di arrivare alla fine del mese, o per lo meno con l’impossibilità di permetterci ciò che in anni precedenti era a nostra disposizione, e con la preoccupante insicurezza che si possa perdere il lavoro, oppure che non si riesca a trovarlo. Questa è la realtà. Sappiamo, comunque, che non rinunceremo alla festa (alle feste!), e facciamo bene, perché la festa è una componente essenziale della nostra vita. Siamo fatti per la festa “senza tramonto”. Non dimentichiamolo...

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Don. Giovanni Berti
  A Natale Gesù muore

... Ecco dunque il Natale cristiano. E’ Dio che muore nel mondo per farci comprendere che la nostra vita è aperta alla vita eterna. La scelta di nascere come essere umano limitato e mortale, rende Dio davvero solidale con tutti noi che facciamo spesso improvvisamente i conti con la morte e il nostro limite.
Davanti al presepe, guardando il bambin Gesù, penso a tutti coloro che sono morti fisicamente, ma che nello spirito sono nati al cielo, che nell’abbraccio di Dio aspettano anche me e tutti noi.
Davanti alla scena del Natale voglio ritrovare pace dalle mie tristezze, e invoco pace anche per le tristezze di chi sta vivendo quest’anno come me un Natale così difficile.
Non mi trovo dunque più a disagio se penso a Gesù che nasce. Forse il clima zuccheroso e a tratti un po’ superficiale con il quale ho vissuto in passato altri Natali meno problematici, lascia il posto quest’anno ad un Natale dove la fede è più profonda perché messa alla prova.
Gesù muore nascendo… e noi morendo, nasciamo in Dio.

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Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe anno C
30-12-2012
1 Sam 1,20-22.24-28          Sal 83          1Gv 3,1-2.21-24          Lc 2,41-52

La santa Famiglia di Na­zaret porta un messag­gio a tutte le nostre fa­miglie, l'annuncio che è pos­sibile una santità non solo individuale, ma una bontà, una santità collettiva, fami­liare, condivisa, un contagio di santità dentro le relazioni umane. Santità non signifi­ca essere perfetti; neanche le relazioni tra Maria Giuseppe e Gesù lo erano. C'è angoscia causata dal figlio adolescen­te, e malintesi, incomprensione esplicita: ma essi non compresero le sue parole.
Santità non significa assenza di difetti, ma pensare i pensieri di Dio e tradurli, con fatica e gioia, in gesti. Ora in cima ai pensieri di Dio c'è l'amore. In quella casa dove c'è amore, lì c'è Dio.
E non parlo di amore spirituale  ma dell'amore vivo e potente, incarnato e quoti­diano, visibile e segreto. Che sta in una carezza, in un cibo preparato con cura, in un soprannome affettuoso, nel­la parola scherzosa che scio­glie le tensioni, nella pa­zienza di ascoltare, nel desi­derio di abbracciarsi. Non ci sono due amori: l'amore di Dio e l'amore umano. C'è un unico grande progetto, un solo amore che muove Ada­mo verso Eva, me verso l'a­mico, il genitore verso il fi­glio, Dio verso l'umanità, a Betlemme...

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... Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Questo testo la chiesa lo sceglie per la festa della Santa Famiglia, ma se facciamo una lettura superficiale, letterale, questa famiglia più che Santa sembra sconclusionata. Genitori che non s’accorgono che il figlio non li segue, il figlio che decide di rimanere a Gerusalemme senza avvertire i genitori. Non solo, quando poi – vedremo tra poco – i genitori lo rimproverano, il figlio, anziché scusarsi, attacca, aggredisce quasi verbalmente i propri genitori, li rimprovera...

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A prima vista, la festività odierna presenta qualche aspetto paradossale: viene offerto, a modello delle famiglie, una famiglia in cui – secondo la dogmatica cattolica - il padre (Giuseppe) non è vero padre; la moglie (Maria) non è vera moglie e il figlio (Gesù), in quanto persona divina, pre-esiste da sempre ai genitori. Per fortuna - direi meglio: per grazia di Dio – i vangeli non chiedono di accettare queste acrobazie teologiche, o per lo meno non di accettarle letteralmente come informazioni ‘oggettive’. La pericope odierna, poi, scorre su un registro estremamente realistico: vi si respira un’aria molto terrena, non priva di particolari imbarazzanti.
Imbarazzante, infatti, risulta – agli occhi di una certa retorica familistica che vede in Gesù adolescente il prototipo del ragazzino docile come una marionetta al volere dei genitori – la sua decisione di eclissarsi senza permesso dalla comitiva per sedersi nel tempio, “in mezzo ai maestri della Legge”, ad ascoltarli e a interrogarli. Non meno spiazzante la giustificazione, che Luca mette sulle sue labbra, alle rimostranze della madre angosciata: “Non sapevate che io mi devo occupare di ciò che appartiene al Padre mio?”. Catechesi e omelie sono zeppe di esortazioni ad obbedire, a rispettare le regole, ad attenersi ai propri ruoli: ma questa “legalità”, alla luce del messaggio evangelico, è un valore ultimo? O non è piuttosto subordinato alla qualità dei comandi e dei divieti, alla sensatezza delle norme positive? Brani come quello odierno ci delineano una teologia della contestazione non meno che dell’obbedienza; del dissenso critico non meno che del consenso abitudinario...

