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SPECIALE

Benedetto XVI
rinuncia al ministero di Vescovo di Roma,
Successore di San Pietro
 




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Secondo l'agenzia Ansa il Papa Benedetto XVI lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio.

     "Il Papa lascerà il pontificato il 28 febbraio" (video)

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  Mi sostiene e mi illumina...

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  PUBBLICATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE


Benedetto XVI si dimette!


Con queste parole papa Benedetto XVI annuncia che lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio. Lo fa personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto (11.02.2013).

"Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. ....

   video

   il testo integrale



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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 1 - Sodano - Bettazzi - Mancuso - Georg Ratzinger -



Sconcerto, sorpresa, stupore, commozione alle parole di Benedetto XVI che ha comunicato la sua decisione di «rinunciare al ministero di Vescovo di Roma». Sentimenti disegnati sui volti dei cardinali, dei presuli e dei prelati che — riuniti per il Concistoro ordinario pubblico di lunedì mattina, 11 febbraio, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico — hanno ascoltato dalla viva voce del Papa l’inatteso annuncio...
Da un momento di preghiera e di gioia l’atmosfera si è trasformata in mestizia. A farsene portavoce è stato il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, che ha subito preso la parola a nome di tutti i porporati. «Santità, amato e venerato successore di Pietro, come un fulmine a ciel sereno — ha detto — ha risuonato in quest’aula il suo commosso messaggio. L’abbiamo ascoltato con senso di smarrimento, quasi del tutto increduli. Nelle sue parole abbiamo notato il grande affetto che sempre ella ha portato per la santa Chiesa di Dio, per questa Chiesa che tanto ella ha amato».
Ora, ha aggiunto, «permetta a me di dirle a nome di questo cenacolo apostolico, il collegio cardinalizio, a nome di questi suoi cari collaboratori, permetta che le dica che le siamo più che mai vicini, come lo siamo stati in questi luminosi otto anni del suo pontificato»...

   Quell’annuncio inatteso risuonato nella sala del Concistoro

Monsignor Luigi Bettazzi, ex vescovo di Ivrea, nel mese di febbraio del 2012 aveva fatto una previsione sulle possibili dimissioni del Papa. Nel corso di un’intervista in radio, Bettazzi aveva detto, in risposta alle ipotesi di un complotto per uccidere il Papa: “Penso che questo sia un sistema per preparare l’eventualità delle dimissioni. Per preparare questo choc, perché le dimissioni di un Papa sarebbero un choc, cominciano a buttare lì la cosa del complotto“.
I conduttori di “Un giorno da pecora” avevano poi chiesto in modo esplicito se Ratzinger avesse intenzione di dimettersi. Il Monsignore ha detto: “Io credo di sì, anche se l’hanno smentito. Un vecchio cardinale, però, mi diceva sempre: ‘Se il Vaticano smentisce vuol dire che è vero’… Io penso che lui si senta molto stanco, basta vederlo, è un uno abituato agli studi. E di fronte ai problemi che ci sono, forse anche di fronte alle tensioni che ci sono all’interno della Curia, potrebbe pensare che di queste cose se ne occuperà il nuovo Papa“.

   video

Così monsignor Bettazzi giudica le dimissioni di Benedetto XVI. "Avevo immaginato che potesse prendere una decisione così, perché è stato un Papa dai gesti rivoluzionari".
Leggi tutto: Mons. Bettazzi: "Frutto di fede e umiltà"
Non è qualcosa da guardare in negativo la decisione a sorpresa di Joseph Ratzinger, secondo il teologo Vito Mancuso, 51 anni, laico, autore di molti bestseller che ne hanno fatto uno delle voci più note non solo ai cattolici, ma anche ai non credenti...
«... il Papa distingue qualcosa di essenziale: afferma che fare il Papa non è necessariamente essere Papa. Un conto è l’identità del ruolo che uno deve giocare, direi meglio la sua funzione di monarca infallibile. Un altro conto è l’identità personale. Questa distinzione introduce un elemento di laicità, un elemento che nel papato distingue la persona dalla sua funzione. Il che potrebbe introdurre novità».

   «Gran rifiuto? No, responsabilità Contro la sporcizia della Chiesa»

Ciò, aggiunge il teologo, «indurrà probabilmente i vertici della Chiesa a eleggere un pontefice più giovane, vigoroso, meno curiale». E sarà, assicura, «una scelta irreversibile, da cui non si tornerà più indietro e che varrà anche per i prossimi decenni».
Leggi tutto: Mancuso: «Ratzinger ha sancito il dualismo tra uomo e carica pontificia»
Il fratello del Papa lo sapeva da mesi - Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice. "Ero stato messo al corrente", ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt in un flash delle 12:49: "Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia".

   Dimissioni papa, Georg Ratzinger: "Una cosa naturale" (video)


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 2 - Bregantini - Forte - Ciotti - Bianchi


Carissimi Fratelli, 
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. 
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. 
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. 
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

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L’arcivescovo Giancarlo Bregantini ha ricordato il suo ultimo incontro con il Papa, appena un mese fa: “Ci aveva detto ‘Non ce la faccio’, aveva lasciato intendere che c’era qualcosa, che non stava tanto bene”. “Come avrà sofferto anche Benedetto XVI nel dare questo annuncio – prosegue l’arcivescovo di Campobasso – un annuncio tra l’altro fatto in latino, un grandissimo gesto anche questo, per parlare a tutto il mondò”, ha chiuso Bregantini. 
”E’ stato un gesto di santità. Roba da lacrime” aggiunge monsignor Bregantini, che è anche presidente della Commissione Lavoro e sociale della Cei. Poi evidenzia grandi similitudini tra questa decisione e il gran rifiuto del Papa molisano, Celestino V. (fonte: Il Fatto Quotidiano)

... Davanti alla sua coscienza come ha fatto il Papa nella sua sublime dichiarazione in latino, ha sentito due cose: la sua età con l’anzianità che avanzava e l’altro elemento fisico e pastorale che, per guidare la “barca di Pietro” occorre accanto al cuore ed allo zelo personale, le forze fisiche necessarie. Ammettere con onestà questo, dona a Papa Bendetto XVI, una grandezza infinita ed un esempio di Santità enorme per quello che ha fatto...

   Dimissioni di Papa Benedetto XVI. Bregantini: atto di grande coraggio

Dimissioni del Papa, monsignor Forte: "Un grande gesto d'amore"
L'arcivescovo metropolita, monsignor Bruno Forte, da sempre vicino al Santo Padre, poche ore dopo l'annuncio definisce la scelta di Ratzinger una "trasparentissima prova di amore a Cristo e alla Chiesa. Non possiamo che esprimere al Papa Benedetto tutto il nostro amore, la devozione più profonda, l'ammirazione sincera e la gratitudine per il servizio reso con tanta generosità e ricchezza di luce per il popolo di Dio e il mondo intero in questi otto anni.
Sappiamo - ha aggiunto monsignor Forte - che il divino Pastore guiderà la Sua Chiesa e le darà gli aiuti necessari. Papa Benedetto XVI pregherà per tutti noi e noi tutti lo porteremo fedelmente nella preghiera e nel cuore, invocando sin da ora lo Spirito Santo su chi sarà chiamato ad eleggere il nuovo Pontefice e su chi dovrà assumere il peso delle chiavi di Pietro". (fonte ChietiToday)

"Un contropiede intelligente ed un segno profetico perché cambia e annuncia cambiamenti. Gesto di grande coraggio, ma soprattutto di grande libertà". Così don Luigi Ciotticommenta le dimissioni di Benedetto XVI. "Per chi fosse distratto - aggiunge il sacerdote - quello del Papa è un richiamo forte alla responsabilità intesa come servizio e mai gestita come potere da conservare. Suonano ancora forti le sue parole per gli ultimi, i poveri, sulla corruzione ed usura e il richiamo ancora più forte pronunciato a Palermo, in Piazza Politeama, dove sottolineva: "mafia strada di morte incompatibile con il Vangelo", dice don Ciotti. (fonte: Gruppo Abele)

La decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio testimonia come questo Papa "che tutti pensavano un conservatore", si è mostrato "in realtà un grande innovatore perchè ha rotto duemila anni di tradizione in cui, a parte Celestino V", nessuno aveva fatto un gesto del genere. E' il commento di Padre Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose che all'Adnkronos sottolinea come ciò "ha di fatto permesso un'interpretazione diversa di quella che è la figura del Papa, non più sacrale fino alla morte ma molto legata al servizio che lui è capace di fare alla chiesa. Dunque il servizio in prima linea e non la persona. Ancora una volta ha mostrato quella umiltà che ha sempre avuto, di farsi da parte". E ancora, sulla decisione di Papa Ratzinger, "per molti è stata una sorpresa - aggiunge padre Bianchi - ma in realtà ci si poteva attendere questo gesto. Chi conosce come me la coerenza di Benedetto XVI non può non notare che lo aveva detto e scritto più volte, e un Papa non manca mai alla sua parola. Perciò - prosegue - quando ha sentito davvero che le sue forze non erano più all'altezza del ministero e che i nuovi tempi richiedono con ogni probabilità un altro interprete di questa rivoluzione antropologica in atto nel mondo ha dato le dimissioni". Padre Bianchi conclude auspicando che "ora ci sia qualcuno che possa reinterpretare la figura del Papa che ci lascia Benedetto XVI in maniera molto coerente". (fonte: Adnkronos)

... Papa Benedetto ha compiuto un grande gesto, evangelico innanzitutto, e poi umano...
Così la presenza di Ratzinger nella chiesa non si conclude. Sarà un presenza altra e non meno significativa: una presenza di intercessione. Si metterà cioè tra Dio e gli uomini, non per compaginarli nella comunione cattolica – questo non sarà più il suo compito – ma per chiedere che Dio continui a inviare le energie dello Spirito santo sulla chiesa e i suoi doni sull’umanità. Molti oggi vorrebbero dire a papa Benedetto XVI: “Grazie, santo Padre!” per il suo disinteresse, per la sua sollecitudine affinché anche il papa sia decentrato rispetto a colui che dà il nome di cristiani a molti uomini e donne che hanno fede solo in lui: Gesù Cristo! Si diceva che questo papa ha grandi parole ed è incapace di gesti: il più bel gesto ce lo lascia ora, come Pietro che ormai anziano – dice il Nuovo Testamento - “se ne andò verso un altro luogo” continuando però a seguire il Signore. Benedetto XVI appare successore di Pietro più che mai, anche nel suo esodo.

