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Impresentabili. E mezza Italia fugge dalle urne

intervista di Silvia Truzzi a Enzo Bianchi, priore di Bose



Le parole ricorrenti, in questi giorni di elezioni, non sono per nulla incoraggianti. Astensione, impresentabili, vendetta: nessuna che riguardi il principio di responsabilità.Prima di tutto, di responsabilità verso i cittadini cui appartiene la sovranità. Diceva Bertrand Russell che “senza moralità civile le comunità periscono; senza moralità privata la lorosopravvivenza è priva di valore”.
Eppure l’etica pubblica è ormai ridotta al diritto penale: ogni comportamentonon illecito è ammesso, come se il giudice fosse una sorta di autorità morale. Anche la reputazionenon è più un valore: come ha detto Claudio Magris in un’intervista a questo giornale “Siamo un Paesedove nessuno più perde la faccia”. Forse non a caso sempre meno persone decidono di partecipare alla vita pubblica,attraverso il voto. Delle conseguenze di questo vuoto sociale e politico abbiamo chiesto lumi a padre EnzoBianchi, priore della Comunità di Bose.

Padre Bianchi che cosa pensa del fatto che in questo turno elettorale abbia scelto di votare un cittadino su due?

Nella nostra società c’è crisi di fiducia e questa incapacità a porre fiducia negli altri, nella polis e in una convergenza politica si aggrava nei confronti dei politici perché questi oggi risultano sovente inaffidabili: ogni giorno veniamo a conoscenza di accuse di corruzione e di illegalità… Sovente, poi, anche quando i politici non sono corrotti, risultano cattivi maestri per il loro stile: anziché essere esemplari, non aiutano né la qualità della convivenza né la formazione di un consenso politico. Ci sono cattivi maestri che disprezzano le istituzioni, delegittimano gli avversari politici,
appaiono arroganti nel linguaggio e nei comportamenti, non sopportano le critiche e agiscono da capi di una corte da loro stessi creata, fino a gestire il potere in modo egocentrico. Quando i politici chiedono atti di fede nella loro persona senza mostrare un progetto elaborato dall’insieme delle istanze sociali e con un’alta qualità di socialità, allora risultanoinaffidabili. Sono veramente pochi i politici che nel tempo mostrano di meritare il potere che esercitano.

Quali sono secondo lei le circostanze e gli atteggiamenti che più separano il popolo dalla politica?

Ormai la distanza dal popolo è enorme, perché la classe politica si mostra incapace di ascoltare i bisogni più profondi delle persone, di pensare al futuro del Paese e di interpretare il potere in modo coerente con una democrazia matura e plasmato da un autentico servizio alla polis. Sempre più autoreferenziali, sempre più caratterizzati da un comportamento ostentato proprio di chi ritiene di non dover rendere conto ai cittadini, di fatto alimentano  una separazione e una lontananza nei loro confronti.Quando dei politici mostrano di non aver vergogna e di non voler rispondere alla giustizia, quando sono incapaci di mantenere una postura irreprensibile secondo la nostra Costituzione e le leggi dello Stato, allora non meritano la fiducia. Così sono sempre più numerosi i cittadini che, turbati e scandalizzati, ricorrono al voto di protesta o trascurano le loro responsabilità civili oppure smettono di interessarsi della cosa pubblica.

Qualche speranza che la situazione cambi?

Già da anni lamentavo di come stessimo andando verso una deriva, verso una barbarie sempre più profonda. Mi pare che non ci siamo ancora arrestati su questo cammino: si ripetono gli stessi errori, le stesse persone più volte condannate vengono presentate ugualmente al voto dei cittadini.Così questi, piuttosto che dare un assenso a persone di cui diffidano perché prive di qualità morale, nella loro impotenza disertano le urne. Oggi è prassi diffusa sfuggire alle responsabilità della vita sociale e pubblica: dominauna rinuncia sistematica alle risposte che ciascuno è chiamato a dare, ma se manca la responsabilità, allora la polis viene corrosa e non ci sono più legami sociali. Ci potrà essere speranza solo se si inizia a metter fiducia nella communitas della quale si fa parte e se si sa rinnovare quotidianamente questo atto di fiducia. Ma per questo occorrerebbero anche progetti sociali, politiche e visioni tesi non all’interesse contingente e particolare. I cittadini devono poter scegliere i propri rappresentanti tra persone oneste, preparate e capaci di esemplarità civile


Pubblicato sul "Fatto quotidiano" - 02.06.2015


 

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