QUELLI DELLA VIA
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SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L'UNITA' DEI CRISTIANI 
18-25 gennaio 2013
Quel che il Signore esige da noi
(cfr. Michea 6, 6-8)


LETTURE BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA
Nota:
I testi biblici riportati sono tratti da:
‘Parola del Signore’ – La Bibbia, Traduzione interconfessionale in lingua corrente Leumann / Roma, Elledici / Alleanza Biblica Universale, 2000


PRIMO GIORNO: Camminare in dialogo

Genesi 11,1-9 La storia di Babele e l’eredità della nostra diversità

Un tempo tutta l'umanità parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. Emigrati dall’oriente gli uomini trovarono una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l'altro: «Forza! Prepariamoci mattoni e cuociamoli al fuoco!». Pensarono di adoperare mattoni al posto delle pietre e bitume invece della calce. Poi dissero: «Forza! Costruiamoci una città! Faremo una torre alta fino al cielo! Così diventeremo famosi e non saremo dispersi in ogni parte del mondo!». Il Signore scese per osservare la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Disse: «Ecco, tutti quanti formano un sol popolo e parlano la stessa lingua. E questo non è che il principio delle loro imprese! D'ora in poi saranno in grado di fare tutto quel che vogliono! Andiamo a confondere la loro lingua: così non potranno più capirsi tra loro». E il Signore li disperse di là in tutto il mondo; perciò furono costretti a interrompere la costruzione della città. La città fu chiamata Babele (Confusione) perché fu lì che il Signore confuse la lingua degli uomini e li disperse in tutto il mondo.

Salmo 34 (33),12-19 “Venite... ascoltatemi”. L’invito di Dio alla conversazione

Venite, figli, ascoltatemi:
io vi insegnerò il timore del Signore.
Se un uomo desidera gustare la vita,
se vuole vedere molti giorni felici,
tenga lontano la lingua dal male
con le sue labbra non dica menzogne.
Fugga il male e pratichi il bene,
cerchi la pace e ne segua la via!
L’occhio del Signore segue i giusti,
il suo orecchio ne ascolta le grida.
Il suo sguardo affronta i malvagi,
e ne cancella perfino il ricordo.
Il Signore ascolta chi lo invoca
e lo libera da tutte le sue angustie.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto,
salva colui che è abbattuto.

Atti 2,1-12 L’effusione dello Spirito, il dono della comprensione

Quando venne il giorno della Pentecoste, i credenti erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo.
All’improvviso si sentì un rumore dal cielo, come quando tira un forte vento, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Allora videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si separavano e si posavano sopra ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi. A Gerusalemme c’erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua. Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: “Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? Come mai allora ciascuno di noi li sente parlare nella sua lingua nativa? Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall’Asia, dalla Frigia e dalla Panfilia, dall’Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall’Arabia. C’è gente che viene perfino da Roma: alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto”. Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: “Che significato avrà tutto questo?”.

Luca 24,13-35 La conversazione con il Cristo Risorto durante il cammino

Quello stesso giorno due discepoli stavano andando verso Emmaus, un villaggio lontano circa undici chilometri da Gerusalemme. Lungo la via parlavano tra loro di quel che era accaduto in Gerusalemme in quei giorni. Mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro. Essi però non lo riconobbero, perché i loro occhi erano come accecati. Gesù domandò loro: – Di che cosa state discutendo tra voi mentre camminate? Essi allora si fermarono, tristi. Uno di loro, un certo Clèopa, disse a Gesù: – Sei tu l’unico a Gerusalemme a non sapere quel che è successo in questi ultimi giorni? Gesù domandò: – Che cosa? Quelli risposero: – Il caso di Gesù, il Nazareno! Era un profeta potente davanti a Dio e agli uomini, sia per quel che faceva sia per quel che diceva. Ma i capi dei sacerdoti e il popolo l’hanno condannato a morte e l’hanno fatto crocifiggere. Noi speravamo che fosse lui a liberare il popolo d’Israele! Ma siamo già al terzo giorno da quando sono accaduti questi fatti. Una cosa però ci ha sconvolto: alcune donne del nostro gruppo sono andate di buon mattino al sepolcro di Gesù ma non hanno trovato il suo corpo. Allora sono tornate indietro e ci hanno detto di aver avuto una visione: alcuni angeli le hanno assicurate che Gesù è vivo. Poi sono andati al sepolcro altri del nostro gruppo e hanno trovato tutto come avevano detto le donne, ma lui, Gesù, non l’hanno visto. Allora Gesù disse: – Voi capite poco davvero; come siete lenti a credere quel che i profeti hanno scritto! Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria? Quindi Gesù spiegò ai due discepoli i passi della Bibbia che lo riguardavano. Cominciò dai libri di Mosè fino agli scritti di tutti i profeti. Intanto arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece finta di continuare il viaggio. Ma quei due discepoli lo trattennero dicendo: “Resta con noi perché il sole ormai tramonta”. Perciò Gesù entrò nel villaggio per rimanere con loro. Poi si mise a tavola con loro, prese il pane e pronunziò la preghiera di benedizione; lo spezzò e cominciò a distribuirlo. In quel momento gli occhi dei due discepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla loro vista. Si dissero l’un l’altro: “Non ci sentivamo come un fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci spiegava la Bibbia?”. Quindi si alzarono e ritornarono subito a Gerusalemme. Là, trovarono gli undici discepoli riuniti con i loro compagni. Questi dicevano: “Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone”. A loro volta i due discepoli raccontarono quel che era loro accaduto lungo il cammino, e dicevano che lo avevano riconosciuto mentre spezzava il pane.