   Ora più che mai è successore di Pietro



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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Caro Papa... di Alessandro D’Avenia


La logica del mondo, la logica di Dio

Caro Papa,
manca un accento all'ultima lettera di questo tuo nome, Papa, e verrebbe fuori un’altra parola. La parola che ogni figlio pronuncia migliaia di volte nella vita e che un figlio di Dio ha la fortuna di pronunciare molte più volte perché, alla fine, la vita cristiana è imparare a dire abbà, papà, a Dio.
Alla notizia della tua rinuncia ho avuto paura. Ho provato lo stesso dolore per la morte di Giovanni Paolo II: allora avevo 28 anni e mi sentii orfano, piansi come chi ha perso un padre. 
Lunedì mi è successo lo stesso. Mi sono sentito orfano. Tu avevi deciso di non essere più Papa. Un altro padre mi veniva meno. È il dolore di un figlio che ha ricevuto moltissimo...
ho avuto paura quando hai annunciato la tua rinuncia. Sul momento mi è sembrato un tirarsi indietro. Se ti tiri indietro anche tu, che sei il Papa, che fine facciamo noi? Ho ripensato a una tua frase che mi porto nel cuore: «Fedeltà è il nome che ha l’amore nel tempo». Me la ricordo tutte le volte che il mio e l’altrui amore è messo alla prova e devo aggrapparmi con tutte le forze all'Amore che muove tutti gli altri amori, oltre che il sole e le altre stelle. In questi anni la mia fede si è rafforzata grazie a quel logos cortese, fermo e caldo che tu sai infondere alle parole che usi, come (tanto per fare un esempio) queste che ho letto qualche giorno fa: «Dio, con la sua verità, si oppone alla molteplice menzogna dell’uomo, al suo egoismo e alla sua superbia. Dio è amore  Ma l’amore può anche essere odiato, laddove esige che si esca da se stessi per andare al di là di se stessi. L’amore non è un romantico senso di benessere. Redenzione non è wellness, un bagno nell'autocompiacimento, bensì una liberazione dall'essere compressi nel proprio io. Questa liberazione ha come costo la sofferenza della Croce». Ripensando alla tua frase, leggendo queste parole  le tue 'dimissioni' mi sembravano incomprensibili e mi hanno gettato nello sgomento.
Mi sono sentito solo. A che serve difendere la propria fede se poi anche il Papa si tira indietro. Poi a poco a poco l’emotività ha lasciato lo spazio al logos appunto, alla verità, a Cristo, e una grande pace è tornata nel cuore. Dovevo andare oltre il codice di interpretazione soggettivo, emotivo, mondano...

   Caro Papa di Alessandro D’Avenia


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - "La Quaresima di Benedetto e del Conclave" di Giorgio Bernardelli


Andiamo avanti a parlarne. Sì, abbiamo assolutamente bisogno di continuare a parlare delle dimissioni di Benedetto XVI. Però - vi prego - almeno stavolta non buttiamola (come invece stiamo già facendo) sulle solite domande: ha fatto bene o ha fatto male? O addirittura: di chi è la colpa? Chi lo ha lasciato solo? E non fermiamoci neppure ai sentimentalismi: tu sei più o meno dispiaciuto di me?
Se abbiamo capito qualcosa di questi quasi otto anni in cui Benedetto XVI ha servito la Chiesa come successore di Pietro, dovremmo almeno coltivare il desiderio di guardare come lui la storia con gli occhi della fede. Cioè con quello stesso sguardo che - come ci ricorda bene padre Lombardi - Joseph Ratzinger da Papa continuerà ad additarci fino al 28 febbraio. E allora la domanda per il cristiano oggi può essere una sola: in che modo il Signore ci parla attraverso questo gesto?...
se provo a guardare con gli occhi della fede l'annuncio del Papa il primo aspetto che mi colpisce è il fatto che questo tempo di passaggio per la Chiesa avverrà tutto dentro il tempo forte della Quaresima. Credo che questo sia già di per sé un segno importante (e oso credere che Benedetto XVI ci abbia pensato). Un successore di Pietro si ritira per dedicare l'ultimo tratto della sua vita alla riflessione e alla preghiera proprio nel tempo durante il quale queste due dimensioni della vita cristiana ci vengono poste davanti come la strada maestra per l'incontro con il Signore Risorto. È come se oggi stessimo cominciando una Quaresima speciale...

   "La Quaresima di Benedetto e del Conclave" di Giorgio Bernardelli


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 3 - Vian - Messori - Massimo - Monaco - Corradi


... Nelle parole rivolte ai cardinali, prima stupiti e poi commossi, e con la sua decisione che non ha precedenti storici paragonabili, Benedetto XVI dimostra una lucidità e un’umiltà che è innanzi tutto, come ha spiegato una volta, aderenza alla realtà, alla terra (humus). Così, non sentendosi più in grado di «amministrare bene» il ministero affidatogli, ha annunciato la sua rinuncia. Con una decisione umanamente e spiritualmente esemplare, nella piena maturità di un pontificato che, fin dal suo inizio e per quasi otto anni, giorno per giorno, non ha smesso di stupire e lascerà una traccia profonda nella storia. Quella storia che il Papa legge con fiducia nel segno del futuro di Dio.

   Il futuro di Dio di Giovanni Maria Vian

Ci sarà tutto il tempo per analisi, bilanci, previsioni. Oggi, ancora sconcertati, cercheremo solo di dare una possibile risposta a tre domande che ci sono subito sorte. Innanzitutto: perché, un simile annuncio, proprio in questo giorno di febbraio? Poi: perché in una riunione di cardinali annunciata come di routine? Infine: perché il luogo scelto per il ritiro da Papa emerito?
Riflettendoci, dopo la sorpresa quasi brutale tanto è stata imprevista (e per tutti, nella Gerarchia stessa), mi pare si possano azzardare delle possibili spiegazioni...

   L'addio del Papa, i tre perché di un gesto umile di Vittorio Messori

Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall'ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima. È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di una lunga stanchezza. Accreditarlo come un gesto istintivo significherebbe fare torto a questa figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, senza riuscirci come avrebbe voluto...

   Dietro il sacrificio estremo di un intellettuale le ombre di un «rapporto segreto» choc di Franco Massimo

... Si può dire così: Benedetto XVI, con il suo atto, mette in pratica e pone il suo sigillo su quell’istituto. Non è cosa da poco: egli, per questa via, umanizza la figura del Pontefice come l’aveva umanizzata, per altra e opposta via con l’ostensione della umana sofferenza, il suo predecessore. Ma, di più, accredita una visione meno papocentrica della Chiesa. Un rapporto tra primato del papa, collegialità episcopale e Chiesa popolo di Dio conforme più al Vaticano II che al Vaticano I. Una decisione e un gesto, in sintesi, che valgono più di un trattato ai fini della riforma in senso più evangelico e comunionale della Chiesa...

   Un gesto che vale più di un trattato di Franco Monaco

Non accadeva da secoli. E si pensava non potesse accadere. Il mondo, da un capo all’altro, sbalordito...
Le parole a lungo ponderate in silenzio, maturate in un confronto serrato fra la coscienza di un uomo e Dio, erompono, inattese. Il web impazzisce. I potenti dichiarano. Ma noi credenti, noi che amiamo Benedetto XVI, che ne ascoltiamo da anni le parole e ne conosciamo il profondo amore per la Chiesa, siamo rimasti, ieri, profondamente smarriti. Tu, te ne vai? In quanti conventi e cattedrali e chiese e missioni e case e favelas in tutto il mondo questa domanda è risuonata ieri, dolorosa. Tu, Pietro, rinunci. E noi nelle nostre fatiche e sofferenze ci siamo sentiti più soli, come un esercito il cui generale, gravato dagli anni, lasci il campo. Semplicemente, dolore: un dolore filiale è ciò che milioni di fedeli hanno sentito addosso, ieri...

   L’albero che cresce sempre di nuovo di Marina Corradi




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Nell'incontro con il clero di Roma Benedetto XVI propone i suoi ricordi personali con una "chiacchierata sul Concilio Vaticano II"


INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DI ROMA
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Aula Paolo VI Giovedì, 14 febbraio 2013

Eminenza, 
cari fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio! E’ per me un dono particolare della Provvidenza che, prima di lasciare il ministero petrino, possa ancora vedere il mio clero, il clero di Roma. E’ sempre una grande gioia vedere come la Chiesa vive, come a Roma la Chiesa è vivente; ci sono Pastori che, nello spirito del Pastore supremo, guidano il gregge del Signore. E’ un clero realmente cattolico, universale, e questo risponde all’essenza della Chiesa di Roma: portare in sé l’universalità, la cattolicità di tutte le genti, di tutte le razze, di tutte le culture. Nello stesso tempo, sono molto grato al Cardinale Vicario che aiuta a risvegliare, a ritrovare le vocazioni nella stessa Roma, perché se Roma, da una parte, dev’essere la città dell’universalità, dev’essere anche una città con una propria forte e robusta fede, dalla quale nascono anche vocazioni. E sono convinto che, con l’aiuto del Signore, possiamo trovare le vocazioni che Egli stesso ci dà, guidarle, aiutarle a maturare, e così servire per il lavoro nella vigna del Signore...

   il testo integrale delDISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI NELL'INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DI ROMA

   il video dell'incontro


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 4 - Brambilla - Bettazzi - Zollisch - Moraglia - Nosiglia


Ci stringiamo con immenso affetto a Benedetto XVI perché la sua rinuncia al servizio di Vescovo di Roma e del ministero petrino nella Chiesa è stata un atto di grande coraggio e amore. Di grande coraggio come gli uomini e le donne con il cuore libero e gli stessi mezzi di comunicazione hanno messo in luce con titoli a tutta pagina. Parlano di decisione sorprendente, storica, epocale. Per me, invece, è quasi l’ultima e autentica enciclica in cui giunge a pienezza il senso di un Pontificato non lungo, ma denso di valore teologico, di autorevolezza culturale e di testimonianza pastorale, vissuti con un magistero indifeso e disarmante...

