QUELLI DELLA VIA
  Il portale di chi è alla ricerca di Verità 

"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"





SPECIALE
QUARESIMA - PASQUA 2013
Pagina in continuo aggiornamento

ULTIMI INSERIMENTI


29/4/2013

V Domenica di Pasqua

video

Lectio di Fr. Egidio Palumbo

***

Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

***

 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


***
   La prova del nove...

di Antonio Savone


***
La fede professata con l'amore 
 Giovanni Berti

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22/4/2013

IV Domenica di Pasqua

video

Lectio di Fr. Egidio Palumbo

***

Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

***

 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


***
   Voce e passi...

di Antonio Savone


***
Gesù o il sergente Hartman? 
 Giovanni Berti

*****

18/4/2013

III Domenica di Pasqua

video

La sapienza dell'amore la vera forza dell'evangelizzazione
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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Omelia (video) 
P. Aurelio Antista

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Solo l'amore...

di Antonio Savone


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Il Risorto insistente... per fortuna 
 Giovanni Berti

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8/4/2013

II Domenica di Pasqua

video

  Crescere come Corpo donato del Signore
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Assenze eloquenti...

di Antonio Savone


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Siamo il miracolo di Dio 
 Giovanni Berti

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Domenica di Pasqua
Resurrezione del Signore

video
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Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   In compagnia...

di Antonio Savone


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Gesù non è qui 
 Giovanni Berti

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Veglia Pasquale nella Notte Santa

video
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Omelia (video) 
P. Aurelio Antista

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 Omelia 

di Enzo Bianchi


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   Lasciarsi prendere per mano...

di Antonio Savone



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Venerdì Santo

video
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Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

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 Omelia 

di Enzo Bianchi


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   Il coraggio di farsi avanti...

di Antonio Savone



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30/3/2013

Giovedì Santo

video
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Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

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 Omelia 

di Enzo Bianchi


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   Dall'amore per la forza alla forza dell'amore...

di Antonio Savone



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  Domenica delle Palme / Domenica di Pasqua- Risurrezione del Signore


   Conformi a Cristo povero per una Chiesa povera
Meditazione di Fr. Egidio Palumbo

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Domenica delle Palme

video
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Omelia (video) 
P. Aurelio Antista

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Non per forza...

di Antonio Savone



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18/3/2013

video
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V Domenica di Quaresima


   L'incontro tra la misera e la misericordia
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Dall'accusa alla responsabilità...

di Antonio Savone


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I gesti della misericordia 
 Giovanni Berti

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IV Domenica di Quaresima

video
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  Il Padre compassionevole e misericordioso
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Il miraggio della libertà...

di Antonio Savone


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Nel nostro volto il volto di Dio  
 Giovanni Berti

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5/3/2013

III Domenica di Quaresima


  Il perdono gratuito precede la conversione
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Accorgersi...

di Antonio Savone


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2/3/2013

III Domenica di Quaresima

video
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II Domenica di Quaresima

video
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 Contempliamo Gesù trasfigurato
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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 Commento al Vangelo 

di Enzo Bianchi


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   Non smettere di sognare...

di Antonio Savone


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   Gesù l'Eletto senza elezioni  
 Giovanni Berti

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18/2/2013

I Domenica di Quaresima

video
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 Contempliamo Gesù messo alla prova dal Divisore
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

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 Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

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 Commento al Vangelo  (pdf) 

di Enzo Bianchi


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 Interroga la tua storia...

di Antonio Savone


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V2
 QUARESIMA... nell'anno della Fede



La Quaresima è uno dei tempi forti che la Chiesa cattolica celebra lungo l'anno liturgico. È il periodo che precede la celebrazione della Pasqua e che, secondo il rito Romano, dura quarantaquattro giorni (partendo dal mercoledì delle Ceneri) mentre, secondo il rito Ambrosiano, ne dura quaranta, a partire dalla domenica successiva al Martedì Grasso. Tale periodo è caratterizzato dall'invito insistente alla conversione a Dio.  È un cammino di preparazione a celebrare la Pasqua che è il culmine delle festività cristiane

Le opere della penitenza quaresimale sono:

  • Il digiuno ecclesiastico: anche se limitato al Mercoledì delle ceneri e al Venerdì santo, esprime la partecipazione del corpo nel cammino della conversione e propizia l'astensione dal peccato.
  • L'astinenza dalle carni il venerdì: era al principio segno di povertà, essendo nell'antichità il pesce più economico che la carne. È segno dell'abbandono del lusso per vivere una vita più essenziale.
  • La preghiera: La Quaresima è tempo di più assidua e intensa preghiera, legata molto strettamente alla conversione, per lasciare sempre più spazio a Dio. Preghiera individuale e comunitaria.
  • La carità: la Quaresima è tempo di più forte impegno di carità verso i fratelli. Non c'è vera conversione a Dio senza conversione all'amore fraterno.
La chiesa insegna che queste opere devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in vista della conversione, e non fine a se stesse.

 Le pratiche penitenziali




Pagina  del sito  della Santa Sede 


  Abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi (1Gv 4,16)
 
Energia pulita per la salvezza del mondo
Il mondo intero è alla ricerca di una fonte di energia pulita, capace di sostenere lo sviluppo e la crescita dei popoli, rispettando l’ambiente e la salute umana. Le parole del Santo Padre nel messaggio per la Quaresima di quest’anno indicano un’altra fonte di energia, fin da subito ampiamente disponibile. Questa risorsa non serve direttamente allo sviluppo tecnologico o economico, non alimenta i processi lavorativi, ma è offerta come forza che riaccende la speranza, che crea relazioni nuove, come medicina che risana tensioni e rancori: si tratta della carità divina, dell’amore di Dio che si è manifestato in Cristo, e che una catena di testimoni ci ha trasmesso.
S.E. Mons. Mariano Crociata
Segretario  Generale della CEI
 


  CENERE ED ACQUA
  Riflessione di don Tonino Bello




CHE COSA È L’ICONA?

 ICONA DI GESÙ “PANTOCRÁTOR” E MAESTRO



guida alla lettura dell'icona

a cura di Fr. Egidio Palumbo

 della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto



 ICONA DELLA  RISURREZIONE O DELLA DISCESA AGLI INFERI I



guida alla lettura dell'icona

a cura di Fr. Egidio Palumbo

 della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto





 
Un percorso di preghiera /contemplazione con le icone, per riscoprire che credere è bello e vivere in Cristo ci rende “immagini” dell’amore del Padre, dipinte dallo Spirito Santo



Credere… è bello! Vivere nello Spirito di Cristo… è splendido! E’ questo il filo conduttore della rubrica che propone un percorso a tappe, nella preghiera-contemplazione dei misteri della nostra fede, raffigurati da iconografi antichi e contemporanei.

1. Credo... nella bellezza della mia fede - LO SPLENDORE DELLA FEDE.  



  La Quaresima si offre come un tempo di grazia del tutto particolare e noi non vogliamo che ci scivoli via, così senza che sia stata vissuta al meglio!
Sussidio della commissione nazionale per la preghiera e la liturgia della Gi.Fra. per la meditazione personale, e per vivere insieme il tempo della Quaresima in attesa della Pasqua!








RIFLESSIONI





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 La Pasqua secondo Martini (pdf) 

Dialogo tra mons. Gianfranco Ravasi e mons. Carlo Maria Martini (allora Arcivescovo di Milano):
LA PASSIONE, LA RISURREZIONE E GERUSALEMME.