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

Il mistero dell’incarnazione non si limita all’evento della nascita di Gesù, ma si estende alla sua crescita fisica, psicologica e spirituale (cf. Lc 2,52), al suo divenire umano nello spazio di una famiglia e di un contesto culturale e religioso preciso (il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme, la festa di Pasqua, il tempio, l’apprendimento della Torah con i maestri). Se la vocazione di Samuele viene mediata dalla sua famiglia, in specie da sua madre (cf. 1Sam 1,27-28), la vocazione particolarissima di Gesù, che lo porta a trascendere i legami famigliari, si fa strada attraverso la sottomissione ai suoi genitori. L’istituzione religiosa e quella famigliare svolgono il loro compito quando non ostacolano, ma si pongono a servizio del pieno sviluppo umano e spirituale della persona, dunque dell’espressione della sua vocazione, della sua unicità.
È importante notare come nel rapporto tra il ragazzo Gesù e “i suoi genitori” (v. 41) abbiano trovato posto incomprensioni (v. 50), rimproveri (vv. 48.49), angoscia e dolore procurati dal figlio ai genitori (v. 48). Per quanto il testo sia sfumato, possiamo cogliervi uno spiraglio che consente di intravedere ciò che deve essere stata la reale crescita umana del piccolo Gesù nel suo modesto ambiente famigliare: anche la crescita di Gesù avrà conosciuto tensioni e conflitti, disparità di vedute e di atteggiamenti...

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Don Antonio Savone
Fare spazio...

Proprio
 non 
se 
l’aspettavano, 
Maria 
e 
Giuseppe, 
che 
l’adempimento 
di 
un 
rito 
previsto 
per 
l’ingresso 
di 
quel
 loro 
figlio 
dodicenne 
nella 
maggiore 
età, ‐ 
un 
momento 
religioso, 
quindi 
– 
si
 trasformasse 
in 
una 
vera 
e 
propria 
occasione 
per 
riconsiderare 
il 
loro 
essere 
coppia 
e 
il 
loro
 essere 
padre 
e 
madre.

Non
 si 
aspettavano 
neppure 
di 
dover 
conoscere 
due 
stati 
d’animo 
tanto
 simili 
a 
quelli 
che
 prova
 ciascuno 
di 
noi 
quando 
la 
vita 
ci 
misura 
con
 eventi 
che 
non 
avevamo 
messo 
in 
conto:
  preoccupazione
 ed
 angoscia,
 sentimenti
 di
 chi
 sembra
 aver
 smarrito
 il
 senso
 di
 ciò
 che
 sta
 attraversando.
 Eppure
 erano
 a
 conoscenza
 di
 quanto
 l’angelo
 aveva
 detto
 riguardo
 a
 quel
 figlio.
 Come
 tenere
 insieme
 la
 fiducia
 propria
 di
 chi
 sa
 che
 Dio
 mantiene
 la
 parola
 data
 e
 l’angoscia
 per
 aver 
perso 
colui
 che 
è
 garanzia
 di
 quella 
stessa
 promessa?

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Maria Santissima Madre di Dio
1-1-2013
Nm 6,22-27          Sal 66          Gl 4,4-7          Lc 2,16-21


 


P. Aurelio Antista
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (video)

Abbiamo iniziato il nuovo anno e la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di formulare gli auguri... la liturgia invece ci invita a metterci in atteggiamento di ascolto perché all'inizio del nuovo anno c'è una presenza, è un augurio che viene dall'alto, che viene da Dio, anzi è molto più di un augurio, è un dono, una presenza che vuole accompagnarci, così leggevamo nella prima lettura tratta dal libro dei Numeri è il Signore che parla a Mosè e dice...