Commento

Camminare con Dio in umiltà significa camminare come persone che dialogano fra di loro e con il Signore, sempre attente a quanto ascoltano. Per questo motivo cominciamo la nostra celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani riflettendo su alcuni brani delle Scritture che presentano l’atto del conversare. Il dialogo è centrale nel Movimento ecumenico dal momento che crea lo spazio per imparare gli uni dagli altri, per condividere ciò che abbiamo in comune, e per ascoltare e prendere atto delle differenze. In questo modo si sviluppa la comprensione reciproca. I doni che provengono dalla ricerca dell’unità sono parte della nostra fondamentale chiamata a rispondere a ciò che Dio esige da noi: mediante un dialogo autentico, si realizza la giustizia e si favorisce la benevolenza. Le esperienze concrete di liberazione in tutto il mondo palesano che l’isolamento delle persone costrette a vivere in povertà è energicamente superato da una prassi di dialogo.
La lettura di oggi, dal Libro della Genesi, e la narrazione della Pentecoste, riflettono entrambe qualcosa di questo atto umano, e del suo ruolo nel piano liberatore di Dio per il suo popolo. La storia della torre di Babele descrive in primis come, dove non ci sono più barriere di linguaggio, siano possibili grandi imprese. Tuttavia, la storia ci mostra anche come questo potenziale sia percepito anche per la propria auto-promozione: “Così diventeremo famosi” è la motivazione per l’edificazione della grande città. Alla fine questo progetto conduce alla confusione delle lingue, da allora in poi dobbiamo imparare la nostra umanità attraverso il paziente ascolto dell’altro, anche se ci appare strano. È con l’effusione dello Spirito a Pentecoste che la comprensione attraverso le differenze viene resa possibile in un modo nuovo, mediante la potenza della Resurrezione di Gesù. Ora siamo invitati a condividere il dono della parola e dell’ascolto protesi verso il Signore e verso la libertà. Siamo chiamati a camminare nello Spirito. L’esperienza dei discepoli sulla strada di Emmaus è una conversazione che ha luogo in un contesto di viaggio insieme, ma anche di perdita e di speranza delusa. Come chiese che vivono la disunione a diversi livelli, e come società divise da pregiudizi e paura dell’altro, possiamo riconoscerci in questa situazione. Eppure è precisamente qui che Gesù sceglie di unirsi alla conversazione - non assumendo il ruolo superiore di maestro, ma camminando accanto ai suoi discepoli. È il suo desiderio di essere parte delle nostre conversazioni, ed è la nostra risposta nel volere che Egli rimanga e conversi ancora con noi, a renderci capaci di un incontro vitale con il Signore risorto. Ogni cristiano ha qualche esperienza di questo incontro con Gesù, e ha sentito la potenza della sua parola “come un fuoco nel cuore”; questa esperienza di resurrezione ci invita ad una più profonda unità in Cristo. La conversazione costante fra di noi e con Gesù - anche nel nostro disorientamento - ci fa proseguire nel cammino comune.

Preghiera

Signore nostro Gesù Cristo, proclamiamo con gioia la nostra comune identità nel tuo nome, e ti ringraziamo per averci invitato ad un dialogo d’amore con te. Apri i nostri cuori affinché possiamo condividere più perfettamente la tua preghiera al Padre che tutti siamo una cosa sola, in modo che, mentre camminiamo insieme, possiamo avvicinarci gli uni agli altri. Donaci il coraggio di portare insieme testimonianza alla verità, e di includere nel nostro dialogo anche coloro che fanno perdurare la divisione. Manda il tuo Spirito a renderci capaci di affrontare le situazioni in cui mancano la dignità e la compassione nelle nostre società, nelle nostre nazioni e nel mondo. Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace. Amen.

Domande per la riflessione personale

1. Dove possiamo realizzare un autentico dialogo, malgrado le differenze che ci separano?
2. Le nostre conversazioni sono improntate a qualche nostro progetto personale, o alla vita che porta
la speranza della resurrezione?
3. Con quali persone conversiamo e chi, invece, non è incluso nel nostro dialogo? Per quale motivo?


(fonte: Sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2013)



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