 

... Se si vuol dire questo evento con il linguaggio d’oggi, bisogna partire da un’esperienza vissuta, di novità, di perdono, di speranza, di apertura di orizzonti, di chiarimento di senso, di vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, del perdono sulla vendetta. E tutto questo centrato sulla figura di Gesù, sul fatto della sua vittoria non solo sulla morte, ma anche sul senso della morte...
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 "Il senso della Pasqua per chi non crede"

di Carlo Maria Martini

 

Mentre il Natale suscita istintivamente l’immagine di chi si slancia con gioia (e anche pieno di salute) nella vita, la Pasqua è collegata a rappresentazioni più complesse. È la vicenda di una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, di un’esistenza ridonata a chi l’aveva perduta. Perciò, se il Natale suscita un po’ in tutte le latitudini (anche presso i non cristiani e i non credenti) un’atmosfera di letizia e quasi di spensierata gaiezza, la Pasqua rimane un mistero più nascosto e difficile...
 La domanda che mi faccio è: che cosa dice oggi a me, anziano, un po’ debilitato nelle forze, ormai in lista di chiamata per un passaggio inevitabile, la Pasqua? E che cosa potrebbe dire anche a chi non condivide la mia fede e la mia speranza?...
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  Profumo di quaresima: non solo cenere"  
Marco Tibaldi

Il segno tradizionale con cui inizia la quaresima è la cenere. Segno austero, ci ricorda che “siamo polvere e in polvere torneremo”. Per questo è anche un segno funereo perché parla del nostro limite, della nostra fine, in una parola della nostra morte. Già questo è sufficiente per renderci tristi. Se poi pensiamo che la quaresima ci prepara al più grande funerale della storia, la passione di Gesù, il senso di grigiore e mestizia non può che aumentare.
Molti dei nostri contemporanei, sia ‘praticanti che ex’, la vedono così e cercano di tenersi il più lontano possibile da questo periodo dell’anno e dalla sua conclusione. É noto che la notte di Natale le chiese sono comunque piene, mentre il triduo pasquale è normalmente ignorato. Il primo suona come un mistero che ha che fare con la vita, mentre il secondo con la morte che nessuno vuole vedere in faccia: da qui la fuga dalla quaresima.
C’è però un altro segno, il profumo, spesso ignorato, che ci può aiutare a vedere le cose in un modo diverso.

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 QUARESIMA
Istruzioni d’uso

P. Alberto Maggi

Con il mercoledì delle ceneri inizia la quaresima. Per comprendere il significato di questo periodo occorre esaminare la diversa liturgia pre e post-conciliare.
Prima della riforma liturgica, l’imposizione delle ceneri era accompagnata dalle parole “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, secondo la maledizione del Signore all'uomo peccatore contenuta nel Libro della Genesi (Gen 3,19). E con questo lugubre monito iniziava un periodo caratterizzato dalle penitenze, dai sacrifici e dalle mortificazioni.
Oggi l’imposizione delle ceneri è accompagnata dall'invito evangelico “Convertiti e credi al vangelo”, secondo le prime parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Marco (Mc 1,15).
Un invito al cambiamento di vita, orientando la propria esistenza al bene dell’altro e a dare adesione alla buona notizia di Gesù. L’uomo non è polvere e non tornerà polvere, ma è figlio di Dio, e per questo ha una vita di una qualità tale che è eterna, cioè indistruttibile, e per questo capace di superare la morte. In queste due diverse impostazioni teologiche sta il significato della quaresima.
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Mercoledì delle Ceneri
Gl 2,12-18       Sal 50,3-6.12-14.17            2Cor 5,20-6,2            Mt 6,1-6.16-18   



 Il simbolo della quaresima: le ceneri
Osvaldo Rinaldi

Il cammino quaresimale inizia con il rito dell’imposizione delle ceneri, un rito che ha sempre bisogno di essere approfondito per coglierne tutte le sue profondità.

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 Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

... dal nostro passato abbiamo ricevuto un messaggio poco adatto per vivere un po' meglio questo periodo della quaresima; abbiamo ereditato un linguaggio che si è soffermato eccessivamente sull'aspetto penitenziale, per cui per molti di noi dire quaresima è dire penitenza, è dire fioretti... ma ci accorgiamo che manca quello che dovrebbe darci la motivazione, perché affrontiamo il tempo della quaresima? dove vogliamo arrivare? cosa comporta anche nella nostra vita dal punto di vista del rinnovamento, cambia anche un modo di guardare, di gustare, di vedere, di rapportarci con gli altri? la quaresima a che serve?

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 Alla ricerca della verità del proprio essere

di Enzo Bianchi


Ogni anno ritorna la quaresima, un tempo pieno di quaranta giorni da vivere da parte dei cristiani tutti insieme come tempo di conversione, di ritorno a Dio. Sempre i cristiani devono vivere lottando contro gli idoli seducenti, sempre è il tempo favorevole ad accogliere la grazia e la misericordia del Signore, tuttavia la Chiesa – che nella sua intelligenza conosce l’incapacità della nostra umanità a vivere con forte tensione il cammino quotidiano verso il Regno – chiede che ci sia un tempo preciso che si stacchi dal quotidiano, un tempo “altro”, un tempo forte in cui far convergere nello sforzo di conversione la maggior parte delle energie che ciascuno possiede. E la Chiesa chiede che questo sia vissuto simultaneamente da parte di tutti i cristiani, sia cioè uno sforzo compiuto tutti insieme, in comunione e solidarietà

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 Fede per niente...

di Antonio Savone


Ritornate a me...
E' con questo appello accorato da parte del Signore che si apre ogni anno il nostro itinerario quaresimale. E' egli stesso, infatti, a prendere l'iniziativa di mettere nel nostro cuore il desiderio di far ritorno. Dipendesse da noi, continueremmo a vagare senza meta in cerca di luoghi o esperienze di fortuna che possano placare il desiderio vivo di qualcuno che finalmente ci faccia gustare la pace...



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I Domenica di Quaresima
Dt 26,4-10       Sal 90            Rm 10,8-13            Lc 4,1-13



 Contempliamo Gesù messo alla prova dal Divisore
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

...Contemplando Gesù che lotta contro il Divisore e ne esce vincitore, impariamo anche noi a lottare come Lui con le armi delle fede e della Parola (seconda lettura: Rm 10,8-13). Impariamo che in Gesù siamo anche noi figli di Dio, e in Gesù siamo anche noi fratelli dell’umanità. Perciò la terra dove ci è dato di abitare e di vivere non è di nostra proprietà, non possiamo fare tutto quello che vogliamo per coltivare, in modo autoreferenziale, i nostri interessi (cristiani o umani, pastorali o politici o economici), perché la terra è dono di Dio. Di essa noi non siamo i padroni, i “padri-eterni”, ma i custodi e i gli umili collaboratori di Dio, alla maniera del “servo inutile” (Lc 17,7-10), di colui che non cerca l’utile proprio....

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 Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

... mi sembra bello e opportuno partire da questa professione di fede (ndr. l'ultima predica di Mosè - I Lettura Dt 26,4-10), perché è come se venissimo messi difronte a quello che è il sentire di Dio, Dio ha non solo un suo sentimento, ma un suo progetto, quello che noi chiamiamo la volontà di Dio, la volontà di Dio è che non ci può essere una creatura uscita dalle sue mani che possa diventare schiava; Dio non sopporta che la sua creatura, quella creatura fatta a sua immagine e somiglianza possa essere ridotta in schiavitù, la schiavitù è inconcepibile, è inammissibile per Dio, qualsiasi ragione, economica, politica... non ci sono ragioni talmente importanti da portare una creatura a diventare schiava, oppressa... nessuno può essere ridotto in schiavitù, ma di fatto...


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 Commento al Vangelo  (pdf)

di Enzo Bianchi


... Ogni Sì, realmente Gesù è stato tentato, è stato posto di fronte alla possibilità di vivere per se stesso, uscendo dalla comunione con Dio e con i fratelli: dobbiamo prendere sul serio le tentazioni vissute da Gesù, perché solo così potremo imparare da lui l’arte della lotta.
Luca esemplifica in numero di tre le tentazioni subite da Gesù: mutare le pietre in pane, possedere i regni della terra, gettarsi dall’alto del tempio per essere salvato dagli angeli...

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 Interroga la tua storia...

di Antonio Savone


Anche su di noi è sceso lo Spirito. Anche noi siamo stati battezzati. Anche noi amati come figli. Eppure anche noi sospinti nel deserto. Figli amati, eppure sempre confrontati con il vuoto e con la lotta. Sempre tentatidi perseguire progetti a nostra misura. Ci è promessa una terra e invece troviamo il deserto. Sarà poi quella che abbiamo intrapreso la via che conduce alla terra promessa? C'è davvero una terra promessa?....

