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Truffe in nome del padre

di
Domenico Barrilà

Schermata da un pretesto religioso, Comunione e liberazione ha spadroneggiato per vent'anni non solo in Lombardia: Ora lo scandalo Formigoni potrebbero fermare i sogni di gloria politici.

Occorre riconoscere che la Lombardia, diventando capitale del malaffare politico nazionale, riscatta persino la Sicilia. Certo avremmo preferito cavarcela da soli nello sforzo di liberarcidalle nostre tare, ma Roberto Formigoni ci vuole bene e ci è venuto in soccorso. Tuttavia il terremoto padano è solo all'inizio e potrebbe travolgere  il bersaglio grosso, Comunione e liberazione con relativo braccio economico, la Compagnia delle Opere.

Cielle, scheramato da un pretesto religioso e dalle benevolenze che ciò suscita, si è impadronito della regione più ricca e popolosa d'Italia per quasi 20 anni. Da ora in avanti, col passaggio di consegne nella stanza dei bottoni, dovremo aspettarci rivelazioni, forse per questo il governatore uscente cerca a tutti i costi di scegliere un successore non ostile, come l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. C'è da proteggere un archivio immenso, che contiene le prove di un modus operandi su cui incombono indagini serie. A questo proposito, la puntata di Report del 4 novembre scorso, si Rai3, apre scenari di notevole interesse, essendo riuscita a parlare, come raramente si è potuto fare in questi anni, del movimento fondato da don Luigi Giussani e dei suoi correlati politico-affaristici. Ne è affiorato un quadro prevedibile, sempre che si volesse prevedere, invece per anni abbiamo vissuto in'imperdonabile complicità collettiva, proprio nella ricca Lombardia, dove quasi era proibito eccepire su questa poderosa mistura di religione, politica e affari, infiltratasi prepotentemente in tutti i pori della società, nel silenzio opportunistico dell'alleato leghista, che certo non si è sottratto alla spartizione.

Una sistematica operazione di colonizzazione, pronta a traslocare su tutto il territorio nazionale, usando sempre il potente facilitatore religioso, sennonchè proprio gli scandali lombardi potrebbero avere chiuso per sempre i sogni di gloria politici di questa contraddittoria espressione del mondo cattolico.

Dall'inchiesta del team di Report sono affiorati indizi di notevole interesse esplicativo sulla natura intima del Movimento e del suo fondatore, nonchè sul ruolo "militante" dell'attuale vescovo di Milano. Negli anni settanta Angelo Scola faceva parte (lo rivela il ciellino doc Marco Palmisano), insieme a Roberto Formigoni e a Rocco Buttiglione, della squadra chiamata ad alfabetizzare politicamente l'imprenditore Silvio Berlusconi, una taske force scelta personalmente da don Giussani. Indispone oggi ricordare la recente stizza del Cardinale di fronte alle osservazioni di chi lo annette a cielle. Che pena Formigoni al Meeting di Rimini mentre racconta alla folla plaudente che il Papa gli fa sapere che prega per lui. Ma soprattutto lasciano tramortiti le parole di Bruno Vergani, ex Memor Domini, egli con estrema lucidità metteil dito in certe rovinose contraddizioni, che faranno poi da supporto alla singolare morale di tanti ciellini. L'imprenditore dice: "Lì dentro non si seguono le regole del diritto, del codice civile o penale, ma regole proprie. Le regole proprie sono quelle dell'avvenimento, Cristo nella storia, noi prescelti tra mille. Noi rappresentiamo questa cosa, quindi è più importante obbedire a Dio incarnato che alle leggi degli uomini. La morale non è quella classica, ma è un'altra cosa. Don Giussani aveva le idee chiare, la casa brucia, bisognava andare per le strade a portare l'annuncio, dunque la politica" I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Un collega mi chiede se i cattolici ora apriranno gli occhi. Gli rispondo che cielle non è un problema religioso, ma civile, che riguarda tutti i cittadini, proprio l'errore di considerarlo un fatto interno alla chiesa è stato causa di dolorose conseguenze per tutti. Chiunque covi la pretesa di occuparsi delle collettività civiche deve rendere conto ad esse dei metodi che intende usare nell'esercizio di questo diritto-dovere. non sono ammesse legittimazioni preventive.


Domenico Barrilà

(Fonte: “CENTONOVE” n. 42 del 9 novembre 2012)

 


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