QUELLI DELLA VIA
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MARIA

Donna dei nostri giorni

Maria, donna del Sabato Santo

di Don Tonino Bello

Ci sono, a volte, degli attimi cos“ densi di mistero, che si ha 1Ġimpressione di averli giˆ sperimentati in altre stagioni della vita. E ci sono degli attimi cos“ gonfi di presentimenti, che vengono vissuti come anticipazioni di beatitudini future.

Nel giorno del Sabato santo, di questi attimi, ce nĠ pi di qualcuno. E come se cadessero allĠimprovviso gli argini che comprimono il presente. LĠanima, allora, si dilata negli spazi retrostanti delle memorie. Oppure, allungandosi in avanti, giunge a lambire le sponde dellĠ eterno rubandone i segreti, in rapidi acconti di felicitˆ.

Come si spiega, infatti, se non con questo rimpatrio nel passato, il groppo di allusioni che, superata appena la ÒparasceveÓ, si dipana al primo augurio di buona Pasqua, e si stempera in mille rigagnoli di ricordi, fluenti tra anse di gesti rituali?

La casa, vergine di lavacri, che profuma dĠaltri tempi. LĠamico giunto dopo tanti anni, nei cui capelli giˆ grigi ti attardi a scorgere reliquie dĠinfanzie comuni. Il dono opulento, lˆ in cucina, tra le cui carte stagnole cerchi invano sapori di antiche sobrietˆÉ quando era viva lei, e la madia nascondeva solo stupori di uova colorate. Il grembo vuoto della chiesa, il cui silenzio trabocca di richiami, e dove nel vespro ti decidi finalmente a entrare, come una volta, per riconciliarti con Dio e sentirti restituire a innocenze perdute.

E come si spiega se non col crollo delle dighe erette dai calendari terreni, quel sentimento pervasivo di pace che, nel Sabato santo, almeno di sfuggita, irrompe dal futuro e ti interpella con strani interrogativi a cui sent“ giˆ di poter dare risposte di gioia?

CĠ un tempo in cui la gente starˆ sempre a scambiarsi strette di mano e sorrisi, cos“ come fa oggi? Verranno giorni sottratti allĠusura delle lacrime? Esistono spazi di gratuitˆ, dove non smetteremo pi gli abiti di festa? Ci sono davvero delle stagioni in cui la vita sarˆ sempre cos“?

Fascino struggente del Sabato santo, che ti mette nellĠanima brividi di solidarietˆ perfino con le cose e ti fa chiedere se non abbiano anchĠesse un futuro di speranza!

Che cosa faranno gli alberi stanotte, quando suoneranno a stormo le campane? Le piante del giardino spanderanno insieme, come turiboli dĠargento, la gloria delle loro resine? E gli animali del bosco ululeranno i loro concerti mentre in chiesa si canta lĠExultet? Come reagirˆ il mare, che brontola sotto la scogliera, allĠannuncio della Risurrezione? LĠangelo in bianche vesti farˆ fremere le porte anche dei postriboli? Oltre i cancelli del cimitero, sussulteranno sotto il plenilunio le tombe dei miei morti? E le montagne, non viste da nessuno, danzeranno di gioia attorno alle convalli?

Una risposta capace di spiegare il tumulto di queste domande io ce lĠavrei. Se nel Sabato santo il presente sembra oscillare su passato e futuro,  perchŽ protagonista assoluta, sia pur silenziosa, di questa giornata  Maria.

Dopo la sepoltura di Ges, a custodire la fede sulla terra non  rimasta che lei. Il vento del Golgota ha spento tutte le lampade, ma ha lasciato accesa la sua lucerna. Solo la sua. Per tutta la durata del sabato, quindi, Maria resta lĠunico punto di luce in cui si concentrano gli incendi del passato e i roghi del futuro. Quel giorno essa va errando per le strade della terra, con la lucerna tra le mani. Quando la solleva su un versante, fa emergere dalla notte dei tempi memorie di santitˆ; quando la solleva sullĠaltro, anticipa dai domicili dellĠeterno riverberi di imminenti trasfigurazioni.


Santa Maria, donna del Sabato santo, estuario dolcissimo nel quale almeno per un giorno si  raccolta la fede di tutta la Chiesa, tu sei l'ultimo punto di contatto col cielo che ha preservato la terra dal tragico blackout della grazia. Guidaci per mano alle soglie della luce, di cui la Pasqua  la sorgente suprema.

Stabilizza nel nostro spirito la dolcezza fugace delle memorie, perchŽ nei frammenti del passato possiamo ritrovare la parte migliore di noi stessi. E ridestaci nel cuore, attraverso i segnali del futuro, una intensa nostalgia di rinnovamento, che si traduca in fiducioso impegno a camminare nella storia.

Santa Maria, donna del Sabato santo, aiutaci a capire che, in fondo, tutta la vita, sospesa com' tra le brume del venerd“ e le attese della domenica di Risurrezione, si rassomiglia tanto a quel giorno. é il giorno della speranza, in cui si fa il bucato dei lini intrisi di lacrime e di sangue, e li si asciuga al sole di primavera perchŽ diventino tovaglie di altare.

Ripetici, insomma, che non c' croce che non abbia le sue deposizioni. Non c' amarezza umana che non si stemperi in sorriso. Non c' peccato che non trovi redenzione. Non c' sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Anche le gramaglie pi nere trascolorano negli abiti della gioia. Le rapsodie pi tragiche accennano ai primi passi di danza. E gli ultimi accordi delle cantilene funebri contengono giˆ i motivi festosi dell'alleluia pasquale.

Santa Maria, donna del Sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei preparata all'incontro col tuo figlio Risorto. Quale tunica hai indossato sulle spalle? Quali sandali hai messo ai piedi per correre pi veloce sull'erba? Come ti sei annodata sul capo i lunghi capelli di nazarena? Quali parole d'amore ti andavi ripassando segretamente, per dirgliele tutto d'un fiato non appena ti fosse apparso dinanzi?

Madre dolcissima, prepara anche noi all'appuntamento con lui. Destaci l'impazienza del suo domenicale ritorno. Adornaci di vesti nuziali. Per ingannare il tempo, mettiti accanto a noi e facciamo le prove dei canti.

PerchŽ qui le ore non passano mai.


(fonte: Tonino Bello, "MARIA Donna dei nostri giorni" Ed. San Paolo)

 

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