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II Domenica di Quaresima
Es 3,1-8.13-15       Sal 102           1Cor 10,1-6.10-12            Lc 13,1-9




Contempliamo Gesù trasfigurato

Lectio di Fr. Egidio Palumbo

Nella seconda tappa del cammino quaresimale siamo invitati a sostare sul Monte della Trasfigurazione percontemplare nell’umanità di Gesù la presenza della Luce irradiante di Dio (Lc 9,28-36). Colui che abbiamo contemplato nella lotta contro il divisore, vincendolo con le armi della Parola di Dio e della fede incondizionata in Dio suo Padre, ora lo contempliamo trasfigurato nella sua umanità dalla Luce del Padre. La trasfigurazione è la meta del cammino della Quaresima: la Pasqua del Signore, la sua Risurrezione. Ma è anche la meta del cammino della nostra vita: la trasfigurazione della nostra fragile persona che il Signore, alla sua venuta, renderà conforme alla sua persona risorta e vivente (seconda lettura: Fil 3,17- 4,1). Ecco perché noi, come ospiti e pellegrini sulla terra – e non come padroni di essa: «la nostra cittadinanza infatti è nei cieli», scrive l’apostolo Paolo –, attendiamo la sua Venuta nella Gloria. 

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Se la prima domenica di Quaresima ci ha presentato Gesù a confronto con la tentazione, faccia a faccia con Satana nella solitudine del deserto, questa seconda domenica ci mostra Gesù che conosce la trasfigurazione del suo volto e di tutta la sua persona, resa partecipe dell’indicibile gloria del Padre. Nell’itinerario quaresimale la trasfigurazione di Gesù indica il fine a cui tende questo cammino: la resurrezione, di cui la trasfigurazione è anticipazione e profezia....
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Non smettere di sognare...

di Antonio Savone


Di
 chi
 fidarsi? 
Ci
 sono 
momenti
 –
periodi,
 addirittura
–
 in
 cui
 con
 più
 forza 
avvertiamo 
di
 essere 
come 
ad
 un 
bivio: 
cosa
 scegliere?
 C’è
 un
 modo
 diverso 
di 
stare 
nella
 vita 
che
 non 
sia
 l’utilizzo
 del
 potere,
 il
 far
 leva
 sull’avere,
 l’agire
 strumentalizzando
 Dio?
 Se
 scelgo
 Dio
 e
 rinuncio 
a
 quanto 
la 
vita
 talvolta 
mi 
serve 
su 
un 
vassoio 
d’argento 
(com’era 
accaduto 
a 
Gesù
 nel
 deserto 
della
 prova), 
questo 
Dio 
cosa
 potrà 
offrirmi
 in 
cambio?
....

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Gesù l'Eletto senza elezioni...

di Giovanni Berti


... Nei giorni in cui molti gareggiano per essere eletti, noi cristiani siamo invitati a guardare e ad ascoltare all’unico eletto, che è Gesù. La prima differenza, non piccola, tra i politici e Gesù, è che quest’ultimo è scelto da Dio, mentre loro sono scelti da noi… E’ una coincidenza, certo, ma mi fa pensare. Penso al mio atteggiamento di cristiano e cittadino, chiamato ad essere l’uno e l’altro insieme, senza separazioni. Penso che la mia fede, che coltivo nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nella partecipazione alla preghiera comunitaria, non posso separarla dalla mia vita sociale, dalle mie scelte quotidiane al di fuori dagli ambienti strettamente ed esplicitamente religiosi...

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III Domenica di Quaresima
Es 3,1-8a.13-15       Sal 102            1Cor 10,1-6.10-12            Lc 13,1-9



 Il perdono gratuito precede la conversione
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

Dopo aver contemplato il Cristo provato e trasfigurato, la liturgia con il vangelo di questa domenica ci pone davanti alla nostra responsabilità di credenti: o intraprendere un cammino serio di conversione o cadere in uno stato di “morte esistenziale”, di sterilità e aridità (Lc 13,1-9). Dopo aver contemplato Cristo, colui che non si è lasciato sedurre dal male e colui che comunica nella sua umanità la Luce irradiante del Padre, non possiamo rimanere gli stessi di prima.Ma dove ascoltare l’appello alla conversione?

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 Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato più volte Gesù ci ha ricordato "Convertitevi...". Questo invito ci è stato rivolto già all'inizio della Quaresima, questo periodo che precede la Pasqua e che ci porterà a celebrare il mistero della Resurrezione di Gesù, ma non solo della Resurrezione di Gesù, ma anche della nostra resurrezione; siamo noi chiamati a risorgere, a diventare creature nuove, a partecipare della vitalità di Gesù. Allora perché questo avvenga Gesù ci dice ritornate a guardare il volto di Dio, il mio volto e cambiate mentalità, questo vuol dire convertirsi... la conversione è lasciarci abbracciare da Dio, ritornare a guardare il Suo volto...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Dopo averci presentato le tentazioni di Gesù e la sua trasfigurazione, l’itinerario quaresimale proposto dalla chiesa in questo anno liturgico C è un invito a meditare sulla misericordia di Dio che in Gesù Cristo sempre ci chiama a conversione, cioè a ritornare a Dio stesso con tutto il cuore, la mente e le forze. Il brano odierno del vangelo secondo Luca si colloca al cuore della salita intrapresa con decisione da Gesù verso Gerusalemme (cf. Lc 9,51), dove si compirà la sua passione, morte e resurrezione. Gesù ha appena chiesto a quanti lo ascoltano di esercitarsi a discernere i segni dei tempi, a valutare da se stessi ciò che è giusto (cf. Lc 12,54-57), ed ecco che alcuni sottopongono alla sua attenzione un tragico fatto di attualità, così come ne accadono ancora ai nostri giorni: gli riferiscono «circa quei galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici». La mentalità religiosa del tempo vedeva in avvenimenti come questo un segno del castigo di Dio per il peccato, facendone un’occasione di giudizio sulle vittime…

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  Accorgersi...

di Antonio Savone


Di
 Quando 
il
 tragico
 viene 
a 
interrompere 
la 
normale 
vicenda
 degli 
uomini, 
è
 quasi 
innato 
il
 bisogno
 di
 stabilire
 una
 responsabilità, 
è
 istintivo 
andare
 alla
 ricerca
 di
 quale
 possa
 essere
 stata 
la 
causa
 scatenante 
un 
evento
 che
 altrimenti
 resterebbe 
senza 
capi
 di
 accusa.
 Tuttavia,
 non
 sempre 
è 
possibile 
attribuire 
alla
 cattiveria 
di 
qualcuno 
la 
responsabilità
 di
 certi 
incidenti
 che 
sono
 fatali 
per 
la
 vita
 umana. 
E 
in
 questi 
casi
 non
 interessa 
tanto 
il
 come
 siano 
accadute 
le
 cose
 quanto 
il
 perché 
siano
 avvenute.
 Chi
 c’è
 dietro 
certe 
catastrofi
 naturali?
 Chi
 c’è
 dietro 
un
 incidente?
 Chi
 dietro 
un 
suicidio?
 Quand’anche
 non
 sia 
di 
Dio
 la 
responsabilità,
 perché
 non
 ha
 impedito
 che 
accadesse
 quella
 strage 
o 
quel 
disastro? Perché è
 rimasto
 spettatore 
muto,
 egli
 che 
è 
l’Onnipotente?....

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IV Domenica di Quaresima
Gs 5,9a.10-12       Sal 33            2Cor 5,17-21            Lc 15,1-3.11-32



 Il Padre compassionevole e misericordioso
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

Dopo l’invito pressante alla conversione del vangelo di domenica scorsa, comprendiamo, con il vangelo di questa domenica, verso dove ci conduce la conversione, qual è l’approdo del cambiamento del nostro stile di vita: volgere lo sguardo verso il Padre per diventare, come Lui, compassionevoli e misericordiosi (Lc 15, 1-3.11-32). Già altrove nel vangelo di Luca, e precisamente nel contesto delle Beatitudini, Gesù ci ricorda l’impegno di vita a diventare «misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36): qui misericordia esprime la capacità di mostrare gratuità e benevolenza verso chi si trova nel bisogno. E narrando la parabola del Samaritano, Gesù, in Lc 10,33.37, invita ad imitare l’atteggiamento compassionevole di costui che, gratuitamente, si è preso cura dell’uomo lasciato mezzo morto sulla strada. La compassione e la misericordia sono due atteggiamenti paterni e materni che declinano l’amore ed esprimono gratuità e accoglienza.

