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EXPO DEL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA / 2

AVEVO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE
AVEVO SETE E MI AVETE DATO DA BERE

di Giuliana Martirani

DIRITTO AL CIBO: LE CAUSE DELLA MORTE PER FAME

Allo stato attuale la produzione agricola mondiale potrebbe facilmente sfamare 12 miliardi di persone. Da un altro punto di vista, si potrebbe equivalentemente dire che ogni bambino che he muore per denutrizione oggi è di fatto ucciso.

I CINQUE GRANDI MOTIVI DELLA MORTE PER FAME

1. Innanzitutto la speculazione finanziaria sulle materie prime alimentari, che negli ultimi anni ha determinato un'impennata nei prezzi e impedito alle organizzazioni internazionali come il Programma alimentare mondiale (Pam) di soddisfare i bisogni delle popolazioni. 
2. In secondo luogo la colpa è dei biocombustibili, che sottraggono terre fertili all'agricoltura alimentare. 
3. Poi c'è il debito estero, che soffoca i paesi più poveri e impedisce loro di investire nell'agricoltura di sussistenza.
4. Un'altra ragione è rappresentata dal dumping agricolo, a causa del quale sui mercati di Dakar o di Cotonou la frutta, i legumi e i polli francesi, greci, tedeschi o portoghesi sono venduti a un terzo o alla metà del prezzo rispetto ai prodotti africani equivalenti. 
5. Infine l'accaparramento delle terre da parte dei fondi d'investimento e delle grandi multinazionali, che cacciano i contadini locali per coltivare prodotti destinati esclusivamente al mercato occidentale. I paesi dell'Ue sono pienamente responsabili del dumping agricolo. A cominciare dalla Francia: nel 2005, durante i negoziati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc//Wto) a Hong Kong, il segretario generale Pascal Lamy ha proposto di ridurre progressivamente gli aiuti alle esportazione fino a farli scomparire entro cinque anni. La Francia si è opposta ferocemente, soprattutto a causa dell'influenza delle camere di commercio agricole. E così il dumping va avanti, mentre ai contadini africani viene impedito di commercializzare i loro prodotti.

È PEGGIO DEL COLONIALISMO
L'influenza delle lobby su Bruxelles è incredibile. Se volessero potrebbero fermare il dumping agricolo domani. Bruxelles continua a dare prova di un'ipocrisia senza limiti: mentre l'Europa parla di giustizia mondiale e di sviluppo, gli 87 paesi dell'Acp (Africa-Caraibi-Pacifico, sostanzialmente le ex colonie europee) vengono tenuti in una condizione di inaccettabile inferiorità. Sono stati costretti ad accettare accordi di investimento che li obbligano a mettere sullo stesso piano le imprese locali e le multinazionali occidentali. La Commissione europea ha detto a questi paesi: "volete contestare la nostra politica di sovvenzioni agricole alle esportazioni? Ok, ma noi allora dobbiamo riconsiderare i nostri aiuti allo sviluppo". È peggio del colonialismo, è una sorta di fascismo estero. I diritti dell'uomo scompaiono una volta oltrepassati i confini dell'Europa, oltre i quali esiste solo la legge della giungla.

GAUDIUM ET SPES, 88.
Si eviti questo scandalo: mentre alcune nazioni, i cui abitanti per la maggior parte si dicono cristiani, godono d'una grande abbondanza di beni, altre nazioni sono prive del necessario e sono afflitte dalla fame, dalla malattia e da ogni sorta di miserie.
Lo spirito di povertà e d'amore è infatti la gloria e il segno della Chiesa di Cristo.

DICHIARAZIONE DI ROMA SULLA SICUREZZA ALIMENTARE MONDIALE, 1996
Noi, Capi di Stato e di Governo... riaffermiamo il diritto di ogni persona ad avere accesso ad alimenti sani e nutrienti, in accordo con il diritto ad una alimentazione appropriata e con il diritto fondamentale di ogni essere umano di non soffrire la fame.

PATTO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI (ONU 1966, ART. 11)
I Paesi facenti parte del Patto riconoscono il diritto di ognuno ad un adeguato standard di vita... incluso il cibo adeguato.

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (ART.25), 1948 (ONU)
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari.

Giuliana Martirani





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