   Lettera di mons. Brambilla sulla rinuncia di Benedetto XVI

«È stato un Papa che si è preoccupato molto circa la chiarezza della fede. Accusato di essere un conservatore, ha compiuto gesti rivoluzionari. Per esempio, prima ha sollecitato e poi accolto il parere della Commissione teologica internazionale, sul fatto che il Limbo non c’è nella Bibbia, e che quindi gli appena nati che muoiono non battezzati vanno in Paradiso. E anche quando ha voluto di nuovo l’Incontro di Assisi (osteggiato dagli ambienti conservatori), ha aggiunto a testimonianze religiose anche la voce dei non credenti, a significare che anche loro sono alla ricerca. È stata una grande rivoluzione pastorale»

   Mons. Bettazzi: "Frutto di fede e umiltà"

...“Sì - sottolinea mons. Robert Zollisch arcivescovo di Friburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca - papa Benedetto è in molti aspetti un pontefice: ha voluto costruire ponti tra fede e ragione, ponti verso Dio, ponti tra confessioni e religioni, per preparare in questo modo la via alla pace nel mondo e donare crescita al Regno di Dio”.
“Papa Benedetto XVI è un pastore convinto e convincente della sua Chiesa. Ciò che nella sua preghiera alla Colonna mariana a Monaco di Baviera ha chiesto nel 2006 alla Madre di Dio per tutti i credenti, lo distingueva: Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi”...

   "Diventare pazienti e umili, ma anche liberi e coraggiosi" 

E’ una notizia che ha sorpreso tutti e che dice la grandezza di questo Papa. Se il Santo Padre ha pensato e riflettuto, di fronte al Signore, ritenendo di non avere più le forze e le energie fisiche per il buon governo della Chiesa, dobbiamo renderci conto che abbiamo un grande Papa

   Moraglia: "Abbiamo un grande Papa"

Poche volte, nella sua storia, la Chiesa è stata chiamata a vivere momenti come questo. Il Papa, nel pieno delle sue facoltà personali e dei suoi poteri, annuncia le dimissioni, creando una situazione assolutamente inedita. Al di là delle tante informazioni e discussioni io credo, carissimi, che è prima di tutto nella preghiera che dobbiamo accogliere questa notizia... (Nosiglia)

   Rinuncia di Benedetto XVI: la dichiarazione di mons. Cesare Nosiglia



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Riportiamo di seguito la dichiarazione del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, dopo la Declaratio di papa Benedetto XVI sulla sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma.

  Angelo Sodano"Increduli", dopo "otto luminosi anni" di pontificato

... Mi chiedo che cos'hai provato in questi mesi e che cosa stai provando ora. Mi sembra perfino che continuare sarebbe stato più facile per te, perché aprire nuove vie, fare la rivoluzione, è comunque sempre più faticoso che seguire un solco già tracciato, ma così, avrai forse pensato, avresti imposto la tua presenza, più debole, e molti avrebbero creduto che ti volessi arrampicare sulle vette di Giovanni Paolo. No, quella non era la tua via, la via giusta per una Chiesa di cui tu hai indicato tutte le sporcizie e le debolezze...

  Luca BortoliCaro Papa ancora per poco

È con profonda emozione che ho appreso la notizia della rinuncia di Papa Benedetto XVI al suo servizio di Vescovo di Roma. Avevo avuto la gioia di parlargli giovedì scorso, al termine dell'udienza concessa ai membri del Pontificio Consiglio della Cultura, riuniti in seduta plenaria. Come sempre era stato squisito, lucidissimo nella memoria e luminoso nell'intelligenza, nel pur breve scambio di parole che avevo avuto con lui. Eppure, non mi aveva sorpreso ascoltare il commento preoccupato di qualcuno dei presenti, Cardinali e Vescovi di varie parti del mondo, colpito dall’impressione di fragilità fisica che il Papa ci aveva dato. Sta proprio in questa paradossale combinazione la chiave di lettura della rinuncia annunciata: da una parte, la coscienza limpida dei propri doveri, delle responsabilità e delle sfide poderose che la Chiesa deve affrontare in questo mondo in così rapida trasformazione; dall’altra, la percezione di una debolezza di forze, cheappariva chiaramente impari ai pesi da portare.

   Bruno Forte: La coscienza del dovere e la fragilità umana (pdf)

E’ un gesto di demitizzazione della figura del Papa che non tiene conto di tutto quel sovraccarico messo sulla figura del Pontefice come di un dio in terra che non si può dimettere fino alla fine, di un papa dal carattere indelebile nel suo ministero. Benedetto XVI ha di fatto aperto alla visione del Concilio Vaticano II che ha ricollocato il Papa all’interno del collegio apostolico dei vescovi e, come i vescovi a un certo punto lasciano il loro incarico, così in via di principio, nulla deve impedire che il Papa possa non più ritenersi all’altezza del suo incarico, cosa peraltro prevista dal codice di diritto canonico anche se si tratta sempre di una scelta eccezionale, mai accaduta negli ultimi secoli.

   Angela Mauro: Raniero La Valle: Da Benedetto XVI un gesto di coraggio

Potenza delle coincidenze simboliche, ironia della storia. Il settimo vescovo di Roma dopo quello che fu il protagonista della Conciliazione tra la chiesa e lo stato italiano se ne va - caso, più che raro, propriamente unico nella lunga storia del pontificato - l'11 febbraio, esattamente nell'ottantaquattresimo anniversario di quell'evento: e al tempo stesso due giorni prima della solennità penitenziale delle ceneri. E il giorno dopo, 12 febbraio, martedì grasso, scoppia il gran carnevale romano delle dietrologie e del totopapa. Perché se n'è andato Benedetto XVI? E chi gli terrà dietro?

   Franco Cardini: Coraggioso sacrificio o grande sconfitta?

... Il mio primo sentimento davanti alla straordinaria (e, per un cattolico, sconvolgente) vicenda di Joseph Ratzinger è stato infatti di solidarietà per la solitudine profondissima di un personaggio della nostra epoca al quale avevo cercato di portare rispetto ma che non amavo e da cui mi ero sempre sentito lontano. Milioni di persone lo chiamavano padre (anzi: padre santo) ma, per quanto andiamo sapendo, nessuno ha condiviso come un figlio la sua «scandalosa» drammatica decisione...
Per quanto mi riguarda, oggi è viva in me l'ammirazione per questo vecchio: con la sua decisione certamente sofferta e coraggiosa si è rifiutato di consentire che il mito dell'onnipotenza pontificia prevalesse ancora una volta sui limiti della persona umana con esiti disastrosi.

   Ettore Masina: Un grande vecchio

"Rispetto e commosso affetto" esprime per la decisione di Benedetto XVI il sociologo torinese Massimo Introvigne, responsabile dell'Osservatorio della Libertà Religiosa promosso dal Ministero degli Esteri.

   Massimo Introvigne: "Si conclude il più grande pontificato per la difesa della libertà religiosa"

Siamo sorpresi e scossi. Siamo commos­si. Ed è naturale. Anche se i libri di storia dicono altro, è la prima volta – a memoria d’uomo e di cristiano – che un Papa «si di­mette ». E senza dubbio è la prima volta che il mondo può ascoltare in diretta questo an­nuncio nell’antico idioma della Chiesa, il la­tino, e può vederlo propagarsi istantanea­mente in tutte le possibili lingue dei popoli e della modernità. Certo, Benedetto XVI ci a­veva invitato per tempo in modo aperto e sereno, a considerare la ragionevolezza cri­stiana e umana di un simile gesto. Ma un conto è considerare una evenienza, tutt’al­tro è misurarci con un evento. E a questo sia­mo. Trema la mano a scriverlo, e non di pau­ra, ma di un incredulo eppure come già con­solato dolore e di una strana gratitudine in cerca di conforto.

   Marco Tarquinio: Tutto ci è dato

Lettera dell'Arcivescovo ai fedeli ambrosiani, che dovrà essere letta all’inizio delle celebrazioni eucaristiche della prima domenica di Quaresima. In allegato intenzioni per la preghiera dei fedeli e le prime indicazioni liturgiche per il periodo di sede vacante

   Angelo Scola: Benedetto XVI, una limpida testimonianza di fede



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     Declaratio (11 febbraio 2013)

     Discorso Incontro con i Parroci e il Clero della Diocesi di Roma (14 febbraio 2013)

     Udienza 13 febbraio 2013, Le tentazioni di Gesù e la conversione per il Regno dei Cieli

     Omelia 13 febbraio 2013: Processione Penitenziale - Santa Messa, benedizione e imposizione delle Ceneri


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OPINIONI E COMMENTI

Uno dei destini forse segnati di Benedetto XVI, il Papa teologo divenuto Pontefice a 78 anni, è simile a quello toccato al suo predecessore Paolo VI, che lo volle arcivescovo di Monaco e lo creò cardinale nell’ormai lontano 1977: quello di essere criticato sia da destra che da sinistra, finendo per risultare incompreso più spesso di quanto si possa pensare, pure da chi si professa «ratzingeriano» e dovrebbe quindi aiutarlo a trasmettere il suo messaggio.