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

Gesù, “nato da donna, nato sotto la Legge” (II lettura), circonciso l’ottavo giorno e chiamato con il nome “Gesù” (vangelo), è il compimento della benedizione di Dio all’umanità (I lettura), è la benedizione fatta persona. La pienezza della benedizione si manifesta nel frutto benedetto del seno di Maria, colei che è la benedetta tra tutte le donne. La protezione, la grazia e la pace in cui consiste la benedizione (I lettura) trovano il volto e il nomedi Gesù di Nazaret. Nome che indica la volontà di salvezza di Dio: “Il Signore salva”. Lo sciogliersi dei lineamenti del volto nel sorriso pieno di benevolenza (questo il senso dell’espressione “far brillare il proprio volto su qualcuno”: cf. Nm 6,25) si manifesta nel volto di Gesù Cristo su cui rifulge la gloria di Dio. Gesù è il sorriso di Dio all’umanità...

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Don Antonio Savone
Sub tutela Dei...

Ci
 siamo 
rincorsi
 gli
 uni
 gli
 altri ,
in
 queste 
ore, 
nell’inviare
 messaggi 
d’auguri 
attraverso 
i
 moderni
 strumenti
 di
 comunicazione.
 Sia
 che
 lo
 abbiamo
 fatto
 sinceramente,
 sia
 che
 loabbiamo
 fatto
 formalmente,
 probabilmente
 li 
abbiamo 
inviati
 nella 
convinzione
 ferma 
che 
le
 nostre
 saranno
 soltanto
 parole
 che
 andranno
 disperse,
 senza
 riuscire
 nel
 loro
 intento: ottenere,
 cioè, 
ciò
 che 
auguriamo 
col 
cuore.
 E 
se
 qualcosa dovesse
 mai 
accadere, 
sarà
 soltanto
 per
 un
 colpo 
di
 fortuna. Tuttavia,
 ogni
 anno,
 ancor
 prima
 che 
essere
 noi
 a
 farci 
gli
 auguri,
 è 
Dio 
stesso 
a
 formularli 
e
 lo 
fa 
attraverso 
parole 
che 
dicono 
la
 serietà
 del 
suo
 impegno 
e
 postulano 
altrettanta
 serietà
 da
 parte 
dell’uomo.

Dio
 si
 impegna
 a
 essere
 custode
 premuroso
 del
 suo
 popolo.
 Si
 impegna
 l’uomo
 a
 non
  smarrire 
la
 luce
 di 
quel 
volto
 che, 
se
 persa, il
 rischio 
è
 quello 
di 
camminare 
a 
tentoni,
 per 
vie 
che 
lo
 allontanano 
sempre 
più
 dal 
gustare 
attenzione 
e 
cura 
da 
parte 
di
 Dio?

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Epifania del Signore
6-1-2013
Is 60,1-6
        Sal 71          Ef 3,2-3a.5-6          Mt 2,1-12




P. Gregorio Battaglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (video)

Oggi è il giorno dell'Epifania che tradotto in italiano significa giorno della manifestazione del Signore; è un giorno di luce, una luce che si estende per tutta la terra, che abbraccia tutti i popoli e nell'annuncio della Pasqua ci veniva detto che questa luce è la luce del Signore risorto. Il Signore che è nato per noi, il Signore che ha attraversato le nostre strade, il Signore che ha affrontato la passione, che è morto in croce, che è stato sepolto, Lui. il vivente illumina la nostra storia e noi siamo invitati a lasciarci abbracciare da questa luce... La luce è Cristo e il Concilio Vaticano ha iniziato un documento sulla Chiesa proprio con queste parole "Luce delle genti è Cristo" e a partire da questa luce ogni comunità che si lascia abbracciare, che si lascia completamente riempire da questa luce è invitata a sua volta a manifestarla, a lasciare che questa luce coinvolga, seduca altre persone, altre storie perché possiamo insieme camminare verso quello che potremmo chiamare il sogno di Dio...

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

L’Epifania ci porta a contemplare la manifestazione di Gesù Cristo alle genti, dunque la destinazione universale dell’evento dell’incarnazione: “I Magi sono i rappresentanti di tutta l’umanità. Ciò che essi trovano lo ottengono per tutta l’umanità” (Leone Magno). L’Epifania rende svelato e manifesto ciò che era nascosto (II lettura), rende luminoso ciò che era avvolto da oscurità e tenebra (I lettura), rende splendente ciò che si trovava nel buio notturno (vangelo): che cioè, in Cristo, l’Emmanuele, il Dio-con-noi, tutte le genti, insieme al popolo santo d’Israele, sono destinatarie della salvezza di Dio.
L’Epifania presenta il mistero della forza comunionale della kenosi di Dio, della potenza di attrazione insita nella debolezza assunta per amore da Dio nel Figlio nato nella carne: sono così prefigurate l’attrazione universale che l’Innalzato sulla croce eserciterà (“Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”: Gv 12,32) e la lode che tutte le lingue e le genti (di cui i Magi rappresentano una primizia) daranno al Figlio di Dio che svuotò se stesso e si fece obbediente fino alla morte in croce (cf. Fil 2,6-11). Cristo è l’umanità di Dio, Colui che, nella debolezza della sua carne umana, consente a ogni uomo di trovare Dio....