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 Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

Questa è la quarta domenica di quaresima, una domenica che ha un titolo: domenica in laetare... questa letizia pasquale, è come se il clima della Pasqua ormai riempie, avvolge la nostra vita... Per tutti noi c'è la possibilità di fare Pasqua, perché per tutti noi il Signore si china...
il Padre ha un solo desiderio: donarci la bellezza di essere figli, la dignità di figli... che Padre! e, se dietro questo volto di Padre nel racconto di Gesù c'è il volto di Dio, che Dio folle! Ma può essere che noi siamo cresciuti non lasciandoci evangelizzare da questa pagina?... può essere che non riesce a spezzare, a rompere il nostro modo di guardare, di giudicare?...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Nel brano evangelico odierno Gesù annuncia lamisericordia gratuita e preveniente di Dio, forza capace di convertire le nostre vite. E lo fa con una delle parabole più note, che i padri della chiesa definivano «il Vangelo nel Vangelo»: la cosiddetta parabola del «figlio prodigo», meglio definibile come parabola del «Padre prodigo d’amore»…

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 Il miraggio della libertà...

di Antonio Savone


Scandalizzava
 eccome
 l’atteggiamento
 di 
quel 
Maestro 
di 
Galilea.
 Destabilizzava
 pensieri 
e
 comportamenti
 piuttosto
 consolidati.
 I
 farisei
 faticavano
 non
 poco
 a
 ravvisare
 in
 quella
 condivisione
 di 
mensa 
tra 
Gesù 
e 
peccatori,
 uno
 dei
 tratti 
del
 volto 
stesso 
di
 Dio. 
Proprio 
per
 questo
 motivo
 Gesù 
li
 aveva
 messi
 a
 parte 
di
 questa 
parabola 
dall’esito
 non 
scontato.
 Era
 cominciato
 tutto
 col
 miraggio
 della
 libertà
 e
 dell’emancipazione.
 Proprio
 come
 cominciano
 tutte
 le
 nostre
 fughe
 all’insegna
 delle
 più
 lusinghiere
 prospettive
 allorquando
 agogniamo 
territori
 ed 
esperienze 
in 
cui 
finalmente 
poter 
essere 
noi
 stessi
 lontano
 da 
tutti 
e
 da
 tutto...

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  Nel nostro volto il volto di Dio

di Giovanni Berti


In questi giorni, gli occhi di tutti nel mondo sono puntati verso il Vaticano. Non solo i cristiani cattolici, ma anche tanti cristiani di altre confessioni e persino tantissimi non-cristiani, sono attenti a quel che si sta svolgendo tra le mura di San Pietro a Roma, in attesa di quel che uscirà dal vicinissimo Conclave. L’elezione di un papa non è certo una cosa scontata. Sembra proprio che dal volto che si affaccerà dal balcone di San Pietro dipenda il volto di tutta la Chiesa Cattolica. Quale sarà il volto della Chiesa dei prossimi anni?
Dal volto dei figli si intravede il volto dei loro genitori, dal volto dei cristiani si intravede il volto di Dio stesso.
La parabola del Vangelo ci parla proprio di una famiglia, di due figli e del loro padre...

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V Domenica di Quaresima
Is 43,16-21       Sal 125            Fil 3,8-14            Gv 8,1-11



 L'incontro tra la misera e la misericordia
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

Con il vangelo di questa domenica (Gv 8,1-11) l’itinerario della quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di confrontarci con la Misericordia di Dio e la conseguente gratuità del suo perdono, affinché anche noi impariamo ad essere misericordiosi e a perdonare gratuitamente. Il contesto che precede la pagina evangelica (cf. Gv 7) riguarda la festa ebraica delle capanne (cf. Lv 2334-43), una delle grandi feste di pellegrinaggio al Tempio, dove si fa memoria del cammino del popolo di Dio nel deserto e del dono della Legge, della Torah, che è Acqua viva che disseta e Luce che illumina il cammino (cf. Gv 8,12).

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 Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

... Disponetevi ad accogliere la novità che io sto facendo nella vostra vita... Dio vuole dare davvero qualcosa di nuovo nella nostra vita se apriamo il nostro cuore, la nostra mente, la nostra intelligenza, la nostra volontà alla bellezza del Suo volto, del Suo lieto annunzio, Lui ci vole fare risorgere a vita nuova... La novità di Dio è proprio Gesù, il Figlio Suo, Dio salva, questo vuol dire Gesù, è il Figlio Suo che si è fatto fratello nostro e lo troviamo che percorre le vie di questo mondo per cercare di raccogliere questa nostra umanità...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Come già nelle due domeniche precedenti, anche la pagina evangelica odierna costituisce un pressante invito a meditare sulla misericordia di Dio narrata da Gesù Cristo in mezzo agli uomini: la misericordia, capace di ricreare l’uomo e di riaprire un futuro a chi non ha più alcuna speranza, può spingerci alla conversione dei nostri pensieri e delle nostre azioni. È inoltre significativo che il nostro testo sia stato collocato nel quarto vangelo solo dopo aver a lungo peregrinato da un vangelo all’altro, perché il suo contenuto era ritenuto scandaloso dagli stessi cristiani…

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 Dall'accusa alla responsabilità...

di Antonio Savone


Gliel’hanno
 portata
 davanti
 così
 come
 l’hanno
 trovata,
 colta
 in
 flagrante
 adulterio.
 Aveva mendicato
 attenzione,
 amore,
 riconoscimento
 fuori
 dalla
 sua
 legittima
 relazione.
 Aveva
 abbandonato
 la
 sua
 relazione
 coniugale,
 aveva
 tradito
 colui
 col
 quale
 era
 stata
 legata
 indissolubilmente
 non 
già
 da
 un
 contratto 
umano 
ma 
addirittura
 dal 
vincolo 
di
 sangue
 con 
cui
 il
 suo
 Signore 
l’aveva
 sposata. La 
sua
 colpa 
era
 evidente. 
Oh
 sì. 
Certo 
che 
era 
evidente! 
Come 
negare
 i 
fatti?....

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  I gesti della misericordia

di Giovanni Berti


I gesti a volte dicono più delle parole… Un gesto arriva più velocemente al cuore, e le parole servono a spiegare meglio il significato del gesto. Il problema è che quando i gesti non sono in sintonia con le parole, si crea un cortocircuito che non porta da nessuna parte.
Il Vangelo di questa quinta domenica di quaresima è pieno di gesti e poche ma significative parole.

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SETTIMANA SANTA
Domenica delle Palme

Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme Lc 19,28-40
Is 50,40-7      
Sal 21            Fil 2,6-11            Lc 22,14-23,56




 Omelia (video) 
P. Aurelio Antista

" Il racconto della passione del Signore... racconto fatto di parole pesate, meditate, prima di essere scritte perchè contengono il messaggio della salvezza di tutti noi.
In questa parola passione noi riassumiamo tutte le sofferenze e le umiliazioni subite da Gesù... ma c'è anche un'altro significato della parola "passione", il suo amore appassionato, smisurato, che lo porta a consegnarsi per le sofferenze di tutti...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Nella prima domenica di Quaresima, alla fine del racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, abbiamo ascoltato questa precisazione lucana: «dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da Gesù per ritornare al tempo fissato» (Lc 4,13). Ed eccoci giunti altempo fissato, l’ora della passione, l’ora in cui Gesù è nuovamente tentato dal demonio ed è sottoposto a una prova terribile, angosciosa: restare fedele al Padre, anche al prezzo di subire una morte violenta in croce, oppure percorrere altre vie, quelle suggerite dal demonio, che portano come promessa sazietà, potere, ricchezza, successo? La passione secondo Luca è davvero l’ora della grande tentazione non solo di Gesù, ma anche dei discepoli, dunque della chiesa...