  Andrea Tornielli Benedetto XVI, un messaggio «scomodo»

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Le testimonianze di chi gli è stato accanto, a partire dal fratello. L'eredità spirituale. I risvolti sociali, politici ed economici. 

   FAMIGLIA CRISTIANA: Benedetto XVI: una scelta profetica

Sedotti dal Papa e dalla grandezza della sua scelta. Tre preti diversissimi tra loro, come don Luigi Ciotti, don Antonio Mazzi e don Fortunato di Noto, accomunati dal lavoro sulla “strada” tra i deboli, gli sbandati nelle curve della vita e le vittime della violenza, non hanno dubbi: quello di Benedetto XVI è stato un «grande, coraggioso gesto d’amore nei confronti della sua Chiesa». Una lezione magistrale. Soprattutto una «scelta profetica», gravida di buone notizie, capace di «provocare cambiamento». 

  Alberto Laggia:   «Il Papa ci ha preso in contropiede»

Le dimissioni del Papa sono un gesto epocalele cui conseguenze non si possono cogliere completamente in poco tempo. I precedenti storici sono lontanissimi e comunque imparagonabili rispetto al contesto odierno. Si tratta di un evento unico nel suo genere, un segno riformatore simile forse soltanto alla visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma (che rompeva con quasi duemila anni di ostilità tra cristiani ed ebrei) oppure all’indizione del Concilio Vaticano II. Un gesto, quello di lasciare il supremo ministero del Romano pontefice, di rottura netta e incontrovertibile ma nello stesso tempo semplice, umano e comprensibile soprattutto da chi vive nella sua esistenza concreta la dimensione della fragilità.

   Piergiorgio Cattani: La fragilità di un Papa "fallibile"

La “rinuncia” di Benedetto XVI costituisce indubbiamente un evento eccezionale. Ne sono testimoni l’attenzione dei media di tutto il mondo e la diversità delle valutazioni che ne sono state date nelle diverse sedi religiose e politiche. Valga per tutte quanto scrive Paolo Naso (Nev, n. 7/13): questo gesto «ha una evidente ricaduta sull’ecclesiologia e forse sulla stessa teologia cattolica: come pochi altri umanizza e vorrei dire “secolarizza” l’istituzione papale».
Nulla sarà più come prima. 

   Marcello Vigli: Una scelta "debole" tutta interna al sistema


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      Angelus/Regina Cæli - 17 febbraio 2013

     Discorso Ai membri dell'Associazione "Pro Petri Sede" (15 febbraio 2013)



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OPINIONI E COMMENTI

  PUBBLICATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE


"NON STRUMENTALIZZARE DIO PER IL POTERE" Benedetto XVI (Angelus di stamani) - Adesso il Papa sta per iniziare gli esercizi spirituali guidati dal Card. Gianfranco Ravasi


"NON STRUMENTALIZZARE DIO PER IL POTERE" 
Benedetto XVI

"....Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. 
Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene? ..." (Benedetto XVI, Angelus - 17.02.2013)

   il testo integrale: Angelus -17.02.2013

   VIDEO

OGGI INIZIANO GLI ESERCIZI SPIRITUALI DEL PAPA 
  guidati dal Card. Gianfranco Ravasi
Oggi (17.02.2013), alle ore 18, nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico, inizierò la mia predicazione degli Esercizi Spirituali per la Curia romana. Davanti a me, dopo secoli e secoli, circondato dai cardinali e dai vescovi curiali, sarà presente per la prima volta un Papa che ha formalmente rinunciato al suo officio pastorale universale, anche se temporaneamente ancora nelle sue funzioni. ...
Il mio ciclo di predicazione – che verrà pubblicato subito dopo, agli inizi di marzo, col titolo L'incontro – si staccherà dalla contingenza e respirerà, proprio secondo il desiderio di Benedetto XVI, l'atmosfera dell'anima che nella preghiera, nell'ascolto e nel silenzio trova il suo respiro. È lungo questo sentiero d'altura che si vive la fede autentica: infatti, un antico asserto latino affermava che lex orandi, lex credendi: la guida, la norma per il credere genuino è la via della preghiera. Anzi, idealmente trasformerò quel motto in ars orandi, ars credendi, perché pregare è un'arte, un esercizio di bellezza, di canto, di liberazione interiore. ...
È ascesi e ascesa, impegno rigoroso, ma anche volo lieve dell'anima verso Dio. Il tracciato sarà offerto dai Salmi, la raccolta biblica di preghiere sulla quale Dio stesso ha posto il suo sigillo, tant'è vero che il teologo martire, vittima del nazismo, Dietrich Bonhoeffer osservava che «se la Bibbia contiene un libro di preghiere, dobbiamo dedurre che la parola di Dio non è solo quella che egli vuole rivolgere a noi, ma è anche quella che egli vuole sentirsi rivolgere da noi». In questa esperienza il credente ritrova la propria identità spirituale. (Gianfranco Ravasi)

  Esercizi spirituali


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - "Il silenzio dopo l'oceano di parole" di Luca Rolandi - "L'enciclica non scritta di papa Benedetto" di Aldo Maria Valli


È trascorsa più di una settimana dall'annuncio che ha sconvolto, anche in termini positivi, la vita della Chiesa cattolica e determinato una nuova fase nella sua storia. Commenti, analisi, ringraziamenti e tristezza, apprensione e speranze. Non è stato un caso che fosse proprio nella settimana che apriva la Quaresima, il tempo delle rinunce e della preghiera, che Benedetto XVI ha dato l'annuncio.
Tutti hanno commentato la decisione di Benedetto XVI, dagli illustri studiosi di teologia e diritto canonico ai vaticanisti, dai commentatori laici ai cristiani semplici ma dal cuore addolorato per una improvvisa, sia pure preparata, ammissione di caducità umana. Un'esperienza che ha esaltato il ruolo Trinitario di un Dio che guida la chiesa oltre le povere opere di un uomo, anche quando lo chiamano, consideriamo e affettuosamente amiamo come Santo Padre.
Dopo giorni di omelie, scritti, tweet, post, documentari e speciali su ogni supporto mediatico ora il silenzio. Ovvero il rispetto per chi ha annunciato di volerlo e di aver "scelto di essere nascosto al mondo". Una lezione che dovrebbe fare pensare ciascuno di noi, sempre a caccia di una luce che possa gratificare il nostro ego...

    Il silenzio dopo l'oceano di parole di Luca Rolandi

Si sente dire in giro, anche da qualcuno nelle parrocchie, tra i fedeli: "Ma il Papa non doveva, non poteva. Non si scende dalla croce".
È forse il commento più avvilente, specie se fatto da credenti. Il Papa non sta scendendo dalla croce: ci sta salendo. Sta facendo l'esperienza dell'abbassamento, della spogliazione di sé. L'esperienza più radicale di abbandono nelle braccia del Signore.
Chissà quale tumulto di emozioni e di pensieri nella sua anima. Poi la scelta. Una scelta nata dalla preghiera, dall'ascolto di Dio, dal confronto con lui.
Si dice: il Papa stava scrivendo un'enciclica sulla fede, ma non l'avremo. Non è vero. L'enciclica sulla fede l'ha scritta: sta in questa sua sofferta decisione di farsi da parte agli occhi del mondo per mettersi sotto uno sguardo che conta infinitamente di più. È un'enciclica silenziosa, ma non meno efficace. E, non a caso, come sempre sono i più semplici a comprenderla.
Mentre i dotti fanno scorrere fiumi di parole per indagare le ragioni occulte delle dimissioni, gli umili hanno già capito: il Papa sta facendo l'esperienza di Gesù nell'orto dei Getsemani: "Ora l'anima mia è turbata". E dal turbamento nasce l'abbandono nelle braccia del Padre. Si potrebbe dire, e tutti lo diciamo prima o dopo, "salvami da quest'ora". Ma la fede sta nell'abbandono, nello spogliarsi di sé.
L'enciclica silenziosa di Benedetto ci parla della vita debole, della vita turbata. Ci parla di quella vita che normalmente non vogliamo vedere...

    L'enciclica non scritta di papa Benedetto di Aldo Maria Valli

Vedi i nostri precedenti post:
  • BENEDETTO XVI SI DIMETTE!
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 1 - Sodano - Bettazzi - Mancuso - Georg Ratzinger -
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 2 - Bregantini - Forte - Ciotti - Bianchi
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Caro Papa... di Alessandro D’Avenia
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - "La Quaresima di Benedetto e del Conclave" di Giorgio Bernardelli
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 3 - Vian - Messori - Massimo - Monaco - Corradi
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 4 - Brambilla - Bettazzi - Zollisch - Moraglia - Nosiglia


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"La mistica della Croce e la mistica del servizio" di mons. Bruno Forte



La mistica della Croce e la mistica del servizio
di mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto

Il paragone fra le scelte compiute da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI davanti al venir meno delle loro forze fisiche, è stato avanzato da più parti, talvolta soltanto per immaginare una contrapposizione e ipotizzare retroterra inquietanti. In realtà, l’accostamento fra i due Papi, figure dall’evidente diversità e dalla non meno profonda sintonia, può risultare particolarmente fecondo nell’aiutare a comprendere ciò che sta avvenendo al vertice della Chiesa cattolica e il suo possibile significato per il prossimo futuro.
La chiave di lettura più adeguata per interpretare il modo di porsi davanti alla malattia, alla sofferenza e alla morte del Papa polacco, è la mistica slava della Croce. . Avendo avuto il singolare privilegio di predicare a Giovanni Paolo II gli ultimi esercizi spirituali cui egli abbia potuto partecipare, ho avuto anche modo di ascoltare dalle sue labbra parole che restano scolpite nella mia memoria e nel cuore: “Il Papa deve soffrire per la Chiesa”. Ciò che mi colpì fu l’intensità con cui le diceva, in particolare la forza posta su quel “deve”...
Benedetto XVI si muove in un diverso orizzonte culturale e simbolico, quello della mistica occidentale del servizio. Egli è l’uomo che sa di dover dare gratuitamente quanto ha gratuitamente ricevuto. E sa che questo dare senza ritorno è il servizio cui è stato chiamato, tanto come pensatore della fede, quanto come pastore e apostolo, posto dal Signore a lavorare nella Sua vigna, umile operaio impegnato a spendere tutti i doni d’intelligenza e di fede, ricevuti da Dio, a favore della causa di Dio in questo mondo.
Anche questo servizio non è che una “imitatio Christi”...

