QUELLI DELLA VIA
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BAMBIN-GESŁ CHE DIVENTANO MINICROCIFISSI

di Giuliana Martirani


Chissą che Aylan annegato sulla spiaggia di Bodrum, o Zeid, preso a calci da una giornalista folle o la piccola baby-profuga siriana che, sull'autostrada Istanbul-Edirne, gattona dinanzi ai militari in tenuta da guerra con scudi antisommossa e che invece invita all’umano e al sorriso anche il soldato.
Chissą che questi bambini teneri e dolci, icona delle tanti morti nel Mediterraneo e sui confini europei, non ci facciano ripensare di nuovo al fatto che siamo INVECCHIATI, dentro pił ancora che fuori, come persone, popoli, gruppi, comunitą.
E ci facciano riflettere su tutte le nostre innocenze perdute:
Con NOI STESSI a causa del nostro orgoglio e di essere chissą chi
Con IL PROSSIMO a causa del complesso di superioritą
Con LA NATURA per quello di sottomissione
Con I POPOLI DEL MONDO per il nostro complesso di dominio.
E chissą che non ci facciano di nuovo venir la voglia di RINASCERE come persone, e di rinascere anche come cittą, cosģ ingiuriosamente sommerse non solo dai RIFIUTI ma anche dai RIFIUTATI: senza fissa dimora, rom, stranieri, clandestini.... scarti e rifiutati!
E chissą che questi bambini teneri e dolci non ci facciano fare un dirottamento totale per vedere Dio: dalla cima del monte, dove abbiamo voluto relegarlo e raggiungerlo, al profondo della grotta, icona del rifugio precario, in cui milioni di individui si riparano e dove Lui sta, sua dimora REGALE e REALE.
Alla grotta bisogna arrivarci: dai monti, dobbiamo scendere fino ad incontrare il dolore e la povertą che sta nella grotta.
Con la FEDE che solo il progetto di Giustizia e di Pace di Dio funzionerą davvero.
Con la SPERANZA di chi sa essere avvistatore di futuro, esploratore del nuovo, e di chi sa scrutare gli orizzonti appena accennati perché sa accorgersi dei germogli di novitą che stanno appena appena spuntando, perché non sta orgogliosamente con il naso insł gloriando se stesso nel suo complesso di superioritą.
Con l'AMORE verso il pił piccolo e ultimo, dinanzi a cui va a inchinarsi perché cingendogli il collo possa rialzarsi.
Chinandosi su Aylan annegato sulla spiaggia di Bodrum. O su Zeid, per rimetterlo in piedi dopo essere stato preso a calci dalla giornalista folle.
O chinandosi sulla piccola baby-profuga siriana che gattona e dopo aver invitato ad essere umano e al sorriso il soldato, lo vede semmai abbandonare scudo e armi per prenderla in braccio, schioccarle un bacio e portarsela a casa con tutta la sua famiglia, in uno slancio di UMANITĄ RITROVATA.


 
Giuliana Martirani





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