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 Non per forza...

di Antonio Savone


Poco
 o
 tanto
 abbiamo
 tutti
 frequentato
 un
 certo 
immaginario
 su
 Dio
 che
 ce 
lo
 restituiva
 come
 custode 
geloso
 della 
propria
 autosufficienza.
 Fatichiamo 
a 
tenere 
insieme 
grandezza 
di Dio
 e
 quel 
suo 
incedere
 a 
dorso 
di 
un 
asino,
 segno 
dello
 stile 
mite
 e 
umile
 con 
cui
 incede 
nella
 vita 
dell’umanità!
Come
 dar
 torto
 ai
 Giudei
 che,
 nei
 giorni
 immediatamente
 prima
 della
 passione,
 contestavano 
a
 Gesù 
il
 fatto
 che
 egli
 potesse 
essere 
il
 Figlio
 stesso
 di
 Dio?
 Come
 non
 patire
 scandalo 
di
fronte 
a 
uno 
che
 si 
ritrova
 alla 
mercé 
di 
un 
tribunale
 terreno 
e 
non 
batte
 ciglio 
per
 difendersi?
 Come 
poter 
pensare
 che 
abbia 
delle 
prerogative 
divine 
uno
 che 
si
 ritrova 
bersaglio
 dell’umano 
risentimento? 
Come 
tenere 
insieme 
il
 nostro 
immaginario
 su
 Dio 
e 
la
 rivelazione
 di 
Dio 
che
 Gesù 
attesta
 di 
essere?
....

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Domenica delle Palme / Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore

 
Conformi a Cristo povero per una Chiesa povera

Meditazione di Fr. Egidio Palumbo

... È significativo che la Grande Settimana o Settimana Santa – la Settimana che ci fa rivivere il Mistero Pasquale, mistero centrale della vita cristiana – si apre con la contemplazione del Cristo umile e povero, ingiustamente condannato, ma che Dio ha innalzato come Risorto. Gesù appartiene a quella grande schiera di umili e di poveri della storia che sono perseguitati e patiscono l’ingiustizia. 
Dalla Domenica di Passione fino alla Domenica di Resurrezione, tutta la Grande Settimana è attraversata dal filo d’oro (non certo l’unico) della povertà di Cristo e, di riflesso, della povertà della sua Chiesa. Seguiamone l’intreccio...

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Giovedì Santo
Is 61,1-3.6.8-9       Sal 88            Ap 1,5-8            Lc 4,16-21




 
Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

La vita di Gesù è stata sempre donazione, attenzione agli altri, consegna nell'amore, desiderio di dare dignità ad ogni uomo; è passato facendo del bene, ridando la vista ai ciechi, mettendo in cammino chi faceva fatica perché era zoppicante, perché era bloccato, ridando libertà, gioia, questo ha fatto Gesù durante tutta la sua vita. E adesso ci dice l'Evangelista che Gesù sa bene, è cosciente, è consapevole che la sua vita terrena sta andando a compimento e Lui vuole manifestare fino in fondo che cosa significa amare. L'amore che ha manifestato all'umanità facendosi fratello, compagno di viaggio lo vuole esprimere senza nessuna riserva, fino in fondo...

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 Omelia

di Enzo Bianchi


Il Signore ci ha parlato, noi siamo restati in ascolto: si tratta ora semplicemente di accogliere la sua Parola, di aprire i nostri cuori perché la Parola del Signore possa trovare dimora nelle nostre vite. 
Le tre letture ci testimoniano la celebrazione della Pasqua nell’antica alleanza (Es 12,1-14), la celebrazione della Pasqua nella comunità della nuova alleanza (1Cor 11,23-32) e la celebrazione della Pasqua operata da Gesù nell’ora del suo esodo da questo mondo al Padre (Gv 13,1-15). La Pasqua è il mistero centrale della fede per il popolo di Israele e per la chiesa cristiana…

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 Dall'amore per forza alla forza dell'amore...

di Antonio Savone


Un 
ennesimo 
gesto
 di
 pazienza 
e
 di
 attenzione
 di
 Gesù
 verso 
i
 suoi.
 Leggo 
così 
quanto 
egli
 compì
 la
 sera
 della
 Cena 
con 
i
 suoi
 e 
per 
i 
suoi. 
Più 
 volte, 
lungo 
il 
cammino 
che 
li
 portava
 a
 Gerusalemme,
 egli
 aveva 
lasciato 
intendere 
attraverso
 segni
 e
 parole 
quale
 fosse 
l’esito
 di
 quel
 viaggio.
 Aveva
 rivelato
 un
 Dio
 ad
 altezza
 d’uomo
 e
 tutte
 le
 volte
 aveva
 dovuto
 misurare
 l’abissale 
distanza
 dei
 suoi 
da 
quella
 prospettiva.
 Aveva 
fatto 
ciò 
che 
fa 
un
 adulto
 quando 
vuol
 parlare
 confidenzialmente 
con 
un 
bambino: 
si 
pone
 al
 suo
 livello. 
E,
 invece, 
aveva 
trovato 
gli
 apostoli
 irriducibilmente
 attestati
 su
 logiche
 di
 potere,
 perché
 avvertivano
 stretta
 quella
 misura...

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Venerdì Santo
Is 52,13-53,12       Sal 30            Eb 4,14-16; 5,7-9            Gv 18,1-19,42



Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

Quello che abbiamo celebrato ieri sacramentalmente oggi lo riviviamo attraverso questo racconto della Passione del Signore; quasi la possibilità di ritornare sul luogo e di accompagnarlo, poter seguire i momenti di questa Passione e di scoprire anche dove ci porta perché il punto finale di questo racconto è l'accenno a questo giardino dove il Signore viene deposto. E la parola giardino fa richiamare in noi quell'immagine iniziale della prima pagina della Bibbia dove il Signore depone l'uomo nel giardino; ridare a questa terra l'opportunità di essere questo giardino, non luogo di morte, non un inferno, ma luogo di vita...

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 Omelia

di Enzo Bianchi


Anche oggi Dio ci ha parlato e noi abbiamo ascoltato la sua Parola. Si tratta ora semplicemente di ruminare in noi questa parola, di considerarla, in modo da prolungare la nostra assiduità con la Parola che ci dà la vita.
In questa liturgia l’unità delle tre letture è evidente. Nel profeta Isaia (cf. Is 52,13-53,12) viene presentato dal Signore il suo Servo, un Servo che ha successo, un Servo che trova consenso, un Servo che viene esaltato, potremmo dire un Servo la cui missione è veramente compiuta. Ma ecco che improvvisamente questo Servo così glorificato, così esaltato, diremmo così accolto da tutti, viene presentato come un Servo che non ha bellezza né splendore, un Servo che in realtà non attira, un Servo che non ha un parola, che è diventato afono e muto: se aveva una parola, l’ha persa, se aveva un volto che poteva richiamare gli sguardi a lui, ora ha un volto dal quale ci si allontana con lo sguardo...

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 Il coraggio di farsi avanti...

di Antonio Savone


Sembrava
 tutto
 irrimediabilmente
 perso.
 Tutto
 era
 finito
 conficcato
 a
 quella
 croce.
 Una
 volta
 di
 più 
era 
evidente
 che
 quell’uomo 
era 
un 
impostore,
 un 
bugiardo:
 non 
era
 stato
 in 
grado di
 salvare
 se
 stesso,
 come
 avrebbero
 potuto
 credergli?
 Tuttavia,
 proprio
 nel
 cuore
 del
 dramma,
 comincia
 a
 germogliare
 qualcosa
 di
 inatteso.
 Già
 quello
 stare
 delle
 donne
 e
 del
 discepolo
 amato
 era
 il
 segno
 che 
forse
 ci
 si 
può 
misurare 
con 
la
 morte 
non
 in
 modo 
univoco.

Ma 
c’è
 una 
figura
 che 
quest’anno
 mi 
accompagna 
più 
delle 
altre
 e
 vorrei
 condividerla
 con
 voi.
 Si 
tratta
 di
 Giuseppe 
d’Arimatea...

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Veglia Pasquale della Notte Santa
RISURREZIONE DEL SIGNORE

Lc 24,1-12



Omelia (video) 
P. Aurelio Antista

E' notte Santa! Questa è la notte in cui il Signore veglia. E anche noi stiamo vegliando alla Sua presenza. Questa è la notte in cui il Signore squarcia le tenebre più fitte e crea cose nuove. Crea la vittoria della vita sulla morte, la vittoria dell'amore su ogni forma di odio. Questa è la notte in cui Dio fa sorgere da morte Gesù di Nazareth e lo costituisce Signore della storia, il vivente, il datore di vita nuova...