    "La mistica della Croce e la mistica del servizio" di Bruno Forte (pdf)


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Verso il Conclave / 1


IL LASCITO DEL CARDINALE PER UN CAMBIAMENTO RADICALE DELLA CHIESA
... Le critiche espresse dal cardinale nel suo ultimo colloquio erano come un testamento, scritto per amore. Con fermezza poneva alcune persone al centro: i poveri, coloro che ricercano la fede, le donne e gli stranieri. A loro si era dedicato con tutte le forze per l'intera vita. Non a caso le sue richieste hanno preso il nome di «Agenda Martini» per il conclave...
Cosa dice l'«Agenda Martini» a proposito del profilo del nuovo Papa?
Deve essere un ottimista come Giovanni XXIII: non difendere ciò che è antiquato, ma aprire le porte della Chiesa al nuovo. Deve avere molta comprensione umana e fiducia nel futuro.
Deve avere amore come Paolo VI. Forse aveva un eccessivo timore delle possibilità offerte dalla tecnologia, dalla medicina e dalla libertà sociale, ma era una preoccupazione per l'uomo, come amava sottolineare il cardinal Martini quando criticava l'Enciclica Humanae Vitae. Lo poteva testimoniare egli stesso, poiché Paolo VI lo invitava spesso come un amico, a discutere di questioni bibliche.
Deve essere deciso come Giovanni Paolo II. Il cardinal Martini raccontava che il Papa polacco aveva nominato lui, originario di Torino, arcivescovo di Milano, senza ascoltare le obiezioni. Aveva deciso e basta. Con la sua forza riusciva a muovere molte cose in Vaticano e nella politica ecclesiastica. Una forza che ha fatto addirittura crollare la cortina di ferro.

    Martini voleva dire al Papa: servono giovani, poveri e donne

Intervista con il sudafricano Fox Napier uno dei favoriti
Non credo che sarà un conclave rapido come quello del 2005. Chiunque verrà eletto, ha la strada indicata e cioè dovrà completare la purificazione della Chiesa avviata da Benedetto XVI. Nella Cappella Sistina, il senso dell’universalità prevale sulle logiche regionalistiche e sui blocchi geografici di appartenenza». 
Il 71enne sudafricano Wilfried Fox Napier, porporato francescano, è in cima a tutte le lista dei papabili e i bookmaker inglesi scommettono che il «Papa nero» sarà lui (o il curiale ghanese Peter Turkson). Arcivescovo di Durban dal ’92, cardinale dal 2001, è stato nominato da Joseph Ratzinger presidente del Sinodo sull’Africa e membro di quattro dicasteri vaticani.
«Da questa profonda crisi possiamo uscirne con una forte rinascita spirituale, come avvenne ai tempi in cui San Francesco attuò la sua riforma morale». Appena sente l’ipotesi di una sua elezione ride e stempera la tensione con una battuta: «Comincerei come Benedetto ha terminato. Con la rinuncia». Poi il tono torna serio: «È già gravosa la responsabilità di partecipare al conclave, sull’esito non ha senso esprimersi. Sarà ciò che Dio vuole».

    "Il successore dovrà completare la purificazione della Chiesa"

... È questo il testimone che il Papa uscente consegna a voi, al suo successore e a tutti noi cristiani, chiamati a proseguire con i nostri diversi carismi sulla strada - certo, non facile - di una reale collegialità e trasparenza, di una maggiore sinodalità per un camminare insieme che ci veda coinvolti nelle scelte, nel quadro di un cristianesimo globale in cui i cristiani del sud del mondo sono ormai più (e più vivi) di quelli dei paesi tradizionalmente cristianizzati e in cui le donne chiedono giustamente a gran voce di essere finalmente protagoniste a pieno titolo. E chiamati ad annunciare con coraggio che il messaggio evangelico sarà realmente vivibile anche in futuro: perché il Dio di Gesù non è solo alleato dell’uomo in genere, ma anche dell’uomo postmoderno, che ha scoperto come valori irrinunciabili la ragione critica e la libertà di coscienza. Quella stessa cui si è richiamato Benedetto XVI per spiegare il valore autentico della sua scelta.

    Una bussola per la chiesa di domani di Brunetto Salvarani


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - UN PAPA SI DIMETTE PERCHÉ LA CHIESA SI CONVERTA di Marco Guzzi


Il 28 di febbraio, alle ore 20, Benedetto XVI non sarà più Papa, la Santa Sede sarà cioè vacante, anche se Joseph Ratzinger sarà ancora vivo.

Questo evento è sostanzialmente un unicum nella storia bimillenaria della Chiesa, in quanto gli antichissimi e rarissimi precedenti non sono comparabili a questo evento mediatico mondiale del 2013.

Punto finale e nuovo inizio
Gli effetti di queste dimissioni saranno immensi e duraturi nei prossimi decenni, anche se da più parti si tenta invano di normalizzare una situazione evidentemente eccezionale, e di sminuirne la portata storica.
Paradossalmente proprio questo Papa, che tanto ha insistito sulla necessità di ribadire la “continuità” nella storia della Chiesa, ha compiuto uno dei gesti di più radicale discontinuità che potessimo immaginare, un gesto che sarà ricordato come una rottura senza precedenti, una cesura epocale, un punto finale e un nuovo inizio.
Questo gesto si pone d’altronde nel novero dei grandi momenti di assoluta novità che segnano la storia della Chiesa dalla seconda metà del XX secolo in poi...

   UN PAPA SI DIMETTE PERCHÉ LA CHIESA SI CONVERTA di Marco Guzzi

Leggi anche i nostri post precedenti (nel post i link a quelli precedenti):
  • Dimissioni di Papa Benedetto XVI - "Il silenzio dopo l'oceano di parole" di Luca Rolandi - "L'enciclica non scritta di papa Benedetto" di Aldo Maria Valli


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Ultima Udienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro - video e testo integrale


UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 febbraio 2013

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato!
Distinte Autorità!
Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.
Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! E penso che dobbiamo anche dire un grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona adesso ancora nell’inverno.
Come l’apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato, anch’io sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga ed abbraccia tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie» che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo.
Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona (cfr Col 1,9-10)...

    il testo integrale dell'ultima Udienza di Benedetto XVI

    video


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Saluto di Benedetto XVI al Collegio cardinalizio - testo integrale e video


SALUTO DI CONGEDO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AGLI EM.MI SIGNORI CARDINALI PRESENTI IN ROMA
Sala Clementina Giovedì, 28 febbraio 2013

Venerati e cari Fratelli!
Con grande gioia vi accolgo e porgo a ciascuno di voi il mio più cordiale saluto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano che, come sempre, ha saputo farsi interprete dei sentimenti dell’intero Collegio: Cor ad cor loquitur. Grazie Eminenza di cuore. E vorrei dire – riprendendo il riferimento all’esperienza dei discepoli di Emmaus – che anche per me è stata una gioia camminare con voi in questi anni, nella luce della presenza del Signore risorto.
Come ho detto ieri davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San Pietro, la vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero. In questi otto anni, abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatti crescere nella comunione, e insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, così che il Collegio dei Cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale – concorrano sempre alla superiore e concorde armonia.
Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo dire - la ragione e la passione della vita...

     il testo integrale del saluto di Benedetto XVI al Collegio cardinalizio

    video


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"Così Benedetto ha rivelato il suo cuore" di Enzo Bianchi


C’era bisogno di questo testamento. Se il cuore di molti cattolici era stato profondamente scosso dall’improvvisa rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino, le sue parole nell’ultima udienza pubblica in piazza San Pietro hanno illuminato maggiormente quella decisione. Significativa è stata la scelta del brano della Lettera ai cristiani di Colossi in cui l’apostolo Paolo rende grazie a Dio per la testimonianza offerta da quella comunità: una scelta operata dal papa per poter esprimere, sulla falsariga delle parole apostoliche, il suo ringraziamento al Signore e alla Chiesa per la sua fede e la sua carità.
Questo discorso rivela bene il cuore di Benedetto XVI: otto anni fa ha accettato con vera obbedienza di diventare papa, ponendo al Signore una domanda: «Perché mi chiedi questo?». A settantotto anni, era consapevole della propria vecchiaia, di non aver fatto nulla per essere eletto, di dover «fare un mestiere» duro e faticoso. Fu chiamato a guidare una nave in mare agitato – un mare a tratti anche in tempesta – e diretta verso una meta con i venti contrari. Oggi, con la sua fede, confessa di non essersi mai sentito solo, neanche quando il Signore sembrava dormire e alcuni barcaioli non aiutavano a tenere la rotta ma facevano confusione.