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Il giorno dell’Epifania la chiesa ci propone il capitolo 2 di Matteo, un capitolo che, per essere gustato a pieno, esige uno sforzo da parte nostra: prendere le distanze dalla tradizione e dal folclore e anche dall’immagine – bella di per sé – del presepio.
Vediamo infatti cosa ci scrive Matteo. Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode.
Erode è un re illegittimo, perché non aveva sangue ebraico nelle vene, e quindi non poteva essere re degli ebrei. Ed era talmente sospettoso che qualcuno gli potesse prendere il trono, che arrivò a uccidere i suoi stessi figli. Ecco. Quando c’è questa espressione “ecco”, l’evangelista attira l’attenzione per qualcosa di imprevisto, qualcosa di improbabile che appare. Ecco alcuni Magi, letteralmente “maghi”. Chi sono questi maghi che vennero da Oriente, cioè dei pagani? ...

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Don Antonio Savone
Il necessario viaggio...

Un
 annuncio
 aveva
 percorso
 i
 giorni
 in
 cui
 era
 nato
 Gesù,
 lo
 stesso
 che
 abbiamo
 sentito
 risuonare
 per 
noi
 nella 
notte
 santa:
 “È 
apparsa 
la
 tenerezza 
di 
Dio”.
 A 
quell’annuncio 
si
 erano
 mossi
 per
 primi
 i
 lontani
 per 
condizione 
sociale 
e 
morale, 
i
 pastori.
 Avevano 
lasciato 
le 
loro
 occupazioni
 ed
 erano
 accorsi
 a
 vedere
il
 segno
 che
 era
 stato
 loro 
indicato. 
La
 notizia
 di
 cui
 erano
 stati
 resi
 destinatari,
 li
 aveva
 portati
 a
 sfidare il
 buio
 di
 quella
 notte
 che
 ben
 simboleggiava 
la 
loro
 personale
 condizione
 di
 tenebra.
 Quell’annuncio 
aveva
 fatto 
presagire

che 
se 
una
 luce 
si
 era
 accesa per 
loro,
 forse 
non
 erano
 definitivamente
 perduti. 
E,
 infatti, giunti
 che 
furono 
alla
 grotta, 
non 
avevano 
esitato 
a 
prostrarsi 
riconoscendo 
in
 quel
 Bambino
 il
 Figlio
 di 
Dio, 
nato
 per 
loro.
 Lo
 stesso
 annuncio 
aveva
 messo 
in
 cammino 
un 
gruppo 
di 
lontani
 per
 cultura
 e
 per 
fede,
 i
 magi.
 Se 
i
 pastori
 avevano 
dovuto
 sfidare
 il
 buio 
della 
notte
 e
 muovere 
i
 loro 
passi 
solo
 dietro
 a
 una parola
 che
 per
 un 
attimo 
aveva 
acceso
 i
 loro 
cuori, 
ben
 altre
 difficoltà 
dovranno
 sfidare
 i
 magi. 
Il 
loro 
viaggio,
 infatti,
 dovrà
 misurarsi
 con 
la 
fatica 
del 
tempo, 
con 
il
 tarlo 
del 
dubbio,
 con
 la
 necessità
 delle 
domande,
 con 
l’esperienza
  dell’ostilità 
e
 con 
la
 docilità 
a 
confrontarsi
 con
 la
 Parola
 di
 Dio...


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Battesimo del Signore
13-1-2013
Is 40,1-5.9-11
        Sal 103          Tt3,11-14;3,4-7          Lc 3,15-16.21-22




P. Alberto Neglia
Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto
omelia (video)

Con il santo Natale che abbiamo celebrato alcune settimane fa, un evento davvero straordinario del nostro Dio che si è fatto umano, ci ha raggiunti nella nostra umanità, si è fatto fratello nostro, è nato anche Lui, ha preso anche Lui la nostra debolezza, la carne sta ad indicare la nostra fragilità e la nostra debolezza, adesso in queste domeniche che seguono, a partire dall'Epifania troviamo questo Gesù che si manifesta, si è manifestato nel giorno dell'Epifania, domenica scorsa, ai lontani... oggi si manifesta al suo popolo e quindi anche a noi ed è bello che la liturgia nei momenti in cui Gesù si manifesta ci invita a gioire...