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 Omelia

di Enzo Bianchi


Siamo qui in assemblea santa perché crediamo che Cristo è in mezzo a noi, è il Vivente per sempre, è il Vincitore della morte, quella morte che opera in ciascuno di noi ma che il Vincitore della morte ha sconfitto per sempre. Ci siamo detti l’un l’altro che Cristo è risorto, non solo perché lo crediamo ma perché lo sperimentiamo, anche in questo rinnovato ricominciare nella sequela di Cristo. Ci siamo detti l’un l’altro che Cristo è risorto, perché sentiamo che se c’è in noi l’amore è perché lui ce lo ha donato, perché lui ci insegna a viverlo gli uni con gli altri. Abbiamo ascoltato la Parola del Signore che ci ha rivelato perché questo mondo esiste, perché noi siamo stati creati e in questo mondo siamo nati e ora viviamo...

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 Lasciarsi prendere per mano...

di Antonio Savone


Come
 vorrei
 che
 gustassimo
 tutti
 il
 senso
 di
 questa
 veglia
 pasquale.
 Essa
 è
 unica
 nel
 suo
 svolgimento.
 Rappresenta
 il 
cuore
 della
 vita 
della 
Chiesa.
 Senza 
ciò 
che 
celebriamo 
in
 questa
 veglia,
 nulla
 di
 quello
 che
 siamo
 e
 facciamo
 come
 cristiani
 avrebbe
 senso:
 ben
 a
 ragione
 l’apostolo
 Paolo
 afferma 
che 
sarebbe 
vana 
la 
nostra 
fede.
 Ciò
 che 
più 
mi
 colpisce
 di
 questa 
veglia
 è 
il 
fatto 
che 
la
 Chiesa 
non 
neghi 
la 
reale 
condizione
 dell’uomo.
 Noi
 incontriamo
 sempre
 il
 Signore
 non
 in
 un
 clima
 rarefatto
 ma
 nella
 nostra
 condizione 
reale.
 Lo
 attestano 
i 
tanti
 segni
 che
 percorrono 
questa
 celebrazione.

Perché
 celebriamo
 nel
 cuore
 della
 notte?...

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Domenica di Pasqua
RISURREZIONE DEL SIGNORE
At 10,34.37-43       Sal 117            Col 3,1-4            Gv 20,1-9



Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

Oggi davvero è il grande giorno, è il giorno del Signore, il giorno in cui facciamo memoria della sua risurrezione, una risurrezione che noi accogliamo attraverso i simboli, soprattutto il cero pasquale illuminato è la presenza del Signore in mezzo a noi, è Lui il Vivente, il Risorto e poi, soprattutto, il tono della liturgia, questi alleluia che risuonano non solo nella chiesa, ma anche dentro di noi, che avvertiamo questo invito alla lode. La parola "Alleluia" significa "lodate il Signore", è questa lode continua che vuole farsi strada, ma la pagina del Vangelo ci riporta con i piedi per terra, perché è come se ci costringesse a guardarci in faccia, a guardarci l'un l'altro ma a guardare anche noi stessi, dentro, per questi due discepoli di Emmaus, potremmo considerarli come nostri compagni, ci assomigliano per un certo verso, costituiscono anche un invito a compiere il cammino fino in fondo...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Nell’ora della morte di Gesù, presso la croce vi erano solo alcune donne, tra cui Maria di Magdala, e il discepolo amato, che non riuscivano a credere possibile la fine ignominiosa di quel rabbi e profeta di Nazaret da loro tanto amato. Eppure al tramonto di quel venerdì 7 aprile dell’anno 30 la morte sembrava proprio aver posto la parola fine sulla vita di Gesù, l’uomo capace di raccontare in modo unico il volto di Dio (cf. Gv 1,18).
Ma ecco che all’alba del 9 aprile, Maria di Magdala non si rassegna: «nel giorno dopo il sabato si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio». Essa non va per ungere il cadavere (cf. Mc 16,1), ma è spinta solo dall’amoreper quel Gesù che l’aveva liberata da «sette demoni» (cf. Lc 8,2) e restituita alla vita piena, un amore tale da non arrestarsi neppure di fronte alla morte...

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 In compagnia...

di Antonio Savone



Ogni 
anno,
 la
 domenica 
di 
Pasqua, 
a
 farci
 entrare 
nel
 mistero
 che
 questo
 giorno 
dischiude
 per
 noi,
 sono
 tre
 degli
 amici
 di
 Gesù.
 Ciascuno
 per
 la
 sua
 parte
 consegna
 a
 noi
 quasi
 una
 diversa 
prospettiva
 dalla
 quale
 misurarsi 
con 
la 
risurrezione.
 Essi
 rappresentano 
tre 
modi 
per
 incontrare 
il
 Risorto.
La
 prima 
che 
incontriamo 
è 
una 
donna,
 Maria 
di
 Magdala,
 una 
di
 quelle
 che 
non 
era 
fuggita
 quando 
il
 Maestro
 e 
l’Amico
 era
 stato
 condannato.
 La
 spavalderia 
degli 
uomini 
era
 stata
 come
 raggelata
 di
 fronte
 alla
 paura
 del
 pericolo
 di
 condividere
 la
 stessa
 sorte
 del
 Maestro.
 Il
 femminile,
 solitamente,
 è
 l’elemento
 che
 più
 riesce
 a
 reggere
 di
 fronte
 al
 dramma
 e
 all’incombere
 della
 prova...

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  Gesù non è qui...

di Giovanni Berti


Non è qui!… Non è qui!
È questa la breve frase che mi risuonava continuamente in testa mentre mi trovavo, questa estate, seduto in disparte davanti alla tomba di Gesù, sotto la grande cupola della Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Ero seduto su uno dei pochi spazi liberi per sedersi, cercando di leggere e meditare il racconto evangelico della resurrezione, mentre una folla di persone entrava e usciva dalla cappella che racchiude la memoria del luogo dove è stato deposto Gesù morto, e dove le donne, secondo il Vangelo, erano state avvisate dei due personaggi in abito sfolgorante che lui era risorto, e che “non è qui”!...

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II Domenica di Pasqua
At 5,12-16       Sal 117            Ap 1,9-11.12-13.17-19            Gv 20,19-31



 Crescere come Corpo donato dal Signore
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

Siamo nel tempo pasquale. Esso ha avuto inizio con il Giorno della Risurrezione del Signore, il quale viene caratterizzato, letteralmente, come “l’uno dei sabbati” (Gv 20,1), vale a dire: come un giorno nuovo che si aggiunge ai sette giorni della settimana, ovvero il giorno ottavo (Gv 20,26). 
Chi l’ha fatto questo giorno nuovo? Afferma il Sal 118,24, ripreso dalla liturgia del tempo pasquale, «questo è il giorno che ha fatto il Signore» (salmo responsoriale di questa domenica). Il Giorno della Risurrezione è un Giorno Nuovo, perché è il Giorno Ottavo, cioè il “Giorno senza tramonto”, “il Giorno che non ha fine”, e per questo è il Giorno che racchiude e contiene in sé i sette giorni della settimana. D’ora in poi il cristiano è chiamato a vivere gli altri giorni della settimana alla luce del Giorno Nuovo, dell’Giorno Ottavo della Risurrezione, a viverli cioè come “figlio della luce” (cf. Gv 12,36; 1Ts 5,5; Ef 5,8), come “figlio della Risurrezione” (Lc 20,36 e parall.) 
Il tempo pasquale, allora, pur se composto di cinquanta giorni, in realtà dalla liturgia è vissuto come se fosse un giorno solo, cioè il Giorno Ottavo della Risurrezione del Signore..

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Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

Mi stupisce e mi meraviglia sempre la pazienza di Dio, la bontà di Dio... davvero l'amore di Dio è fedele e in Gesù questo amore di Dio diventa fedeltà umana e pazienza, e il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato mette bene in evidenza questa pazienza e quest'amore di Dio che ci riempie il cuore di speranza perché Gesù è il Vivente, il Risorto e si fa presente alla Sua comunità, gli undici (manca Giuda che ha tradito) che sono riuniti, hanno paura, sono a porte chiuse e hanno già sentito dire che Gesù è risorto... però, malgrado tutto questo, sono ancora impauriti, hanno subito un trauma terribile vedendo Gesù appeso ad una croce...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


In questa ottava di Pasqua celebriamo la «domenica di Tommaso», il discepolo assente alla prima apparizione di Gesù risorto e rimasto incredulo a dispetto della testimonianza dei suoi fratelli. Quando però il Risorto si manifesta per la seconda volta egli è presente e giunge a credere pienamente, aderendo con tutto se stesso al Signore della sua vita.
Nella sua vicenda Tommaso riassume bene il difficile itinerario compiuto dai primi discepoli per giungere alla fede pasquale: essa non è il frutto di un’esaltazione religiosa o di un’allucinazione psicologica, ma è una vittoria profonda di Gesù risorto sui dubbi e le paure che paralizzano i suoi discepoli! ..