    Così Benedetto ha rivelato il suo cuore di Enzo Bianchi



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Riflessioni di don Colmegna sulla scelta di Benedetto XVI alla luce dell'ultima intervista del card. Martini


È una giornata epocale quella di oggi (ndr 28/2/2013) che vede papa Benedetto XVI lasciare il pontificato, facendo di San Pietro una sede vacante. Lo è per me come per tutti i credenti, per quanti vivono la Chiesa con profonda ispirazione, per chi concilia la Chiesa come mistero con la Chiesa rivelatrice al mondo della buona notizia del Vangelo, della fratellanza umana, del Gesù morto e risorto, e rilegge la Chiesa con gli occhi della fede. È una grande testimonianza evangelica la scelta di Benedetto XVI che ci ha consegnato una dimensione umana del servizio e del ministero, della fragilità.
Forse, in questa giornata epocale, ha senso rileggere le parole dell’ultima intervista del cardinal Martini, spesso usate mediaticamente in chiave polemica...

    Nel giorno di Benedetto di don Virginio Colmegna

La riflessione di don Viginio Colmegna sulla scelta di Papa Ratzinger all'indomani della notizia.

   video


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  "Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita." (Benedetto XVI - l'ultimo tweet - 28.02.2013 ore 17.00)

  "Perché tutto questo coraggio il Papa non l'ha usato per cambiare la Curia? ... perché non ha cambiato quelle persone che l'hanno fatto penare? ... un Papa che lascia non è un momento di festa è un momento di dolore ... siamo alla ricerca della ragione ultima di questa scelta" (Dino Boffo - Direttore TV2000 - in diretta TV alle ore 18.00 del 28.02.2013)


  
Il Signore mi chiama...
  Tutto e tutti raccolgo nella preghiera...
  Ho sempre saputo...
  Vorrei invitare tutti...
  Amare la Chiesa significa...
  Nel nostro cuore...
  La Chiesa vive...
  Prima di salutarvi personalmente...
  Non sono più Pontefice...
  Non sono un adulatore...

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E’ stata pubblicata oggi l'attesa Lettera apostolica in forma di Motu proprio "Normas nonnullas" su alcune modifiche alle norme relative all’elezione del Papa, ecco il testo integrale

     Lettera Apostolica data Motu Proprio su alcune modifiche alle norme relative all'elezione del Romano Pontefice

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 La pagina della Santa Sede con Notizie, interviste e approfondimenti sugli ultimi giorni del Pontificato di Benedetto XVI

    Gli ultimi giorni del Pontificato di Papa Benedetto XVI

... Il primo pensiero che mi è balenato nella testa quando ho appreso della storica scelta del Papa è stato che molti lo avrebbero rivalutato. Il secondo che Benedetto XVI aveva intuito che alla Chiesa serviva una scossa, un atto inedito e coraggioso che costringesse i credenti a rimettersi in discussione...

  Fabio Colagrande:   Quella rinuncia che ci dà una scossa

È un bel paradosso, che il Papa dell'anti-relativismo sia finito per «relativizzare» uno degli aspetti che parevano più assoluti nel cristianesimo: il papato, appunto.

  Roberto Beretta:  Sulla disperazione dei tradizionalisti

... È la riprova che le categorie di "progressista" e "conservatore" valgono poco quando si parla di pontefici e, più in generale, di rappresentanti della gerarchia cattolica. La lettura, per forza di cose, deve sempre essere più complessa. Ma è anche la riprova del fatto che questo Papa e questo pontificato andranno analizzati con attenzione per capirne il ruolo e la portata...

   Aldo Maria Valli: Un Papa che ci sfida sull'idea del potere

In un giorno senza precedenti per la storia della Chiesa, Aleteia (aleteia.org) presenta il social event "La rinuncia di Benedetto XVI", in live streaming, alle ore 21 di giovedì 28 febbraio. L'evento è realizzato in collaborazione con Vatican Insider (vaticaninsider.lastampa.it) e con Telepace (telepace.it). Obiettivo dell'iniziativa è rispondere alle tante domande che la rinuncia di Benedetto XVI suscita negli utenti della rete. Esponenti autorevoli del mondo cattolico incontrano su Aleteia i blogger in diretta streaming, tramite il servizio di Google Plus Hangout.

    La rinuncia di Benedetto XVI (video)

Non riesco ad appassionarmi alle questioni relative alle dimissioni di Papa Ratzinger. Pur capendo che è certamente un evento storico, non riesco a percepire le ricadute che questo può avere sulla vita quotidiana di deboli e dereletti in tutto il mondo.
Mi pare che nell’ultima cena di Giovanni sia chi sta più in alto a lavare i piedi a chi sta sotto. La mia impressione, parlando con gente comune nelle parrocchie e ascoltando i vari commenti dei credenti praticanti, è che stiano tutti a guardare in alto e a preoccuparci per un uomo che si ritira in un isolamento che se non è dorato poco ci manca...

   PAX CHRISTI: Waiting for the Holy Spirit

Il commiato dai cardinali e il trasferimento in elicottero a Gastel Gandolfo: dalle 20 sarà "Sede vacante". Le priorità che la Chiesa si trova a fronteggiare viste dai missionari. 

   FAMIGLIA CRISTIANA: Joseph, ultimo giorno da Papa

... Quello che il Papa lascia al suo successore è dunque una crisi: perché è difficile attraversare questo passaggio. Il suo merito è di non averla nascosta nel trionfalismo di un Papa con le piazze piene e le chiese vuote. La Chiesa deve trovare la sua strada per poter ricominciare ad annunciare Dio e il suo vangelo nel nuovo ateismo della modernità.

   Raniero La Valle: Gesti moderni un Papa antico

Due portoni (Castel Gandolfo e Conclave) si chiudono, ma l'umanità non è esclusa. Quella di Benedetto con le vele spiegate del pellegrino, quella del nuovo Papa che ci sarà donato dallo Spirito Creatore

   Cristiana Dobner: Sulla soglia della storia

Ecco come i media internazionali hanno raccontato lo “storico ed emozionante” passo indietro

   VATICAN INSIDER: L'addio di Ratzinger visto dalla stampa estera


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Dal sito della Santa Sede un dono a tutti per ricordare Benedetto XVI...

     BENEDICTUS XVI

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“Riconoscenza di tutta la Chiesa” per l’”instancabile lavoro nella vigna del Signore”. È la “gratitudine” espressa al Papa emerito dal Collegio cardinalizio, nel telegramma letto dal cardinale decano Angelo Sodano durante la terza Congregazione generale di oggi. “I padri cardinali riuniti in Vaticano per le loro Congregazioni generali in vista del prossimo Conclave – il testo del messaggio, letto oggi ai giornalisti da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede – Le inviano in coro un devoto saluto con l’espressione della loro rinnovata gratitudine per tutto il Suo luminoso ministero petrino e per l’esempio loro dato di una generosa sollecitudine pastorale per il bene della Chiesa e del mondo”. “La loro gratitudine – prosegue il telegramma – vuole rappresentare la riconoscenza di tutta la Chiesa per il suo instancabile lavoro nella vigna del Signore”. “I membri del Collegio cardinalizio – la conclusione del testo – confidano infine nelle sue preghiere per loro, come per tutta la Santa Chiesa”...

  Il "Grazie" al Papa emerito


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1° anniversario della rinuncia di Benedetto XVI
al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro



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  Solo un Papa come...

  Oggi vi invito a pregare...


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Un anno fa la scelta di Benedetto XVI che ha cambiato la storia / 1




Dal manoscritto allo stupore dei cardinali. 

Le 24 ore che hanno cambiato la Chiesa

   Ecco i custodi del segreto di Ratzinger I testimoni di un grande addio

Da un anno il Vaticano non è più lo stesso. A cambiare il corso della storia è stato il gesto clamoroso con cui dodici mesi fa Benedetto XVI è tornato Joseph Ratzinger.
L'11 febbraio 2013 è festa in Vaticano per l'anniversario dei Patti Lateranensi. Il Pontefice tiene un concistoro per i decreti di canonizzazione di alcuni santi e dopo l'annuncio della data in cui questi saranno proclamati, Benedetto XVI comincia a leggere qualcos'altro, sempre in latino, da un foglio che tiene in mano. Deve dire qualcosa di «importante per la vita della Chiesa»: sta diventando vecchio («ingravescente aetate»). Spiega di non aver più le forze per governare la barca di Pietro in un mondo che diventa sempre più veloce. Dopo aver a lungo pregato, in coscienza ha deciso di lasciare. Annuncia l'inizio della sede vacante alle ore 20 del 28 febbraio. Una dichiarazione che Benedetto ha steso di proprio pugno il pomeriggio del giorno prima e che è stata tradotta nelle varie lingue in Segreteria di Stato all'alba di quel lunedì 11 febbraio, dopo che il Sostituto Angelo Becciu ha fatto giurare ogni traduttore che non avrebbe violato il segreto destinato a rimanere tale solo per poche ore.

   Quella rinuncia che ha cambiato la storia

11 febbraio 2013. Da quel giorno nulla è più stato come prima all’interno della cattolicità e del mondo intero. “Con piena libertà dichiaro di rinunciare al Ministero”; questa la formula utilizzata da Benedetto XVI per annunciare l’abbandono della Cattedra di Pietro. Con voce piana, per nulla gravata dal peso dell’annuncio, Joseph Ratzinger ha compiuto quel giorno il gesto più rivoluzionario chela Chiesa ha vissuto in epoca moderna. A un anno di distanza tutte le luci sono concentrate sulla forza carismatica di Francesco, sui suoi gesti e atti che hanno dato una decisa svolta all’azione della Sposa di Cristo in terra. Ma se tutto questo è stato permesso lo si deve a Benedetto XVI, alla sua forza e alla sua libertà. Una figura – come Paolo VI –forse non pienamente compresa da fedeli e no...
... Ma se Francesco può avviare una nuova pagina per la vita della Chiesa può compiere tutto questo grazie al gesto del mite rivoluzionario Benedetto. 