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P. Luciano Manicardi
Comunità di Bose
riflessioni sulle letture

L’anonimo profeta che proclama la fine dell’esilio babilonese annuncia al popolo la venuta del Signore, il tempo della salvezza, la rivelazione della gloria del Signore (I lettura); Giovanni Battista annuncia la venuta del più forte di lui che battezzerà in Spirito santo (vangelo); la lettera a Tito proclama che la venuta nel mondo della grazia di Dio, cioè Gesù Cristo, la manifestazione storica della bontà di Dio nella persona di Gesù Cristo, è volta a insegnare ai credenti a vivere in questo mondo nell’attesa del Regno (cf. Tt 2,11-13). Il battesimo (“il lavacro di rigenerazione nello Spirito santo”: Tt 3,5), immergendo in Cristo, immette il cristiano nella vita in Cristo...

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Don Angelo Casati
Omelia

Questa che celebriamo oggi è l'epifania nelle acque, la manifestazione di Gesù nelle acque del Giordano.
Acqua e cielo, cieli aperti: "… e mentre pregava, si aprì il cielo", è scritto. Come pesano i cieli chiusi! pesano su tutti noi: dopo giorni di nubi portiamo i cieli chiusi anche negli occhi. Poi si lacerano i cieli e si liberano pure gli occhi, ci viene incontro il cielo. È scritto anche: "E scese lo Spirito Santo, in forma corporea, come colomba, su di lui e venne una voce dal cielo: "Tu sei il mio Figlio, il diletto, in te mi sono compiaciuto"".Forse non è un giorno solo quello in cui Dio dice: "Tu sei mio Figlio…". Come per un padre, come per una madre -così mi sembra di capire-, ci sono giorni in cui ti vengono alle labbra come una necessità, quelle parole: "Tu sei mio figlio". È un'esclamazione del cuore. Io vorrei oggi sottolineare tre giorni in cui Dio dice: "Tu sei mio Figlio". So che, così facendo, opero un'indebita riduzione, ma voi mi perdonerete...

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Aveva 
ragione 
Giovanni 
Battista 
a 
riconoscere
 ‐
dinanzi 
a 
chi
 gli 
chiedeva 
se 
non 
fosse 
lui 
il
 Cristo
‐
 il
 suo
 essere
 solo
 una
 primizia
 rispetto
 a
 quello
 che
 sarebbe
 accaduto
 con
 Gesù.
 E

mentre
 lo
 ammetteva,
 neppure
 immaginava
 quello
 che
 di
 lì
 a
 poco
 sarebbe
 accaduto.
 Oltre
 ogni
 umana 
aspettativa.
 Chi
 l’avrebbe
 detto
 che
 neppure
 la
 condizione
 di
 peccaminosità
 dell’uomo
 avesse
 potuto
 allontanare
 Dio
 dalla
 sua
 creatura?
 Facendosi 
uomo, 
il 
Figlio 
di 
Dio 
non
 solo
 ne
 aveva
 assunto
 l’umanità
 ma
 accetterà
 persino
 di
 scendere
 nei
 luoghi
 dell’infedeltà
 confessata...


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Don Giovanni Berti
  Battesimo: Immersione nel mondo

Battesimo significa letteralmente “immersione”.
Ed è quello che Gesù compie dal momento in cui decide di scendere nel mondo: si immerge completamente nella realtà degli uomini, vivendone le contraddizioni, i drammi, le domande, le gioie e i dolori e persino la morte.
L’evangelista Luca ci presenta in modo veloce ma preciso il contesto del gesto di Gesù. Il popolo in attesa che si domanda se Giovanni è il Cristo, rappresenta tutta l’umanità che in modi diversi si domanda il senso della vita e cerca una risposta su Dio. Potremmo dire che Gesù prima ancora di immergersi nell’acqua del Giordano, si immerge dentro questo popolo e fa proprie le domande e i dubbi di tutti.
La celebrazione del battesimo di Gesù “chiude” liturgicamente il tempo di Natale, nel quale abbiamo ricordato prima di tutto la sua nascita nel corpo reale di un bambino, e poi la sua manifestazione al mondo attraverso questi misteriosi e lontani Magi. Il Battesimo nel Giordano dice chi è Gesù, e ci racconta come egli stesso ha compreso tutta la sua missione che segue...

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