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 Assenze eloquenti...

di Antonio Savone


Giorno di contrasto quel giorno dopo il sabato. Tutto era cominciato al mattino in un giardino in cui un sepolcro era stato spalancato e tutto termina in una casa, di sera, con una porta sprangata. Dio apre varchi e l’uomo erige difese. Quel mattino in quel giardino una pietra era stata tolta, quella sera, invece, in quella casa era stato usato un catenaccio. Il giorno era cominciato con la morte ormai vinta e termina con la paura che ha la meglio su tutto...

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  Siamo il miracolo di Dio

di Giovanni Berti


...  Quelli che noi chiamiamo miracoli, Giovanni nel suo vangelo li chiama più correttamente “segni”, perché non sono gesti che vogliono solamente stupire e impressionare, ma sono indicatori di qualcosa che va oltre il gesto. Le azioni miracolose che Gesù compie sono appunto segni che indicano Dio.
Giovanni fa un accenno a molti altri segni miracolosi che sono stati compiuti da Gesù e che hanno rafforzato la fede non solo del dubbioso Tommaso, ma anche degli altri discepoli. I segni raccontati nel Vangelo sono li per la nostra fede, perché noi abbiamo bisogno di questi segni. La fede infatti non è una adesione intellettuale frutto di ragionamenti astratti, ma si basa sull’esperienza e la vita. Gesù che muore e risorge è il grande segno-miracolo compiuto da Dio perché si creda che davvero Gesù è Figlio di Dio e che la vita vince sulla morte. Apparendo vivente ai suoi amici che lo credevano perduto per sempre, Gesù dà un segno forte che li rimette in moto e dà nuova fiducia.
E quali sono i segni per noi? ...

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III Domenica di Pasqua
At 5,27b-32.40b-41       Sal 29/30            Ap 5,11-14            Gv 21,1-14



 La sapienza dell'amore: la vera forza dell'evangelizzazione
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

L’itinerario mistagogico del tempo pasquale ci fa accostare ad un’altra pagina evangelica che narra della terza manifestazione del Risorto ai discepoli (Gv 21,1-19). È una pagina che apre una prospettiva: mentre in Gv 20,19-29 – il vangelo della domenica scorsa – i discepoli sono “chiusi” in un luogo, qui invece sono “usciti fuori” a contatto con la vita quotidiana, con il mondo e la storia, rappresentati simbolicamente dal mare (Gv 21,1), “il mare della vita”… Dalla pagina del vangelo, allora, ci sentiamo porre questa domanda: come vivere nel mondo da “figli della risurrezione”? E come evangelizzare il mondo e la storia? 

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Omelia (video) 
P. Aurelio Antista

Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato è il capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, il capitolo che chiude tutto il racconto evangelico ed è una chiusura significativa. L'Evangelista ci dice che Gesù si manifesta ancora una volta nella condizione di Risorto ai suoi discepoli, alla sua comunità...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Leggiamo oggi il capitolo 21 del vangelo secondo Giovanni, una sorta di appendice all’intero vangelo. Nei giorni successivi alla Pasqua, Pietro prende l’iniziativa di andare a pescare, azione simbolica che allude alla missione: il discepolo amato, come gli altri cinque che sono con Pietro sulla riva del lago di Tiberiade, acconsentono alla sua decisione e lo accompagnano. La barca della chiesa si spinge al largo e Pietro la conduce su acque profonde, come un tempo aveva fatto su ordine di Gesù (cf. Lc 5,4). «Ma in quella notte non presero nulla»: non basta che sia Pietro a guidare la pesca, occorre che ci sia anche il Signore. «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15,5) aveva detto Gesù, e ora in sua assenza la pesca è vana…

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Solo l'amore...

di Antonio Savone


Tutto
 sembrava
 ormai
 concluso.
A
Pietro
 e
agli
 altri
non
 restava
 che 
ripiegare
 verso
 un
 rituale 
monotono 
che 
conoscevano 
a 
menadito,
 fatto 
di
 cose
 solite:
 il
 lago, 
la 
barca, 
la 
rete, 
la
 fatica
 di 
pescare…
 Vinti
 come 
sono 
nelle 
loro
 fragili
 speranze, 
ricominciano 
ma 
rivivendo 
un
 passato:
 sembrava
 la 
cosa 
più
 ovvia.
 Cos’altro 
avrebbero 
potuto
 fare? 
Meglio
 far
 appello
 alla
 propria
 competenza.
 La
 delusione 
li
 ha
 scottati
 a
 tal
 punto
 che
 non
 riescono
 a
 vedere
 altro
 sbocco
 se
 non
 un
 ritorno
 alla vita
 di
 sempre.
 È
 vero:
 ci
 sono
 esperienze
 dolorose
 che
 sembrano
 gettare
 un
 velo 
di
 oblio
 su 
cose 
che
 fino
 a
 prima 
che
 facesse
 capolino 
il
 dramma,
 erano 
l’anima
 dei
 sogni
 e 
dei
 desideri. 
Si 
dice 
che 
si
 nasce 
incendiari 
ma 
si
 muore 
pompieri…

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  Il Risorto insistente... per fortuna

di Giovanni Berti


Gesù appare diverse volte ai suoi discepoli dopo la resurrezione. Le apparizioni, raccontate dagli evangelisti con sottolineature diverse, sono essenziali per la testimonianza che da quel momento in poi si diffonderà nella storia, fino a noi oggi. Gesù si manifesta vivente ai suoi amici e sempre con il suo stile che unisce parole e gesti, li indirizza di nuovo, dopo che l’esperienza della morte li aveva molto disorientati. L’evangelista Giovanni ci racconta anche di questa apparizione sul lago di Tiberiade, dove gli apostoli sono tornati a pescare, quasi a descrivere un ritorno al passato, alla vita pre-Gesù. Pietro, il leader del gruppo, sembra proprio che voglia ritornare sui suoi passi, quasi che la vicenda del Maestro sia stata bella ma anche conclusa, e che non incide più nella loro vita...

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IV Domenica di Pasqua
At 13,14.43-52       Sal 99            Ap 7,9.14b-17            Gv 10,27-30



 Seguire Cristo Pastore Agnello, umile e povero
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

L’itinerario mistagogico del tempo pasquale di questa domenica si sofferma sulla presenza di Cristo Pastore Agnello (Gv 10,27-30). La liturgia ci propone pochi versetti che concludono un discorso già iniziato a partire da Gv 10,1, dove emergono gli aspetti caratterizzanti del Pastore Agnello.
Volendo meditare solo su Gv 10,27-30 ci sembra importante evidenziare la mano del Pastore Agnello: non è mano che opprime, che schiaccia, che rapisce, che si appropria indebitamente, che trascina con forza e violenza i credenti (le pecore); no, è invece mano che si prende cura dei credenti, che li sorregge, li sostiene, li guida, li orienta nel cammino, a volte li corregge quando i credenti devìano dal sentiero tracciato...

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Omelia (video) 
P. Gregorio Battaglia

...Prendere coscienza di essere amati significa scoprire che qualcuno ci sta chiamando, ci sta coinvolgendo in un itinerario, in un'impresa... ma per conoscere il Signore è necessario che noi impariamo ad ascoltarlo e la pagina del Vangelo, le parole di Gesù ci riportano a questo impegno ad ascoltare qualcuno che ci dice "prendi coscienza che Lui ti sta amando, che sei amato gratuitamente, prima che tu possa formulare un pensiero, prima che tu possa cambiare la tua vita", ma da quel momento la nostra vita acquista un altro aspetto, un altro orizzonte.
Ma perché questo orizzonte diventi radicale e ben strutturato è necessario che impariamo ad ascoltare la voce del Signore... perché di voci ce ne sono tante e noi alle volte pensiamo di ascoltare la Sua voce... ma allora come sintonizzarci con quella voce?... allora saremo noi capaci di questa sensibilità, di questo affinamento del nostro orecchio per cui quella Sua voce l'accogliamo, la percepiamo?...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Stiamo vivendo il tempo pasquale con una speciale contemplazione di Gesù risorto da morte: egli è l’Agnello che sulla croce è stato sgozzato (cf. Ap 5,6.9.12; 13,8), ma con la resurrezione è diventato il Pastore, e come tale guida ancora la sua comunità, nutre le sue pecore attraverso nuovi pastori da lui voluti e donati al suo gregge. Sì, Gesù è il Signore vivente che, come «Pastore dei pastori» (1Pt 5,4) sta tra il Padre, di cui è Figlio, e i credenti in lui, il suo «piccolo gregge» (Lc 12,32)...