   Quel rivoluzionario di Papa Ratzinger

Per una riflessione sulla rinuncia di Papa Benedetto, un anno dopo, Alessandro Gisotti per Radio Vaticana ha intervistato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana.

   P. Lombardi: Benedetto XVI vive il tempo della preghiera, la sua rinuncia ha inciso nella storia della Chiesa (mp3)

Guarda il nostro post dell'annuncio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI:
   BENEDETTO XVI SI DIMETTE!


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Un anno fa la scelta di Benedetto XVI che ha cambiato la storia / 2


... Una decisione propria non di una personalità debole e remissiva, bensì di un uomo capace di esaminare lucidamente la propria coscienza e riconoscere che, per il bene della Chiesa, era opportuno fare un passo indietro e lasciare spazio a chi aveva forze ed energie maggiori.
Sta in questo la grandezza di una scelta in netta controtendenza con l'attuale società, con la dilagante occupazione delle "poltrone" e delle posizioni di rilievo. Lo spessore e la novità sta nel sapere dire di no, nel riconoscere i propri limiti, nella lucida disamina di quanto possiamo dare nei nostri rispettivi ruoli, considerando come prioritario lo spirito di servizio verso gli altri e non il tornaconto personale.
In una parola, il coraggio di saper rinunciare.
Una vicenda che ci ha insegnato come le azioni non siano da leggere nell'esclusivo significato semantico delle parole, bensì vadano contestualizzate alla luce di tanti altri aspetti.
La rinuncia al ministero petrino non va quindi interpretata nell'ottica di una privazione di qualcosa: quella di papa Benedetto non è stata la scelta di "lasciare" ma di svolgere il proprio compito nella Chiesa in modo differente rispetto al passato e più appropriato alle sue condizioni fisiche, dettate in primis dalle problematiche legate all'età...

   La lezione di papa Benedetto, un anno dopo

... Dom Claudio è un teologo fine e sa – naturalmente - che la rinuncia di un Papa era possibile, che è prevista nel diritto canonico romano, che lo stesso Ratzinger ne aveva parlato in diverse occasioni, “ma nella pratica sembrava impossibile dopo 600 anni” aggiunge, per poi ribadire che quella di Benedetto XVI “è stata veramente una cosa inaspettata”. Per ragioni che non si è soliti ascoltare. “Solo un papa come Benedetto XVI poteva fare un gesto del genere, perché ci vuole molta razionalità, e una grande fede, una grande santità di vita per mettere tutte le cose nelle mani di Dio. E lui – Ratzinger - è una persona così”...

   Le dimissioni di Ratzinger viste dal sud

Per la prima volta il Segretario dei due Papi racconta quei giorni drammatici. "Per me", dice, "fu come una coltellata".

   MONSIGNOR GEORG: «COSÌMATURÒ LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI»

Vedi anche il nostro post precedente:
   Un anno fa la scelta di Benedetto XVI che ha cambiato la storia / 1


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Un anno fa la scelta di Benedetto XVI che ha cambiato la storia / 3


L’11 febbraio di un anno fa, la Chiesa e il mondo venivano scossi dalla rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino. Quello che sulle prime fu un annuncio accolto con stupore e grande turbamento, nei giorni successivi venne lentamente compreso come un atto di lungimirante sapienza, possibile – nella sua sostanziale unicità – solo a un uomo e a un Pontefice di straordinaria intelligenza spirituale. Alessandro De Carolis rievoca in questo servizio le tappe che hanno scandito un mese ormai passato alla storia...

   Benedetto XVI e la rinuncia, il mese più lungo di una grande anima

È passato un anno dalla rinuncia di Benedetto XVI. Un evento storico, che ha dato ai credenti una Chiesa ringiovanita e al mondo una sponda più solida per chi vuole sottrarsi all’omologazione individualista, nichilista, liberista. Ratzinger non sapeva che i cardinali avrebbero eletto Bergoglio, il primo papa dell’emisfero sud del mondo, il primo a prendere il nome di Francesco. Ma ha voluto, cercato, preparato quella rottura. Non basta certo il diritto canonico per spiegare le dimissioni. E non bastano neppure gli scandali, l’ingovernabilità della curia, l’accerchiamento mediatico, la viltà e l’incoerenza di tanti ecclesiastici, l’affanno di fronte alla secolarizzazione dell’Occidente cristiano.
In quell’atto di umiltà e di fede che è stata la rinuncia al papato, c’era un’intelligenza del tempo. E c’era anche lo spirito del Concilio, quello che tanti conservatori e reazionari volevano comprimere e sterilizzare, pensando che proprio il grande teologo Ratzinger fosse il giusto normalizzatore. Invece papa Benedetto ha riaperto alla Rivelazione la porta della storia. Come fece il Vaticano II chiamando i cristiani a cogliere con speranza i «segni dei tempi». E Ratzinger lo ha fatto – qui sta la grandezza del gesto – riconoscendo un proprio limite, anzi una propria impossibilità. Non ha rinnegato nulla del suo magistero, dei suoi scritti, dell’incessante ricerca di un nuovo dialogo tra fede e ragione, di quell’idea di verità che contrasta il relativismo assoluto: ma la dottrina stava diventando impronunciabile in un contesto di crescente ostilità verso la Chiesa, di fronte a incoerenze interne che il vecchio papa non riusciva più a governare, di fronte a pregiudizi che i fatti concreti (gli episodi di pedofilia, i dossier di Vatileaks, le inchieste sullo Ior, gli scontri interni alla gerarchia) confermavano e incrementavano. La rottura – cioè la scelta di spalancare le finestre davanti all’assedio – era il solo modo per riconsegnare intatto il patrimonio apostolico alla comunità cristiana.
Papa Francesco è stato eletto in questo contesto, creato consapevolmente da Benedetto...

   Le dimissioni di Ratzinger e la conversione del papato


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Quando il Papa ritornò "solo" un uomo di Enzo Bianchi


Un anno fa «un fulmine a ciel sereno», come disse il cardinal Sodano, raggiunse la chiesa cattolica, impreparata a vivere una situazione inedita da molti secoli: un vescovo emerito di Roma vivente sotto un nuovo pontificato. Cosa aveva condotto Benedetto XVI a compiere il gesto delle dimissioni? La situazione di conflittualità, di scandali nella curia romana stimolava ancor di più le domande che assumevano anche contorni inquieti. In verità Benedetto XVI nella sua breve dichiarazione di rinuncia aveva affermato l'essenziale: in ragione dell'età avanzata, essendo venute meno le forze necessarie, non si sentiva più adeguato all'esercizio del suo ministero e perciò, in obbedienza alla sua coscienza esercitata nell'ascolto della parola di Dio e nella preghiera, si ritirava
nel nascondimento per essere intercessore per la chiesa.
Una novità, questa icona di preghiera nella chiesa assunta da un successore di Pietro, una novità eloquente per tutti i cattolici che hanno amato e ascoltato questo papa come per quelli che hanno accolto magari con fatica il suo magistero. Nella messa che il cardinale Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco, aveva celebrato in occasione della morte di papa Paolo VI nel lontano 1978 così aveva affermato: «Possiamo immaginare come poteva essere pesante il pensiero di non poter appartenere a se stesso... essere incatenato fino alla fine, con il suo corpo che l'abbandonava, a un compito che esige, giorno dopo giorno, l'impegno vivo e pieno di tutte le forze umane». Ratzinger dunque era abitato da un pensiero chiaro, maturato da tempo sulla doverosa rinuncia da compiere al venir meno delle forze: come aveva detto a se stesso, così ha fatto...

   Quando il Papa ritornò "solo" un uomo di Enzo Bianchi


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"Benedetto, la rinuncia e la papolatria" di Giuseppe Savagnone


Benedetto, la rinuncia e la papolatria
di 
Giuseppe Savagnone 

A distanza di un anno, ricordare il gesto profetico con cui Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni significa sicuramente qualcosa di più di una formale commemorazione ed esige, piuttosto, una riflessione su ciò che esso può significare per noi oggi. Se si prova a fare questo sforzo, si percepisce subito che, dei messaggi che, implicitamente, quel gesto conteneva, ce ne sono alcuni che sono stati ampiamente recepiti. Primo fra tutti, l'esigenza di una desacralizzazione della figura del Vicario di Cristo che, senza minimamente intaccarne la dignità, la riconducesse a un dimensione più umana e più vicina alle fragilità che gli uomini e le donne del nostro tempo quotidianamente sperimentano. Mai come nella scelta di riconoscere pubblicamente la propria debolezza Benedetto è stato apprezzato e capito anche da chi lo aveva sempre criticato. E Papa Francesco, che tanto spesso è stato contrapposto al suo predecessore, ha in realtà, sotto questo profilo, raccolto con personale convinzione la sua eredità, dandone una interpretazione creativa i cui frutti sono sotto i nostri occhi.
Vi è però un altro aspetto di quel gesto che sembra essere rimasto del tutto nell'ombra. Senza pretendere di leggere nelle intenzioni di Benedetto, il significato oggettivo della sua scelta, per tanti versi irrituale e traumatizzante, è stato di evidenziare che i papi passano, mentre la Chiesa resta. Per chi era abituato a tributare alla persona del Sommo Pontefice in carica una venerazione assoluta, quelle dimissioni sono state un richiamo a ricordare che il papa è, con la sua altissima autorità, un servitore - «servus servorum» - , e non un monarca, l'unica figura rappresentativa e quasi riassuntiva della istituzione ecclesiastica. A maggior ragione, non può esserlo la singola personalità che svolge quel servizio. Basta pensare al fatto che il primato di Pietro non ha mai preteso di abolire o sostituire l'autorità dei vescovi nelle rispettive diocesi, ma ha sempre cercato di coniugare l'universalità e l'unità della Chiesa universale con la varietà e la ricchezza delle Chiese particolari.
Ebbene, su questo punto, a un anno dalle dimissioni di Benedetto, il messaggio sembra essere caduto nel vuoto. Oggi più che mai la Chiesa dà l'impressione di essersi identificata con papa Francesco. Sono tra coloro che ogni giorno ringraziano Dio per avercelo donato. Sono perfino stupito che egli risponda così perfettamente alle mie segrete speranze e gioisco nel vedere quali trasformazioni di stile, di approccio ai problemi, di linguaggio, egli abbia introdotto in una istituzione che da tempo sembrava "ingessata". Detto ciò, ho la sensazione che la personalizzazione del papato e la identificazione della Chiesa intera con esso non solo non siano stati superati - come sarebbe stato nella logica del gesto di Benedetto XVI - , ma anzi siano ancora più accentuati rispetto al passato.
Francesco in questo non ha alcuna responsabilità. Fa continui sforzi per richiamare tutti, nella comunità cristiana, ad assumersi le proprie responsabilità...