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  Voce e passi ...

di Antonio Savone


Era 
stato 
messo 
letteralmente
 alle 
strette.
 I
 capi
 dei 
giudei 
lo 
avevano 
accerchiato
 proprio
 all’interno
 del
 tempio.
 Il 
luogo 
dell’incontro
 con
 Dio, 
paradossalmente, era 
diventato 
il
 luogo
 dello
 scontro 
con
 il
 Figlio 
stesso 
di
 Dio.

Avevano
 accostato
Gesù
 proprio
 come
 un
 branco
 nei
 confronti
 della
 preda
 designata.
 E
 questo
 per
 difendere 
uno 
schema 
religioso –
il 
loro
– che 
quell’uomo 
di 
Nazareth 
aveva 
messo
 in
 crisi 
non 
poco. Il 
loro 
accanimento 
nasceva
 da
 una 
indisponibilità 
ad
 aprirsi.
 A
 un
 Gesù
 che
 continuamente
 apre 
il 
recinto 
di vino 
facendo
 comprendere
 che 
non
 spetta 
a 
noi 
stabilire 
chi 
è
 dentro
 e
 chi
 è
 fuori
 (la
 linea
 di
 demarcazione,
 infatti,
 attraversa
 il
 cuore
 prima
 ancora
 che
 un’anagrafe
 religiosa),
 preferiscono 
la
 parzialità
 delle 
loro 
comprensioni, 
feriti
 come 
sono
 nel
 loro
 orgoglio
 di
 rigidi
 custodi
 dello
 status
 quo. Storia
 di 
ieri,
 storia
 di
 sempre.
..

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  Gesù o il sergente Hartman?

di Giovanni Berti


Stavolta la forbice della liturgia ha un po’ esagerato nel ritagliare il passo del vangelo di questa domenica. Le parole di Gesù riportate dal brano che viene letto nella messa domenicale rischiano di rimanere incomprensibili se non collocate in un contesto di racconto più ampio.
E’ fondamentale conoscere che Gesù dice le cose riportate nel Vangelo mentre si trova nel Tempio, la massima espressione fisica della tradizione ebraica, luogo che Gesù più volte, da buon ebreo, frequenta con i suoi discepoli, e nel quale però avrà gli scontri più duri con i suoi avversari. In questo caso l’evangelista Giovanni racconta che Gesù sta camminando nel Tempio durante una delle feste più importanti, la festa della Dedicazione. I Giudei lo accerchiano facendogli un vero e proprio pressing, dicendogli:” Fino a quando ci terrai nell’incertezza (letteralmente “ci toglierai la vita”)? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente!”...

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V Domenica di Pasqua
At 14,21b-27       Sal 144            Ap 21,1-5b            Gv 13,31-33a.34-35



 Il comandamento dell'amore reciproco
Lectio di Fr. Egidio Palumbo

L’itinerario mistagogico del tempo pasquale a partire da questa domenica si sofferma a considerare i frutti della Pasqua. Il primo frutto è l’amore vicendevole che qualifica la vita dei discepoli del Signore (Gv 13,31.34-35). È un amore che chiede di essere vissuto nella prospettiva pasquale: morire a noi stessi per rinascere a vita nuova. Non è un caso, infatti, che il contesto più immediato della pagina evangelica è la cena pasquale di Gesù (Gv 13,1-2), quella che noi chiamiamo “l’ultima cena”, ma “ultima” non in senso cronologico bensì escatologico e mistico, ovvero la cena che anticipa qui e ora la venuta del Regno di Dio, il giorno della piena fraternità, della piena comunione tra noi e Dio, tra di noi fratelli e sorelle nelle fede e tra noi e tutti i fratelli e le sorelle in umanità...

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Omelia (video) 
P. Alberto Neglia

Il breve brano evangelico che abbiamo ascoltato è di una densità straordinaria, c'è tutto il nucleo della vita cristiana. Gesù ce lo dice con molta chiarezza: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli" questo è il criterio di discernimento che fa la verità se siamo cristiano o se non lo siamo: "Se vi amerete, se avrete amore gli uni per gli altri"...

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 Commento al Vangelo

di Enzo Bianchi


Siamo nel tempo pasquale e il vangelo che oggi ascoltiamo ci parla appunto della glorificazione di Gesù, avvenuta attraverso la sua passione, morte e resurrezione. Per il quarto vangelo, infatti, anche la passione e la morte sono glorificazione di Gesù, non fallimento o fine tragica, perché in esse più che mai Gesù mostra il suo amore e riceve gloria proprio dall’aver amato «fino alla fine, fino all’estremo» (Gv 13,1): la gloria di Gesù è gloria dell’amare!Non lo si dimentichi: se Gesù è risorto da morte è perché il Padre lo ha risuscitato (cf. At 2,24.32; ecc.) a causa dell’amore da lui vissuto all’estremo verso Dio e verso i fratelli. Sì, nella resurrezione di Gesù possiamo vedere l’amore totale, perfetto di Gesù, che vince la morte per sempre...

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  La prova del nove...

di Antonio Savone


“Non
lasciarti
vincere
dal
male,
ma
vinci
con
il
bene
il
male”
(Rm
12,21).
Mentre
 lasciavo
 decantare
 dentro
 di
 me
 il
 brano
 evangelico
 di
 questa
 V
 domenica
 di
 Pasqua,
 risuonava 
come
 un’eco 
la 
parola 
dell’apostolo 
Paolo:
 “Non
 lasciarti 
vincere 
dal 
male,
 ma vinci con 
il
 bene 
il 
male” 
(Rm
12,21).
Il 
male
 letto
 da
 un’altra
 prospettiva,
 dal
 suo
 rovescio.
 Certo,
 la
 figura
 e 
il
 gesto
 di
 Giuda
 restano 
in 
sé 
qualcosa 
di
 oggettivamente
 drammatico: 
quando 
a 
tradirti 
è 
l’amico,
 la 
tenebra
 è
 ancor
 più
 fitta.
 Non
 c’è
 dubbio.
 E,
 tuttavia,
 così
 come
 Gesù
 sceglie
 di
 stare
 di
 fronte
 al
 traditore,
 restituisce
 un 
altro 
modo 
di
 misurarsi 
con
 il
 male,
 tanto
 da
 riscattare 
persino 
quel
 momento
 terribile
 e
 quella
 figura
 così
 complessa
 com’è
 quella
 di
 Giuda:
 il
 momento
 della
 massima
 oscurità 
diventa 
il
 momento 
più
 luminoso..
.

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  La fede professata con l'amore

di Giovanni Berti


... Gesù pronuncia queste parole, in uno dei momenti più drammatici della sua vita: l’ultima cena. Ha appena lavato i piedi dei suoi discepoli con un gesto concretissimo di servizio (quello dello schiavo che lava i piedi impolverati dei suoi padroni) e ha appena visto uscire nella notte l’amico Giuda di cui conosce il tradimento in atto. Gesù rimane fedele al suo progetto di amore, e non si lascia scoraggiare dalle durezze dei suoi amici, infatti non solo Giuda ma anche gli altri non saranno meno traditori quando lo abbandoneranno da solo sulla croce. Gesù rimane fedele ed è questo l’amore che insegna ai suoi: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Il “come” che Gesù insegna è proprio questa fiducia nella possibilità di amare in modo vero e pieno. Tante volte siamo tentati di non credere a questo amore...

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VI Domenica di Pasqua







ASCENSIONE DEL SIGNORE







PENTECOSTE