   "Benedetto, la rinuncia e la papolatria" di Giuseppe Savagnone


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... Il suo gesto profetico, quello non di abbandonare la nave e di ritirarsi su di un’isola fantastica e degna del paese di Bengodi, ma di cederne il timone perché lo Spirito potesse soffiare con più vigore sulle vele tese, si rivela, di giorno in giorno sempre più pervaso dell’unzione dello Spirito stesso. ...
A nuovo soffio, nuovo timoniere. A nuova temperie, nuovo scrutatore dei segni dei tempi. Non viltà ma intelligenza nella vita dello Spirito. Non codardia ma puro coraggio nell’affrontare i propri limiti. Non senilità incombente ma vigore giovanile di acume storico. L’annuncio fu drammatico, forse colse di sorpresa per la sua repentinità, una sorta di fulmine a ciel sereno. I commenti, con ogni registro di supposizioni, retropensieri, si sprecarono. Ben pochi furono coloro che ne colsero l’ampio spettro profetico...

  Cristiana Dobner:  A nuovo soffio nuovo timoniere

La rinuncia, come tutto il Pontificato di Benedetto XVI, è stata ispirata dal Concilio Vaticano II. Ne è convinto il teologo mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che in questa intervista di Fabio Colagrande si sofferma sulla decisione del Papa emerito e sui risvolti della rinuncia un anno dopo

  Bruno Forte: Benedetto XVI è un Padre della Chiesa moderna, sua rinuncia atto di profonda onestà

Dall'annuncio delle dimissioni alla sede vacante, i giorni della rinuncia di Ratzinger al soglio petrino attraverso i migliori articoli di ZENIT

  ZENIT: Benedetto XVI: un anno fa il discorso in latino che rivoluzionò la storia

In occasione del primo anniversario della rinuncia di Papa Benedetto XVI (11 febbraio 2013 - 11 febbraio 2014 - 11 febbraio 2014) abbiamo interpellati diversi vaticanisti con questa domanda: A un anno di distanza dalla rinuncia di Papa Ratzinger e dei fatti successivi quale considerazione fondamentale ti senti di fare, quella che ritiene la più rilevante?

  IL SISMOGRAFO: Benedetto XVI: la rinuncia


Un anno fa Benedetto XVI lasciava per "vecchiaia" il soglio di Pietro: uno "choc" che ha reso possibile le novità di Francesco

  Giacomo Galeazzi - Andrea Tornielli: Quella rinuncia che ha cambiato la storia

A un anno da quell'11 febbraio in cui Benedetto XVI annunciò al mondo la sua storica rinuncia al pontificato, una nuova opera potrebbe portare ulteriore luce sulla figura del Pontefice emerito e sulle sue dimissioni. A scriverla è uno dei giornalisti e scrittori che meglio conoscono Joseph Ratzinger, il tedesco Peter Seewald, che con l'allora Papa firmò nel 2010 il libro-intervista «Luce del mondo».

  Giacomo Galeazzi: Vita di Joseph

Nelle dimissioni del Papa tedesco, il teologo conciliare messo a guardia dell'ortodossia wojtyliana e fatto salire sulla cattedra di Pietro alla soglia degli ottant'anni, c'è forse tutta la grandezza di Joseph Ratzinger, che con questo gesto ha indicato alla sua Chiesa una nuova strada...

  Carlo Marroni: Un gesto dirompente per una nuova Chiesa

"Sapevo della rinuncia di Benedetto XVI da un po' di tempo prima, ma l'ha detto con l'ordine di non dirlo a nessuno. L'ultimo giorno del Pontificato per me è stato un dolore abbastanza forte". Sono le parole pronunciate da monsignor Georg Gaenswein, che è stato segretario particolare di papa Ratzinger.

  Dolore nel giorno della rinuncia di Benedetto (video)

“Ritirato con la mia preghiera, sarò sempre con voi, e insieme andiamo avanti con il Signore”. Con queste parole, il 14 febbraio dell’anno scorso, Benedetto XVI si congedava dai parroci della sua diocesi di Roma, tre giorni dopo l’annuncio della rinuncia al ministero petrino. A un anno di distanza da quel gesto epocale, Alessandro Gisotti ha intervistato il segretario particolare del Papa emerito e prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gänswein.

  RADIO VATICANA: Mons. Gänswein: Benedetto XVI ha vissuto con grande serenità l'11 febbraio di quest'anno


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  PUBBLICATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE


Benedetto XVI risponde con una lettera ad Andrea Tornielli, vaticanista della Stampa



«Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino» e le «speculazioni» in proposito sono «semplicemente assurde». Joseph Ratzinger non è stato costretto a dimettersi, non l'ha fatto a seguito di pressioni o complotti: la sua rinuncia è valida e oggi nella Chiesa non esiste alcuna «diarchia», nessun doppio governo. C'è un Papa regnante nel pieno delle sue funzioni, Francesco, e un emerito che ha come «unico e ultimo scopo» delle sue giornate quello di pregare per il suo successore. 

Dal monastero «Mater Ecclesiae» dentro le mura vaticane, il Papa emerito Benedetto XVI ha preso carta e penna per stroncare le interpretazioni sul suo storico gesto di un anno fa, rilanciate da diversi media e sul web in occasione del primo anniversario della rinuncia. Lo ha fatto rispondendo personalmente a una lettera con alcune domande che gli avevamo inviato nei giorni scorsi, dopo aver letto alcuni commenti sulla stampa italiana e internazionale riguardanti le sue dimissioni. In modo sintetico ma precisissimo, Ratzinger ha risposto, smentendo i presunti retroscena segreti della rinuncia e invitando a non caricare di significati impropri alcune scelte da lui compiute, come quella di mantenere l'abito bianco anche dopo aver lasciato il ministero di vescovo di Roma. 
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   Ratzinger: la mia rinuncia è valida, assurdo fare speculazioni

   video



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"Affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno, anche nella fatica ..." - Un anno dopo l'ultima Udienza Generale di Benedetto XVI -


A un anno di distanza riproponiamo il post con l'ultima udienza di Benedetto XVI, evidenziando alcuni passaggi del suo discorso che a nostro avviso risulta interessante rileggere alla luce di quanto accaduto nel corso di quest'anno ed anche utile per dissipare dubbi e speculazioni emersi in questi giorni.

BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 febbraio 2013
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato!
Distinte Autorità!
Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.
Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! 
...
In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita.
...

Per leggere il testo integrale e rivedere il video vai al nostro post:

   Ultima Udienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro - video e testo integrale


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  In questo momento il mio animo...
  Non abbandono la croce...

A un anno di distanza riproponiamo il post con il saluto di Benedetto XVI al Collegio Cardinalizio con il testo integrale ed il video
Il saluto dell'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio al minuto 32.50 nel video del post
  Saluto di Benedetto XVI al Collegio cardinalizio - Testo integrale e video
 
  Prima di salutarvi personalmente...
  Non sono più Pontefice...

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«Attentissimo» alla vita della Chiesa guidata da papa Francesco con cui ha un «ottimo rapporto» e nessuna «contrapposizione», nonostante quello che scrivono «alcuni giornalisti». «Attento» anche alle vicende del mondo - con un occhio particolare all’Italia e alla sua Germania. Molto impegnato a disbrigare una copiosa corrispondenza privata che cresce di giorno in giorno. È questo il Papa emerito Benedetto XVI visto molto da vicino che l’arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare e prefetto della Casa Pontificia del suo successore, racconta ad Avvenire.

  Gianni Cardinale:  «Il mio anno vissuto al fianco del Papa emerito»

Un anno dopo, abbiamo ancora nel cuore l’alzarsi in volo di quell’elicottero, nel cielo di Roma. Erano le 17 e 5 minuti di un pomeriggio quasi tiepido, di sole chiaro e acerbo. Il grosso apparecchio bianco si è sollevato da terra in un frastuono di pale e motori, lento ha preso quota, poi ha descritto una gran curva ed è tornato sopra San Pietro, come in un saluto. Suonavano a distesa le campane e noi, per strada, abbiamo alzato gli occhi.
«È l’elicottero del Papa», ci siamo detti fra sconosciuti, e ci siamo fermati, lo sguardo al cielo. E nelle facce di molti, mentre l’apparecchio rombando ci sorvolava, uno sbalordimento attonito, e la tristezza di un commiato di cui ancora non ci si capacitava.

  Marina Corradi:  Abbiamo visto e capito


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